IL POLICLINICO UMBERTO I DI ROMA. L’ARCHITETTURA DEI GIARDINI E DEL PAESAGGIO. La finalità e l’idea forza della sistemazione paesaggistica Con il progetto dell’architettura dei giardini e del paesaggio del Policlinico Umberto I di Roma si intende coniugare tre elementi emblematici: - La Forza della Natura; - Il Significato della Stratificazione Storica; - Le Ragioni della Comunità Contemporanea. Come possono alberi, arbusti e fiori, materia vivente, raccogliere e accompagnare la fragilità dell’esistenza umana nella sua permanente mutevolezza? Come una foresta millenaria può essere costituita da tutte piante giovani così la comunità umana procede nel suo incessante cammino attraverso il tempo, tra la nascita e la morte. Le cliniche rappresentano proprio quel luogo in cui la forza della natura, la vita, sfida e si misura in ogni attimo con il significato della memoria, il passato, che comunque permane nelle ragioni della collettività, il presente. Tre, dunque, i temi compositivi per la costruzione del paesaggio verde e dei giardini delle cliniche ma per raggiungere un solo scopo: avvolgere nelle cure e nella serenità ogni essere umano; proteggerlo dal tumulto e dal caos della città e generare un luogo la cui bellezza trascini nel godimento estetico e nella contemplazione della forza della natura e della vita come della permanenza dei significati dell’agire umano e della storia. In sintesi contraddire il senso che “la giungla urbana rende un’utopia il giardino”. I tre temi dominanti dell’architettura del paesaggio I tre temi dominanti dell’architettura del paesaggio delle cliniche si possono riassumere e far corrispondere ai seguenti tre sistemi di parchi e di giardini: La Forza della Natura, La vita, il cuore dell’organismo, I Boschi di Ficus e di Magnolie. Il Significato della Stratificazione Storica, La permanenza, la memoria e i segni del tempo, I Giardini Fioriti all’italiana, le rose antiche della tradizione e le intromissioni esotiche delle camelie. Le Ragioni della Comunità Contemporanea, Il decoro, la dignità e la qualità della vita e le soglie della sofferenza, del dolore e del disagio, Le Radure rosse di Aceri e resistenti di bambù e di malvarosa. I tre temi dominanti ed i rispettivi sistemi di parchi e di giardini sono, tuttavia, legati indissolubilmente nella permanente mutevolezza dell’esistenza e del percorso della vita dell’uomo. Il cammino dell’esistenza umana è il significato racchiuso nel nastro che lega i tre giardini delle cliniche ed è costituito dal grande Viale dei Tigli e del Glicine. La Forza della Natura. La vita, il cuore dell’organismo. I Boschi di Ficus e di Magnolie. Il grande “cuore verde” del parco è costituito dai due Boschi di Ficus e di Magnolie racchiusi dalle folte siepi aromatiche di Abelia e su manti erbosi di miscugli. Le essenze dominanti del Ficus magnoloides e della Magnolia grandiflora si alternano ad associazioni delle varietà e delle specie di alberi e di arbusti sempreverdi e a foglie decidue, delicati o rustici, e di piante rampicanti o striscianti, molto ornamentali e fiorite. La suggestione dell’elevato grado di naturalità del bosco è esaltata dalla baulatura delle ampie “zolle” e dalle ondulate movimentazioni di terra delle “colline artificiali” i cui percorsi sono tracciati con le siepi a portamento spontaneo di Ruscus. Il bosco di Ficus magnoloides e di Magnolia grandiflora, come si è detto, è composto da associazioni botaniche che si alternano alla specie dominanti: Ficus benjamina, che allo stato spontaneo può raggiungere le dimensioni di un grande albero, ha rami sottili, leggermente penduli e foglie ellittiche, acuminate all’apice. Il fogliame giovane è verde chiaro; quando le foglie invecchiano diventano verde scuro. Ficus carica nelle varietà sativa e caprificus, ovvero il domestico e quello spontaneo, tipico delle regioni meridionali e del bacino del Mediterraneo. Gli apparati radicali sono molto sviluppati, i rami grossi e le foglie grandi. Ficus elastica nelle varietà Decora, Doescheri, Schryveriana, Tricolor. Ficus radicans nella varietà Variegata. Ficus diversifolia o deltoidea. Ficus lyrata. Magnolia conspicua o denudata, arbusto rustico a crescita lenta, con foglie decidue, ovate. I fiori, bianchi, a forma di coppa sono