Le neurotrofine rappresentano uno strumento potenzialmente molto prezioso per la terapia delle malattie neurodegenerative perché oltre a proteggere i neuroni dalla morte ne promuovono la rigenerazione, che rappresenta uno dei fenomeni biologici alla base dei processi di riabilitazione del paziente neurologico. Poiché l' impiego in terapia di tali molecole è reso difficile dalla loro scarsa tendenza a penetrare nel SNC, potrebbe essere importante identificare nuovi target molecolari responsabili dei loro effetti neuroprotettivi, e che possano costituire il bersaglio verso di nuovi farmaci dotati di un profilo farmacocinetico migliore di quello delle neurotrofine stesse. In tale contesto, ci proponiamo di esplorare l' ipotesi che l' NGF, la più studiata delle neurotrofine ad attività neuroprotettiva, attivi lo scambiatore sodio-calcio (NCX), un controtrasportatore che controlla le concentrazioni intracellulari degli ioni sodio e calcio in condizioni fisiologiche e patologiche e la cui attivazione ha effetti neuroprotettivi perché contribuisce ad attenuare le alterazioni ioniche responsabili della morte dei neuroni in risposta a diversi insulti. Poiché la protein chinasi Akt viene attivata dall' NGF ed è responsabile di molti dei suoi effetti neuroprotettivi, ci proponiamo di valutare il suo coinvolgimento nella regolazione dell’ espressione di NCX da parte dell’ NGF. Dati preliminari suggeriscono che NCX possa essere modulato dall’NGF e che esso partecipi a processi di differenziamento neuronale, quali l’ elongazione neuritica. Poiché tali fenomeni sono indotti anche dal trattamento con le neurotrofine, che sono in grado di accelerarli nel corso dei processi di rigenerazione neuronale che fanno seguito ad estesi danni neurologici quali le lesioni postischemiche cerebrali e i traumi spinali, ci proponiamo di esplorare se l’ effetto differenziativo delle neurotrofine, ed in particolare dell’ NGF, sia almeno in parte dipendente da una attivazione di NCX e che quindi potrebbe rappresentare un nuovo bersaglio di farmaci potenzialmente neuroprotettivi
Danno cellulare e recupero funzionale nel sistema nervoso centrale: implicazioni per la neuroriabilitazione / Annunziato, Lucio. - (2007).
Danno cellulare e recupero funzionale nel sistema nervoso centrale: implicazioni per la neuroriabilitazione
ANNUNZIATO, LUCIO
2007
Abstract
Le neurotrofine rappresentano uno strumento potenzialmente molto prezioso per la terapia delle malattie neurodegenerative perché oltre a proteggere i neuroni dalla morte ne promuovono la rigenerazione, che rappresenta uno dei fenomeni biologici alla base dei processi di riabilitazione del paziente neurologico. Poiché l' impiego in terapia di tali molecole è reso difficile dalla loro scarsa tendenza a penetrare nel SNC, potrebbe essere importante identificare nuovi target molecolari responsabili dei loro effetti neuroprotettivi, e che possano costituire il bersaglio verso di nuovi farmaci dotati di un profilo farmacocinetico migliore di quello delle neurotrofine stesse. In tale contesto, ci proponiamo di esplorare l' ipotesi che l' NGF, la più studiata delle neurotrofine ad attività neuroprotettiva, attivi lo scambiatore sodio-calcio (NCX), un controtrasportatore che controlla le concentrazioni intracellulari degli ioni sodio e calcio in condizioni fisiologiche e patologiche e la cui attivazione ha effetti neuroprotettivi perché contribuisce ad attenuare le alterazioni ioniche responsabili della morte dei neuroni in risposta a diversi insulti. Poiché la protein chinasi Akt viene attivata dall' NGF ed è responsabile di molti dei suoi effetti neuroprotettivi, ci proponiamo di valutare il suo coinvolgimento nella regolazione dell’ espressione di NCX da parte dell’ NGF. Dati preliminari suggeriscono che NCX possa essere modulato dall’NGF e che esso partecipi a processi di differenziamento neuronale, quali l’ elongazione neuritica. Poiché tali fenomeni sono indotti anche dal trattamento con le neurotrofine, che sono in grado di accelerarli nel corso dei processi di rigenerazione neuronale che fanno seguito ad estesi danni neurologici quali le lesioni postischemiche cerebrali e i traumi spinali, ci proponiamo di esplorare se l’ effetto differenziativo delle neurotrofine, ed in particolare dell’ NGF, sia almeno in parte dipendente da una attivazione di NCX e che quindi potrebbe rappresentare un nuovo bersaglio di farmaci potenzialmente neuroprotettiviI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.