Dottorato di Ricerca in Progettazione Urbana XV ciclo La tesi di dottorato di Ida Palumbo si inserisce all’interno di un ambito di ricerca che, ormai da oltre un decennio, (come segnala l’ampia bibliografia che la tesi individua come riferimento) prova a leggere le infrastrutture viarie, ed in particolare le ferrovie, come un elemento significativo dell’architettura della città contemporanea. All’interno di questo ambito, la ricerca propone un’utile articolazione della riflessione sul rapporto tra ferrovia e città, operando una distinzione tra le diverse “tipologie” di linee ferrate – linee di lunga percorrenza, linee locali, linee metropolitane - e ragionando sui diversi modi con cui esse stabiliscono rapporti con la struttura urbana, attraversandola da un lato e dall’altro individuando dei punti “notevoli” segnati dalla localizzazione delle stazioni. Questa distinzione serve ad identificare con precisione il tema della ricerca che si concentra in particolare sullo studio di alcune linee ferroviarie dotate di caratteri specifici nel tentativo di giungere ad una definizione di ferrovia urbana. Attraverso una serie di accurate argomentazioni, la ricerca sottolinea con forza che l’aggettivazione indica non solo una qualificazione “logistica”, ma anche e soprattutto una qualificazione “sostanziale”: la ferrovia urbana è una ferrovia, che ha, o vuole avere, dei caratteri di “urbanità”, e lo fa manifestando un suo specifico “carattere” architettonico e qualificando le sue relazioni con la città e con il paesaggio che attraversa “con cura”. L’ipotesi affascinante che la ricerca tende a dimostrare, soprattutto attraverso l’analisi dei casi studio, è che nel leggere l’architettura delle ferrovie “urbane” si possa da un lato risalire all’“ame de la ligne”, cogliere le relazioni interne che gli elementi della ferrovia stabiliscono tra loro – viene sottolineata ad esempio la similitudine tra le piccole stazioni che ne segnano il ritmo o la qualificazione delle cosiddette “opere d’arte” che ne ritmano il tracciato; dall’altro cogliere la loro specifica capacità di collaborare alla definizione di una particolare “idea di città” – elaborata a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando questo tipo di ferrovia acquista una significativa diffusione. In tal senso, il caso “esemplare” che la ricerca individua – offrendone una accurata lettura - è quello della ferrovia urbana progettata da Wagner per Vienna: esemplare per la sua capacità di proporre un’architettura della “linea”, oltre che delle “stazioni” e per il suo intelligente protagonismo nella definizione della dimensione, della struttura e della forma della Grossstadt austriaca. La parte sperimentale della ricerca si concentra sul sistema delle ferrovie urbane napoletane, particolarmente ricco e articolato, e più specificamente sulla ferrovia Cumana che, partendo dal centro storico della città di Napoli, si allunga nell’area flegrea. La Cumana viene scelta perché considerata anch’essa “esemplare” rispetto alle questioni poste dalla ricerca ma anche perché ancora una volta, come è già accaduto in passato, potrebbe essere destinata a contribuire ad un processo di trasformazione di notevole significato che riguarda la zona di Bagnoli, ex-area industriale richiamata ad un destino terziario, turistico e di loisir. La ricerca dimostra, avvalendosi di un’ampia documentazione archivistica in gran parte inedita, come e quanto la Cumana abbia partecipato, fin dalle fasi iniziali della sua costruzione alla definizione di un’idea di città; come e quanto abbia segnato, con la presenza delle sue stazioni, i luoghi centrali dell’area flegrea; come e quanto abbia contribuito a chiarire, con il suo andamento e con la sua architettura, la doppia anima, turistica ed industriale, dell’area flegrea che attraversa e riammaglia rispettandone la geografia e la natura “geologica”; e sembra concludere il suo percorso - coerentemente strutturato, accuratamente documentato e ricco di sollecitazioni - con un richiamo a non trascurare il ruolo che questa ferrovia, con la sua “ame”, con la sua architettura e con la sua storica capacità di partecipare alla strutturazione dei luoghi, potrebbe svolgere anche nell’ambito della complessa sistemazione dell’area di Bagnoli.

L’architettura delle infrastrutture: la ferrovia urbana / Amirante, Roberta. - (2004).