profumati, sbocciano a marzo-aprile prima che compaiano le foglie. Magnolia liliflora dai fiori rosso-porpora che sbocciano da aprile a giugno e nelle varietà Nigra e Soulangena, Alexandrina, Lennei, Picture. Magnolia stellata nelle varietà Rosea, Royal Star. Magnolia macrophilla, con fioriture che sbocciano tra giugno e luglio. Magnolia sieboldii, salicifolia, wilsonii e obovata. Abelia grandiflora, chinensis, floribunda, triflora e schumannii. Il bosco di Ficus e di Magnolie è concepito come il “Monumento di Natura” e se in passato il giardino era “un pezzo di natura trasformato dalle più sofisticate tecniche agrarie” ed era separato dall’espace banal dal recinto, dal perimetro, oggi la diffusione dello spazio antropizzato ingloba la Natura in frammenti o monumenti. Alla città cinta da mura e immersa nello spazio naturale di un tempo si contrappone, oggi, la città-pianeta che racchiude in recinti “pezzi di natura”. Il Significato della Stratificazione Storica. La permanenza, la memoria e i segni del tempo. I Giardini Fioriti all’italiana, le rose antiche della tradizione e le intromissioni esotiche delle camelie. Il sistema dei giardini che circondano i padiglioni più antichi e per i quali è previsto il restauro, analogamente alle architetture, costituisce l’esempio emblematico di parterre ed aiuole fiorite in composizioni simmetriche e formali coniugate alle simmetrie dei reparti tardo ottocenteschi edilizi. La cura e la manutenzione dei giardini dell’asse composto dai padiglioni da restaurare è fondata sul principio rigoroso della conservazione degli assetti botanici e della natura che si è stratificata nel tempo ed è tuttora presente nell’area anche quando si tratta di essenze introdotte sporadicamente o in seguito a interventi di manutenzione del verde di tipo tecnico ma privi di una specifica intenzionalità progettuale o di restauro dell’insieme dei giardini. Con il progetto di restauro dei giardini, dunque, si intende fare affiorare lo splendore degli apparati vegetali tipici dei giardini italiani conservando le tracce della stratificazione storica che permane ancora sia nella configurazione delle aiuole e dei parterre che delle essenze presenti negli assetti botanici viventi. Gli interventi di cura e di manutenzione dei giardini saranno, dunque, interventi di potature, rimozione degli strati superficiali di terreno, apporto di nuovo terreno vegetale, baulatura delle aiuole, ammodernamento impiantistico e tecnologico per l’irrigazione e l’illuminazione dei giardini, semina dei manti erbosi, riqualificazione degli arredi per favorire la sosta e il godimento estetico dei luoghi. Gli interventi previsti sono, dunque, rivolti a conservare le tracce del tempo, le permanenze, i segni della stratificazione storica, in sintesi, custodire la memoria del passato. La memoria del passato, comunque, è sempre la radice del futuro e la rotta da seguire nel cammino dell’esistenza. Per le aiuole del padiglione centrale, infatti, gli assetti botanici sono integrati da due Tigli sul prospetto prospiciente la strada e da altri esemplari, disposti in doppio filare nelle aiuole interne con spalliere di Glicine come partenza del nastro che lega i tre sistemi dei giardini delle cliniche, ovvero Il Viale dei Tigli e del Glicine. I giardini storici, com’è noto, sono costituiti di materia vivente e, dunque, strettamente legati alla mutevolezza della natura, allo scorrere del tempo e delle stagioni. Gli assetti botanici possono anche dissolversi rapidamente e gli interventi di cura e di restauro devono essere rivolti soprattutto a tutelare l’intenzionalità progettuale di un dato tempo e gli ideali estetici che ne scaturiscono. I giardini italiani fioriti avevano nei Roseti la più esaltante espressione della bellezza della natura coniugata alle più sapenti tecniche agrarie e, tuttora, la varietà delle rose antiche consentono la realizzazione di assetti botanici e apparati vegetali di straordinarie valenze estetiche. I roseti previsti per la valorizzazione dei giardini da restaurare saranno composti principalmente dalle specie più antiche come la Rosa gallica, officinalis, canina, damascena, centifoglia ma anche dalle specie introdotte successivamente dall’Asia come la Rosa chinensis, semperflorens, odorata, gigantea, fino