La pubblicazione di un percorso di studi e di ricerche in riferimento al territorio del Comune di Amorosi scaturisce dalla fase di rielaborazione dello strumento urbanistico generale nel periodo di transizione dalla Legge regionale n. 16 del 2004 e le modifiche di semplificazione varate dal Consiglio Regionale con la recente Legge n. 5 del 29 aprile 2024. A distanza di venti anni e all’indomani del terremoto di Casamicciola del 2017, dell’emergenza sanitaria della pandemia da Sars-Covid19 del 2020/2021, dell’alluvione di Ischia del 2023 e del riacutizzarsi del fenomeno bradisismico di Pozzuoli di aprile 2024 ancora in corso, la Regione Campania ha varato una semplificazione della materia urbanistica restituendo la responsabilità del destino dello sviluppo del territorio direttamente ai singoli comuni, prescindendo da ogni rischio derivante dall’aggravarsi dei cambiamenti climatici e sdoganando la densificazione e la rigenerazione urbana con ingenti premialità di superfici e cubature invocando l’alibi del consumo di suolo zero solo come paravento alle peggiori massicce urbanizzazioni proposte soprattutto dai privati. La Legge regionale n. 5/2024 è il risultato di sistematiche azioni di smantellamento del processo di pianificazione fondato prioritariamente dalla valutazione della sostenibilità ambientale all’impatto antropico che già con la Legge regionale n. 13 del 2022 fissava i principi di una rigenerazione urbana che stravolge le relazioni e le qualità degli spazi urbani traducendo l’esigenza dell’efficientamento energetico o la riqualificazione strutturale degli edifici con premialità di superfici e cubature nella tendenza acquisita della densificazione urbana. Il risvolto drammatico di un’urbanistica che cancella completamente decenni di sforzi politici rivolti al riequilibrio regionale tra la concentrazione senza sviluppo della fascia costiera e della Città Metropolitana di Napoli e la desertificazione incessante delle aree interne è l’imminente azione dell’industria del mattone che riemergerà senza capacità di contenimento da parte degli uffici preposti e le soprintendenze soprattutto a Napoli e nella Città Metropolitana stessa e nelle aree di particolare interesse fondiario come l’area orientale di Napoli, Bagnoli, lo stesso Centro storico per quanto patrimonio mondiale dell’UNESCO e ogni spazio che può essere riconvertito in nuova residenzialità nel perimetro più appetibile della Regione e a più alto rischio permanente sismico, vulcanico e bradisismico permanente.
Amorosi tra Volturno e Calore, Parchi fluviali e Zone di protezione speciale / Buondonno, Emma. - 1:(2024), pp. 1-91.
Amorosi tra Volturno e Calore, Parchi fluviali e Zone di protezione speciale.
BUONDONNO, EMMA
2024
Abstract
La pubblicazione di un percorso di studi e di ricerche in riferimento al territorio del Comune di Amorosi scaturisce dalla fase di rielaborazione dello strumento urbanistico generale nel periodo di transizione dalla Legge regionale n. 16 del 2004 e le modifiche di semplificazione varate dal Consiglio Regionale con la recente Legge n. 5 del 29 aprile 2024. A distanza di venti anni e all’indomani del terremoto di Casamicciola del 2017, dell’emergenza sanitaria della pandemia da Sars-Covid19 del 2020/2021, dell’alluvione di Ischia del 2023 e del riacutizzarsi del fenomeno bradisismico di Pozzuoli di aprile 2024 ancora in corso, la Regione Campania ha varato una semplificazione della materia urbanistica restituendo la responsabilità del destino dello sviluppo del territorio direttamente ai singoli comuni, prescindendo da ogni rischio derivante dall’aggravarsi dei cambiamenti climatici e sdoganando la densificazione e la rigenerazione urbana con ingenti premialità di superfici e cubature invocando l’alibi del consumo di suolo zero solo come paravento alle peggiori massicce urbanizzazioni proposte soprattutto dai privati. La Legge regionale n. 5/2024 è il risultato di sistematiche azioni di smantellamento del processo di pianificazione fondato prioritariamente dalla valutazione della sostenibilità ambientale all’impatto antropico che già con la Legge regionale n. 13 del 2022 fissava i principi di una rigenerazione urbana che stravolge le relazioni e le qualità degli spazi urbani traducendo l’esigenza dell’efficientamento energetico o la riqualificazione strutturale degli edifici con premialità di superfici e cubature nella tendenza acquisita della densificazione urbana. Il risvolto drammatico di un’urbanistica che cancella completamente decenni di sforzi politici rivolti al riequilibrio regionale tra la concentrazione senza sviluppo della fascia costiera e della Città Metropolitana di Napoli e la desertificazione incessante delle aree interne è l’imminente azione dell’industria del mattone che riemergerà senza capacità di contenimento da parte degli uffici preposti e le soprintendenze soprattutto a Napoli e nella Città Metropolitana stessa e nelle aree di particolare interesse fondiario come l’area orientale di Napoli, Bagnoli, lo stesso Centro storico per quanto patrimonio mondiale dell’UNESCO e ogni spazio che può essere riconvertito in nuova residenzialità nel perimetro più appetibile della Regione e a più alto rischio permanente sismico, vulcanico e bradisismico permanente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