L’architettura delle infrastrutture: la ferrovia urbana

AMIRANTE, ROBERTA
2004

Abstract

Dottorato di Ricerca in Progettazione Urbana XV ciclo La tesi di dottorato di Ida Palumbo si inserisce all’interno di un ambito di ricerca che, ormai da oltre un decennio, (come segnala l’ampia bibliografia che la tesi individua come riferimento) prova a leggere le infrastrutture viarie, ed in particolare le ferrovie, come un elemento significativo dell’architettura della città contemporanea. All’interno di questo ambito, la ricerca propone un’utile articolazione della riflessione sul rapporto tra ferrovia e città, operando una distinzione tra le diverse “tipologie” di linee ferrate – linee di lunga percorrenza, linee locali, linee metropolitane - e ragionando sui diversi modi con cui esse stabiliscono rapporti con la struttura urbana, attraversandola da un lato e dall’altro individuando dei punti “notevoli” segnati dalla localizzazione delle stazioni. Questa distinzione serve ad identificare con precisione il tema della ricerca che si concentra in particolare sullo studio di alcune linee ferroviarie dotate di caratteri specifici nel tentativo di giungere ad una definizione di ferrovia urbana. Attraverso una serie di accurate argomentazioni, la ricerca sottolinea con forza che l’aggettivazione indica non solo una qualificazione “logistica”, ma anche e soprattutto una qualificazione “sostanziale”: la ferrovia urbana è una ferrovia, che ha, o vuole avere, dei caratteri di “urbanità”, e lo fa manifestando un suo specifico “carattere” architettonico e qualificando le sue relazioni con la città e con il paesaggio che attraversa “con cura”. L’ipotesi affascinante che la ricerca tende a dimostrare, soprattutto attraverso l’analisi dei casi studio, è che nel leggere l’architettura delle ferrovie “urbane” si possa da un lato risalire all’“ame de la ligne”, cogliere le relazioni interne che gli elementi della ferrovia stabiliscono tra loro – viene sottolineata ad esempio la similitudine tra le piccole stazioni che ne segnano il ritmo o la qualificazione delle cosiddette “opere d’arte” che ne ritmano il tracciato; dall’altro cogliere la loro specifica capacità di collaborare alla definizione di una particolare “idea di città” – elaborata a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando questo tipo di ferrovia acquista una significativa diffusione. In tal senso, il caso “esemplare” che la ricerca individua – offrendone una accurata lettura - è quello della ferrovia urbana progettata da Wagner per Vienna: esemplare per la sua capacità di proporre un’architettura della “linea”, oltre che delle “stazioni” e per il suo intelligente protagonismo nella definizione della dimensione, della struttura e della forma della Grossstadt austriaca. La parte sperimentale della ricerca si concentra sul sistema delle ferrovie urbane napoletane, particolarmente ricco e articolato, e più specificamente sulla ferrovia Cumana che, partendo dal centro storico della città di Napoli, si allunga nell’area flegrea. La Cumana viene scelta perché considerata anch’essa “esemplare” rispetto alle questioni poste dalla ricerca ma anche perché ancora una volta, come è già accaduto in passato, potrebbe essere destinata a contribuire ad un processo di trasformazione di notevole significato che riguarda la zona di Bagnoli, ex-area industriale richiamata ad un destino terziario, turistico e di loisir. La ricerca dimostra, avvalendosi di un’ampia documentazione archivistica in gran parte inedita, come e quanto la Cumana abbia partecipato, fin dalle fasi iniziali della sua costruzione alla definizione di un’idea di città; come e quanto abbia segnato, con la presenza delle sue stazioni, i luoghi centrali dell’area flegrea; come e quanto abbia contribuito a chiarire, con il suo andamento e con la sua architettura, la doppia anima, turistica ed industriale, dell’area flegrea che attraversa e riammaglia rispettandone la geografia e la natura “geologica”; e sembra concludere il suo percorso - coerentemente strutturato, accuratamente documentato e ricco di sollecitazioni - con un richiamo a non trascurare il ruolo che questa ferrovia, con la sua “ame”, con la sua architettura e con la sua storica capacità di partecipare alla strutturazione dei luoghi, potrebbe svolgere anche nell’ambito della complessa sistemazione dell’area di Bagnoli.
2004
L’architettura delle infrastrutture: la ferrovia urbana / Amirante, Roberta. - (2004).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/310814
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