In “Azione Organizzativa e Cultura” Luigi Maria Sicca conduce un’analisi di campo, presso una prestigiosa istituzione del nostro paese e da decenni ben visibile ed apprezzata sul piano internazionale: l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Ne deriva una riflessione teorica robusta ancorata alla lettura dell’organizzazione come “processo dinamico di strutturazione”, con temi ben noti all’esperienza degli studi organizzativi, ma che trovano qui occasione di rilettura stimolante ed originale: come rapportare, nello specifico di un’istituzione culturale il fare cultura con l’ essere una cultura? in quale misura e con quali esiti una piccola organizzazione si confronta con una grande e complessa rete ambientale? come essa riesce a conservare l’ imprinting culturale proprio e gestire processi di cambiamento e adattamento inevitabili? quale rapporto può essere definito e compreso tra l’azione organizzativa (emergente dall’analisi longitudinale svolta dal caso) con tracciati (talvolta più lontani e tenui) di azione meta-organizzativa, rinvenibili antecedentemente ed esternamente alla realtà “organizzativa” in senso stretto, ma nondimeno centrali e fondamentali per l’impatto sul successivo processo di strutturazione? Da questi interrogativi Luigi Maria Sicca, forte di un profondo bagaglio di informazioni e osservazioni maturate nell’opera di costruzione del caso, parte per sviluppare un articolato e suggestivo set di riflessioni puntuali, unite alla discussione di ipotesi interpretative, ed avvalendosi, oltre che di una attenta capacità di analisi ed elaborazione, anche di una narrazione ben congegnata e stimolante alla lettura. Il lavoro si articola in tre capitoli: il capitolo 1 ha una funzione di impostazione di “metodologia della ricerca”, non proposta tanto, però, come excursus dei principi quanto – piuttosto – come “caso” di metodologia, in cui vengono narrati in modo diretto (come all’interno di un “confessionale”) il travaglio e gli entusiasmi che hanno caratterizzato il tempo dell’osservazione partecipante, principale metodologia seguita nel lavoro. Il lavoro teorico continua nel capitolo successivo, ma con specifico riferimento ad una linea di pensiero che lega alcuni padri fondatori dell’organizzazione da Parsons, a Weber, a Barnard, a Simon fino ed oltre Thompson. Entro questa cornice Sicca mette in evidenza tre problemi chiave che saranno poi ripresi sul terreno empirico nel capitolo 3. Innanzitutto il rapporto organizzazione-ambiente ed i suoi potenziali di declinabilità attraverso le logiche dell’analisi longitudinale; in secondo luogo il problema della complessità che ruota intorno ad un coefficiente dato dalla variabilità strutturale dell’azione organizzativa vissuta da un’organizzazione estremamente piccola. In terzo luogo la trattazione argomenta il significato delle organizzazioni come ambiti di produzione culturale in una triplice accezione di “riconoscersi” in una cultura; di “essere” una cultura e di avere “una” cultura. L’ultimo capitolo “rappresenta” il confronto con i materiali empirici acquisiti attraverso la ricerca sul campo: un altro “caso” potremmo dire, che però può essere letto e compreso solo attraverso la lettura dell’opera nella sua unitarietà. In chiave longitudinale il “tempo”, messo sotto la lente del ricercatore, viene scandito in tre “drammi” ed altrettante “routine” organizzative: anche la drammatizzazione degli eventi emerge dalla narrazione stessa degli attori organizzativi coinvolti, entrando nel vivo della vicenda organizzativa dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Nel corso della lettura emergono via via le possibili risposte agli interrogativi di ricerca posti inizialmente da Luigi Maria Sicca e le ipotesi interpretative che ne discendono contribuiscono ad aprire interessanti squarci interpretativi per una riflessione che si rivela ricca di stimoli e suggestioni di grande interesse.
"Azione organizzativa e cultura: il caso istituto italiano per gli studi filosofici" / Sicca, LUIGI MARIA. - STAMPA. - (2006).
