L’intera logica di questo studio discende da un paradigma di partenza estremamente chiaro nelle sue premesse quanto nelle sue ultime conseguenze: analizzare sociologicamente i problemi sociali significa, irrinunciabilmente e soprattutto, analizzare i processi dinamici attraverso i quali essi vengono a definirsi culturalmente, e dunque non necessariamente “oggettivamente”, come tali. In questa formulazione i problemi sociali sono riconcettualizzati in termini discorsivi, interazionali, comunicativi; poiché essi non sono affrontati nella dimensione tecnica loro propria, bensì lo specifico oggetto dell’analisi è costituito dal processo attraverso cui condizioni sociali oggettive e oggettivamente misurabili divengono o non divengono problemi socialmente avvertiti e rilevanti, e dal complesso di urgenze e priorità d’azione che ne discendono e si strutturano socialmente. Insomma: lo studio sociale dei problemi è lo studio della costruzione sociale della realtà . La comprensione del mutamento non può essere effettiva se non prende in seria considerazione il livello di Life Satisfaction, misurato per mezzo di specifici indicatori. Questa posizione, solo alcuni decenni fa decisamente eterodossa, si è andata via via affermando nella mainstream sociology, a partire dai lavori degli anni ’70 di Campbell e Convers , in cui si argomentava convincentemente che lo studio degli stati psico-sociali (attitudini, aspettative, aspirazioni e valori) della popolazione è indispensabile per l’analisi del mutamento sociale e della qualità della vita. In questo approccio gli indicatori sociali sono impiegati per misurare la soddisfazione psicologica, attraverso strumenti d’inchiesta capaci di decifrare la realtà soggettiva in cui le persone vivono. Il risultato può essere indicato come livello di benessere soggettivo collettivo.
Campagna di ascolto della città di Napoli / Siciliano, Roberta. - (2007).
Campagna di ascolto della città di Napoli
SICILIANO, ROBERTA
2007
Abstract
L’intera logica di questo studio discende da un paradigma di partenza estremamente chiaro nelle sue premesse quanto nelle sue ultime conseguenze: analizzare sociologicamente i problemi sociali significa, irrinunciabilmente e soprattutto, analizzare i processi dinamici attraverso i quali essi vengono a definirsi culturalmente, e dunque non necessariamente “oggettivamente”, come tali. In questa formulazione i problemi sociali sono riconcettualizzati in termini discorsivi, interazionali, comunicativi; poiché essi non sono affrontati nella dimensione tecnica loro propria, bensì lo specifico oggetto dell’analisi è costituito dal processo attraverso cui condizioni sociali oggettive e oggettivamente misurabili divengono o non divengono problemi socialmente avvertiti e rilevanti, e dal complesso di urgenze e priorità d’azione che ne discendono e si strutturano socialmente. Insomma: lo studio sociale dei problemi è lo studio della costruzione sociale della realtà . La comprensione del mutamento non può essere effettiva se non prende in seria considerazione il livello di Life Satisfaction, misurato per mezzo di specifici indicatori. Questa posizione, solo alcuni decenni fa decisamente eterodossa, si è andata via via affermando nella mainstream sociology, a partire dai lavori degli anni ’70 di Campbell e Convers , in cui si argomentava convincentemente che lo studio degli stati psico-sociali (attitudini, aspettative, aspirazioni e valori) della popolazione è indispensabile per l’analisi del mutamento sociale e della qualità della vita. In questo approccio gli indicatori sociali sono impiegati per misurare la soddisfazione psicologica, attraverso strumenti d’inchiesta capaci di decifrare la realtà soggettiva in cui le persone vivono. Il risultato può essere indicato come livello di benessere soggettivo collettivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.