agli Ibridi di Tea e le più recenti del XX secolo di Rosa Floribunda a cespuglio, sarmentose e rampicanti. Le rose sono il simbolo della permanenza, coltivate fin dall’antichità, conosciute dai cinesi e dagli egiziani. I greci ed i romani coltivavano le rose per trarne anche oli essenziali per ottenere i profumi e gli unguenti. Per tale ragione i primi cristiani considerarono le rose il simbolo della lussuria e della degenerazione fino, però, a farlo diventare il fiore che simboleggia la figura di Maria e la purezza. I parterre dei roseti saranno progettati per valorizzare le associazioni di Rose Botaniche, Vecchie Rose, Ibridi di Tea, Ibridi di Floribunda, Rose a cespuglio moderne e Rose rampicanti e sarmentose. Inoltre se gli ibridi rifiorenti di rose garantiscono fioriture da maggio ad ottobre, i giardini, nel periodo invernale, saranno ornamentali per le fioriture delle Camelie. L’intromissione di tali essenze è suggerita per rievocare il gusto esotico di acclimatare piante proveniente da altre parti del mondo sia per ragioni scientifiche e produttive che per ragioni di carattere estetico. Le specie e le varietà delle Camelie japonica, reticulata, saluenensis, sasanqua, williamsii saranno associate per le varietà cromatiche in assonanza alle fioriture delle aiuole dei roseti e disposte prevalentemente nelle posizioni ombreggiate dei giardini. Le Ragioni della Comunità Contemporanea. Il decoro, la dignità e la qualità della vita e le soglie della sofferenza, del dolore e del disagio. Le Radure rosse di Aceri e resistenti di bambù e di malvarosa. I reparti per la degenza e le sale operatorie, progettati ex-novo, sono compresi nel settore tra il Bosco di Ficus e di Magnolie ed i Giardini Storici dei padiglioni antichi. L’area ha un relativo interesse di carattere archeologico, per cui gli assetti botanici previsti sono costituiti da essenze con apparati radicali superficiali e non di elevato pregio botanico, come, ad esempio, i cespugli di malvarosa, le associazioni di bambù e gli elementi isolati di Gynerium nelle varietà Argenteum e Roseo. Gli unici esemplari che si distinguono e contraddicono la tesi precedente per quanto attiene il pregio botanico sono gli Aceri con il fogliame rosso intenso in autunno nelle varietà ginnala, japonicum, palmatum, griseum, ed altre. Le quattro corti verdi racchiuse tra le nuove architetture dei reparti destinati alle degenze sono, dunque, costituite, prevalentemente da estesi e compatti cespugli di malvarosa; altre piante di malvarosa sono, invece, allevate come rampicanti su alcune pareti degli edifici o decombenti dai Giardini pensili sulle coperture a fiancheggiare le logge. Il rigore geometrico delle architetture è, così, “aggredito” dal portamento vigoroso e spontaneo della malvarosa quasi a ricordare che “bisogna lasciare il tempo alla natura di reagire”. Nelle corti verdi, alternate alle siepi di malvarosa, si prevedono Radure di Bambù nelle specie di Arundinaria japonica, più alta e vigorosa associata alle varietà fortunei, murielae e nitida. Alcuni esemplari isolati di Gynerium Argenteum e Roseo della Cortaderia argentea o selloana nelle varietà Pumila, Rendatleri, Sunningdale Silver completano gli apparati vegetali delle corti. I Giardini pensili di copertura fiancheggiati dalle logge, come si è detto, hanno nel manto tappezzante di malvarosa l’elemento compositivo dominante. La malvarosa, inoltre, è allevata anche a portamento spontaneo decombente e a cascata sulle facciate degli edifici per interrompere il profilo deciso delle coperture e comprometterne il forte carattere razionalista. Come per le corti verdi anche per i giardini pensili le essenze di malvarosa sono integrate da radure di Mirti e Viburni, con fioriture candide, e di piante di Rosmarino, Lavanda e Salvia aromatiche e con fioriture azzurro-lilla. Per i settori alle estremità dell’asse costituito dai nuovi reparti delle degenze e delle sale operatorie si prevedono fitte Radure di Aceri nelle varietà degli alberi e degli arbusti più vigorosi ed a chiome più alte ed espanse. In particolare sono previste le associazioni di Acer japonicum, davidii, grisou, palmatum, pseudoplatanus, grosseri hersii, japonicum Aureum o Vitifolium e Saccarinum Pyramidale o Fastigatum.