"Azione organizzativa e cultura: il caso istituto italiano per gli studi filosofici"
SICCA, LUIGI MARIA
2006
Abstract
In “Azione Organizzativa e Cultura” Luigi Maria Sicca conduce un’analisi di campo, presso una prestigiosa istituzione del nostro paese e da decenni ben visibile ed apprezzata sul piano internazionale: l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Ne deriva una riflessione teorica robusta ancorata alla lettura dell’organizzazione come “processo dinamico di strutturazione”, con temi ben noti all’esperienza degli studi organizzativi, ma che trovano qui occasione di rilettura stimolante ed originale: come rapportare, nello specifico di un’istituzione culturale il fare cultura con l’ essere una cultura? in quale misura e con quali esiti una piccola organizzazione si confronta con una grande e complessa rete ambientale? come essa riesce a conservare l’ imprinting culturale proprio e gestire processi di cambiamento e adattamento inevitabili? quale rapporto può essere definito e compreso tra l’azione organizzativa (emergente dall’analisi longitudinale svolta dal caso) con tracciati (talvolta più lontani e tenui) di azione meta-organizzativa, rinvenibili antecedentemente ed esternamente alla realtà “organizzativa” in senso stretto, ma nondimeno centrali e fondamentali per l’impatto sul successivo processo di strutturazione? Da questi interrogativi Luigi Maria Sicca, forte di un profondo bagaglio di informazioni e osservazioni maturate nell’opera di costruzione del caso, parte per sviluppare un articolato e suggestivo set di riflessioni puntuali, unite alla discussione di ipotesi interpretative, ed avvalendosi, oltre che di una attenta capacità di analisi ed elaborazione, anche di una narrazione ben congegnata e stimolante alla lettura. Il lavoro si articola in tre capitoli: il capitolo 1 ha una funzione di impostazione di “metodologia della ricerca”, non proposta tanto, però, come excursus dei principi quanto – piuttosto – come “caso” di metodologia, in cui vengono narrati in modo diretto (come all’interno di un “confessionale”) il travaglio e gli entusiasmi che hanno caratterizzato il tempo dell’osservazione partecipante, principale metodologia seguita nel lavoro. Il lavoro teorico continua nel capitolo successivo, ma con specifico riferimento ad una linea di pensiero che lega alcuni padri fondatori dell’organizzazione da Parsons, a Weber, a Barnard, a Simon fino ed oltre Thompson. Entro questa cornice Sicca mette in evidenza tre problemi chiave che saranno poi ripresi sul terreno empirico nel capitolo 3. Innanzitutto il rapporto organizzazione-ambiente ed i suoi potenziali di declinabilità attraverso le logiche dell’analisi longitudinale; in secondo luogo il problema della complessità che ruota intorno ad un coefficiente dato dalla variabilità strutturale dell’azione organizzativa vissuta da un’organizzazione estremamente piccola. In terzo luogo la trattazione argomenta il significato delle organizzazioni come ambiti di produzione culturale in una triplice accezione di “riconoscersi” in una cultura; di “essere” una cultura e di avere “una” cultura. L’ultimo capitolo “rappresenta” il confronto con i materiali empirici acquisiti attraverso la ricerca sul campo: un altro “caso” potremmo dire, che però può essere letto e compreso solo attraverso la lettura dell’opera nella sua unitarietà. In chiave longitudinale il “tempo”, messo sotto la lente del ricercatore, viene scandito in tre “drammi” ed altrettante “routine” organizzative: anche la drammatizzazione degli eventi emerge dalla narrazione stessa degli attori organizzativi coinvolti, entrando nel vivo della vicenda organizzativa dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Nel corso della lettura emergono via via le possibili risposte agli interrogativi di ricerca posti inizialmente da Luigi Maria Sicca e le ipotesi interpretative che ne discendono contribuiscono ad aprire interessanti squarci interpretativi per una riflessione che si rivela ricca di stimoli e suggestioni di grande interesse.File | Dimensione | Formato | |
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