Da sempre i Campi Flegrei hanno suggerito ricerche di archeologia. Antichissime architetture consumate dal tempo in riva al mare, memorie mitologiche, l'idea di luogo virgiliano, hanno suggerito nel tempo studi sull'antico alimentando una produzione critica con salde radici nell'Umanesimo del XV secolo. Una fortuna critica che non conosce sosta e lega i primi disegni delle rotonde termali di Pozzuoli e Baia di Giuliano da Sangallo alle incisioni settecentesche di Paolo Antonio Paoli o ai disegni delle vestigia flegree di un Fragonard e di un Robert e questi alle appassionate campagne archeologiche di Amedeo Maiuri e ai più recenti aggiornamneti archeologici sul rione Terra di Pozzuoli. Il volume descrive un'altra storia: quella volta all'immagine del paesaggio flegreo costruita nello specchio delle idee e delle suggestioni evocate dalla geografia di Virgilio nella cultura europea. E' il racconto dell'incanto evocato dal paesaggio dei Campi Ardenti, una fonte ineasuribile di immagini dove, attraverso il tempo e il filtro delle differenti culture della rappresentazione, la storia contempera il mito, la realtà l'immagine. Ma i Campi Flegrei, ancor prima di concretarsi come eccezionale exemplum di Naturae et Artis, o come metafora del locus amoenus o arcadico, o di aprirsi allo sguardo rapito o disincantato dell'artista e del viaggiatore di ogni tempo , rivelano la propria identità di luogo della mente, la cui immagine più autentica, al di là dell'antico e dell'evidenza dello straordinario paesaggio, emerge da una dimensione sotterranea, da un luogo ctonio paradossalmente non visibile. Il vastissimo repertorio di rappresentazioni, dalle miniature medievali alle cartoline-souvenir, documento della costante attenzione colta per il paesaggio flegreo, appartiene pertanto a un immaginario collettivo ambiguo, tutto da intepretare, che spinge l'espressione figurativa oltre la pura annotazione della realtà, cercando di dar forma, di 'raffigurare', l'Antico, il Mito, la Natura, le infinite mirabilia della vita e degli uomini.
Il paesaggio dei Campi Flegrei. Realtà e metafora / DI LIELLO, Salvatore. - STAMPA. - (2005).
Il paesaggio dei Campi Flegrei. Realtà e metafora
DI LIELLO, SALVATORE
2005
Abstract
Da sempre i Campi Flegrei hanno suggerito ricerche di archeologia. Antichissime architetture consumate dal tempo in riva al mare, memorie mitologiche, l'idea di luogo virgiliano, hanno suggerito nel tempo studi sull'antico alimentando una produzione critica con salde radici nell'Umanesimo del XV secolo. Una fortuna critica che non conosce sosta e lega i primi disegni delle rotonde termali di Pozzuoli e Baia di Giuliano da Sangallo alle incisioni settecentesche di Paolo Antonio Paoli o ai disegni delle vestigia flegree di un Fragonard e di un Robert e questi alle appassionate campagne archeologiche di Amedeo Maiuri e ai più recenti aggiornamneti archeologici sul rione Terra di Pozzuoli. Il volume descrive un'altra storia: quella volta all'immagine del paesaggio flegreo costruita nello specchio delle idee e delle suggestioni evocate dalla geografia di Virgilio nella cultura europea. E' il racconto dell'incanto evocato dal paesaggio dei Campi Ardenti, una fonte ineasuribile di immagini dove, attraverso il tempo e il filtro delle differenti culture della rappresentazione, la storia contempera il mito, la realtà l'immagine. Ma i Campi Flegrei, ancor prima di concretarsi come eccezionale exemplum di Naturae et Artis, o come metafora del locus amoenus o arcadico, o di aprirsi allo sguardo rapito o disincantato dell'artista e del viaggiatore di ogni tempo , rivelano la propria identità di luogo della mente, la cui immagine più autentica, al di là dell'antico e dell'evidenza dello straordinario paesaggio, emerge da una dimensione sotterranea, da un luogo ctonio paradossalmente non visibile. Il vastissimo repertorio di rappresentazioni, dalle miniature medievali alle cartoline-souvenir, documento della costante attenzione colta per il paesaggio flegreo, appartiene pertanto a un immaginario collettivo ambiguo, tutto da intepretare, che spinge l'espressione figurativa oltre la pura annotazione della realtà, cercando di dar forma, di 'raffigurare', l'Antico, il Mito, la Natura, le infinite mirabilia della vita e degli uomini.File | Dimensione | Formato | |
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