Nell'editoriale del n° 1/1991 della rivista quadrimestrale del Dipartimento di Ingegneria Edile "EDILIZIA - progetto, costruzione, gestione", Renato Iovino metteva in evidenza che: "Con il 2001 tutte le Università italiane attiveranno una riforma che, a ben vedere, costituisce una vera e propria rivoluzione nel modello formativo dei nostri laureati. I giovani che si iscrivono all’Università nel 2001, infatti, potranno conseguire il titolo accademico dopo aver seguito un iter formativo di tre anni. Dopo anni di discussioni, di riunioni, di tavole più o meno rotonde, di seminari di studio, sulle ipotesi di un nuovo modello formativo, il tre più due, il quattro più due, l’organizzazione ad Y che prevedeva una doppia strutturazione dell’ultimo anno del triennio per consentire sia una uscita secca dopo tre anni di studio sia la possibilità di continuare con un biennio finale, la riforma universitaria si è attestata sul modello 3+2+3: dopo un triennio di studi si consegue la laurea, con il biennio successivo si consegue una laurea specialistica, con l’ultimo triennio si consegue il master. (...) Con il prossimo anno accademico le Scuole di ingegneria saranno chiamate ad onorare la sfida che la società italiana ha lanciato: immettere nel mondo del lavoro tecnici laureati già all’età di 21 anni e non più all’età di 24-26 anni (a volte anche oltre). La sfida potrà essere onorata soltanto se il corpo docente sarà pronto a correggere in corso d’opera eventuali sviste o errori di impostazione nei curricula che sono stati predisposti per il nuovo iter formativo. Occorre, pertanto, che tutti siano pronti a rinnovare completamente il modo di fare docenza riesaminando criticamente i contenuti dei “vecchi” insegnamenti, a porsi in maniera innovativa verso i nostri giovani studenti, a pensare il momento dell’esame non più come l’occasione per dare un “voto” ma come l’occasione per verificare sia l’apprendimento dell’allievo che la qualità dell’insegnamento impartito, a dedicare maggior tempo ed impegno al rapporto extra cattedra con l’allievo." L'esigenza di rinnovare il modo di fare didattica, auspicato dal mio direttore, mi ha spinto a riflettere sul modo e sui mezzi a mia disposizione per dare un contributo, piccolo ma significativo, all'apprendimento di Architettura Tecnica 1 da parte dei miei giovanissimi allievi del primo anno del corso triennale di Ingegneria Edile. Ho pensato, pertanto, che un mezzo idoneo fosse la "rete", tra l'altro così familiare ai nostri giovani del terzo millennio, ed ho quindi deciso di pubblicare sul sito del Dipartimento di Ingegneria Edile, una serie di slide che costituissero una guida per seguire le mie lezioni di Architettura Tecnica 1. L'obiettivo di questa iniziativa è stato quello di consentire agli allievi di prendere coscienza dei contenuti delle singole lezioni già prima che la lezione stessa sia sviluppata ex-cattedra. In questo modo la lezione, oltre ad essere il momento didattico durante il quale il docente riversa sugli allievi contenuti culturali, potrà diventare l'occasione per una partecipazione attiva all'apprendimento che vede coinvolti non solo il docente ma anche gli allievi. Per rispondere poi alle richieste di tutti quegli allievi ancora romanticamente legati al supporto cartaceo, insieme al prof. Renato Iovino, abbiamo deciso di dare alle stampe gli slide delle lezioni, opportunamente commentati, sia di Architettura Tecnica 1 che di Architettura Tecnica 2 sotto forma di Fascicoli di Architettura Tecnica. Certamente sia gli slide in rete che i Fascicoli di Architettura Tecnica non sostituiscono le lezioni ma possono costituire, mi auguro, un supporto didattico significativo.

I codici stile dell'Architettura Contemporanea / Fascia, Flavia. - STAMPA. - 1:(2004), pp. 1-120.

