I cinque studi che compongono il volume tentano di mostrare, attraverso la disanima di alcuni testi filosofici e letterari, che è possibile, per il filosofo e per la sua pratica di sapere, una volta abbandonata la posizione panoramica del soggetto epistemico e acquisita la condizione di un soggetto esitante, che non si rinchiude nella definizione esclusiva ed escludente con cui solitamente abita il mondo ma si apre invece al mondo(dell’)eventuale pregno di sorprese e di ‘cose-mai-viste’, di posizionarsi e trattenersi, come scriveva Merleau-Ponty, «nel punto in cui si effettua il passaggio del sé nel mondo e nell’altro, all’incrocio delle vie», diventando in tal modo, finalmente e definitivamente, un soggetto al mondo. Non più solitari e paurosi, la filosofia e il filosofo che la esercita tornano ad essere e a significare il proprio modo di essere e la propria pratica peculiare come un’interrogazione inquieta e infinita – unica postazione, questa, che consente, alla filosofia e al filosofo, di cogliere, più che il significato disincarnato del mondo-là-fuori e aldilà di un significato attraverso cui il mondo non si vede più, il senso infinitamente polimorfo e molteplice che attraversa da sempre il ‘mondo’ e ogni interrogante, ovvero di tornare a riabitare un mondo vero abitato da donne e uomini, cose e animali, piante e cieli, il solo e unico mondo che conosciamo.
Soggetti al mondo. Cinque studi filosofici / Papparo, FELICE CIRO. - STAMPA. - (2005).
Soggetti al mondo. Cinque studi filosofici
PAPPARO, FELICE CIRO
2005
Abstract
I cinque studi che compongono il volume tentano di mostrare, attraverso la disanima di alcuni testi filosofici e letterari, che è possibile, per il filosofo e per la sua pratica di sapere, una volta abbandonata la posizione panoramica del soggetto epistemico e acquisita la condizione di un soggetto esitante, che non si rinchiude nella definizione esclusiva ed escludente con cui solitamente abita il mondo ma si apre invece al mondo(dell’)eventuale pregno di sorprese e di ‘cose-mai-viste’, di posizionarsi e trattenersi, come scriveva Merleau-Ponty, «nel punto in cui si effettua il passaggio del sé nel mondo e nell’altro, all’incrocio delle vie», diventando in tal modo, finalmente e definitivamente, un soggetto al mondo. Non più solitari e paurosi, la filosofia e il filosofo che la esercita tornano ad essere e a significare il proprio modo di essere e la propria pratica peculiare come un’interrogazione inquieta e infinita – unica postazione, questa, che consente, alla filosofia e al filosofo, di cogliere, più che il significato disincarnato del mondo-là-fuori e aldilà di un significato attraverso cui il mondo non si vede più, il senso infinitamente polimorfo e molteplice che attraversa da sempre il ‘mondo’ e ogni interrogante, ovvero di tornare a riabitare un mondo vero abitato da donne e uomini, cose e animali, piante e cieli, il solo e unico mondo che conosciamo.File | Dimensione | Formato | |
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