I codici stile dell'Architettura Contemporanea

FASCIA, FLAVIA
2004

Abstract

Nell'editoriale del n° 1/1991 della rivista quadrimestrale del Dipartimento di Ingegneria Edile "EDILIZIA - progetto, costruzione, gestione", Renato Iovino metteva in evidenza che: "Con il 2001 tutte le Università italiane attiveranno una riforma che, a ben vedere, costituisce una vera e propria rivoluzione nel modello formativo dei nostri laureati. I giovani che si iscrivono all’Università nel 2001, infatti, potranno conseguire il titolo accademico dopo aver seguito un iter formativo di tre anni. Dopo anni di discussioni, di riunioni, di tavole più o meno rotonde, di seminari di studio, sulle ipotesi di un nuovo modello formativo, il tre più due, il quattro più due, l’organizzazione ad Y che prevedeva una doppia strutturazione dell’ultimo anno del triennio per consentire sia una uscita secca dopo tre anni di studio sia la possibilità di continuare con un biennio finale, la riforma universitaria si è attestata sul modello 3+2+3: dopo un triennio di studi si consegue la laurea, con il biennio successivo si consegue una laurea specialistica, con l’ultimo triennio si consegue il master. (...) Con il prossimo anno accademico le Scuole di ingegneria saranno chiamate ad onorare la sfida che la società italiana ha lanciato: immettere nel mondo del lavoro tecnici laureati già all’età di 21 anni e non più all’età di 24-26 anni (a volte anche oltre). La sfida potrà essere onorata soltanto se il corpo docente sarà pronto a correggere in corso d’opera eventuali sviste o errori di impostazione nei curricula che sono stati predisposti per il nuovo iter formativo. Occorre, pertanto, che tutti siano pronti a rinnovare completamente il modo di fare docenza riesaminando criticamente i contenuti dei “vecchi” insegnamenti, a porsi in maniera innovativa verso i nostri giovani studenti, a pensare il momento dell’esame non più come l’occasione per dare un “voto” ma come l’occasione per verificare sia l’apprendimento dell’allievo che la qualità dell’insegnamento impartito, a dedicare maggior tempo ed impegno al rapporto extra cattedra con l’allievo." L'esigenza di rinnovare il modo di fare didattica, auspicato dal mio direttore, mi ha spinto a riflettere sul modo e sui mezzi a mia disposizione per dare un contributo, piccolo ma significativo, all'apprendimento di Architettura Tecnica 1 da parte dei miei giovanissimi allievi del primo anno del corso triennale di Ingegneria Edile. Ho pensato, pertanto, che un mezzo idoneo fosse la "rete", tra l'altro così familiare ai nostri giovani del terzo millennio, ed ho quindi deciso di pubblicare sul sito del Dipartimento di Ingegneria Edile, una serie di slide che costituissero una guida per seguire le mie lezioni di Architettura Tecnica 1. L'obiettivo di questa iniziativa è stato quello di consentire agli allievi di prendere coscienza dei contenuti delle singole lezioni già prima che la lezione stessa sia sviluppata ex-cattedra. In questo modo la lezione, oltre ad essere il momento didattico durante il quale il docente riversa sugli allievi contenuti culturali, potrà diventare l'occasione per una partecipazione attiva all'apprendimento che vede coinvolti non solo il docente ma anche gli allievi. Per rispondere poi alle richieste di tutti quegli allievi ancora romanticamente legati al supporto cartaceo, insieme al prof. Renato Iovino, abbiamo deciso di dare alle stampe gli slide delle lezioni, opportunamente commentati, sia di Architettura Tecnica 1 che di Architettura Tecnica 2 sotto forma di Fascicoli di Architettura Tecnica. Certamente sia gli slide in rete che i Fascicoli di Architettura Tecnica non sostituiscono le lezioni ma possono costituire, mi auguro, un supporto didattico significativo.
2004
9788888141688
I codici stile dell'Architettura Contemporanea / Fascia, Flavia. - STAMPA. - 1:(2004), pp. 1-120.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/115999
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