Policlinico Umberto I di Roma tra Restauro e Progettazione / Buondonno, Emma; F., Bocchino; F., Mirachi; S., Solaro; A. C. A. P. O. N., E.. - (2008).

Policlinico Umberto I di Roma tra Restauro e Progettazione.

BUONDONNO, EMMA;
2008

Abstract

IL POLICLINICO UMBERTO I DI ROMA. L’ARCHITETTURA DEI GIARDINI E DEL PAESAGGIO. La finalità e l’idea forza della sistemazione paesaggistica Con il progetto dell’architettura dei giardini e del paesaggio del Policlinico Umberto I di Roma si intende coniugare tre elementi emblematici: - La Forza della Natura; - Il Significato della Stratificazione Storica; - Le Ragioni della Comunità Contemporanea. Come possono alberi, arbusti e fiori, materia vivente, raccogliere e accompagnare la fragilità dell’esistenza umana nella sua permanente mutevolezza? Come una foresta millenaria può essere costituita da tutte piante giovani così la comunità umana procede nel suo incessante cammino attraverso il tempo, tra la nascita e la morte. Le cliniche rappresentano proprio quel luogo in cui la forza della natura, la vita, sfida e si misura in ogni attimo con il significato della memoria, il passato, che comunque permane nelle ragioni della collettività, il presente. Tre, dunque, i temi compositivi per la costruzione del paesaggio verde e dei giardini delle cliniche ma per raggiungere un solo scopo: avvolgere nelle cure e nella serenità ogni essere umano; proteggerlo dal tumulto e dal caos della città e generare un luogo la cui bellezza trascini nel godimento estetico e nella contemplazione della forza della natura e della vita come della permanenza dei significati dell’agire umano e della storia. In sintesi contraddire il senso che “la giungla urbana rende un’utopia il giardino”. I tre temi dominanti dell’architettura del paesaggio I tre temi dominanti dell’architettura del paesaggio delle cliniche si possono riassumere e far corrispondere ai seguenti tre sistemi di parchi e di giardini: La Forza della Natura, La vita, il cuore dell’organismo, I Boschi di Ficus e di Magnolie. Il Significato della Stratificazione Storica, La permanenza, la memoria e i segni del tempo, I Giardini Fioriti all’italiana, le rose antiche della tradizione e le intromissioni esotiche delle camelie. Le Ragioni della Comunità Contemporanea, Il decoro, la dignità e la qualità della vita e le soglie della sofferenza, del dolore e del disagio, Le Radure rosse di Aceri e resistenti di bambù e di malvarosa. I tre temi dominanti ed i rispettivi sistemi di parchi e di giardini sono, tuttavia, legati indissolubilmente nella permanente mutevolezza dell’esistenza e del percorso della vita dell’uomo. Il cammino dell’esistenza umana è il significato racchiuso nel nastro che lega i tre giardini delle cliniche ed è costituito dal grande Viale dei Tigli e del Glicine. La Forza della Natura. La vita, il cuore dell’organismo. I Boschi di Ficus e di Magnolie. Il grande “cuore verde” del parco è costituito dai due Boschi di Ficus e di Magnolie racchiusi dalle folte siepi aromatiche di Abelia e su manti erbosi di miscugli. Le essenze dominanti del Ficus magnoloides e della Magnolia grandiflora si alternano ad associazioni delle varietà e delle specie di alberi e di arbusti sempreverdi e a foglie decidue, delicati o rustici, e di piante rampicanti o striscianti, molto ornamentali e fiorite. La suggestione dell’elevato grado di naturalità del bosco è esaltata dalla baulatura delle ampie “zolle” e dalle ondulate movimentazioni di terra delle “colline artificiali” i cui percorsi sono tracciati con le siepi a portamento spontaneo di Ruscus. Il bosco di Ficus magnoloides e di Magnolia grandiflora, come si è detto, è composto da associazioni botaniche che si alternano alla specie dominanti: Ficus benjamina, che allo stato spontaneo può raggiungere le dimensioni di un grande albero, ha rami sottili, leggermente penduli e foglie ellittiche, acuminate all’apice. Il fogliame giovane è verde chiaro; quando le foglie invecchiano diventano verde scuro. Ficus carica nelle varietà sativa e caprificus, ovvero il domestico e quello spontaneo, tipico delle regioni meridionali e del bacino del Mediterraneo. Gli apparati radicali sono molto sviluppati, i rami grossi e le foglie grandi. Ficus elastica nelle varietà Decora, Doescheri, Schryveriana, Tricolor. Ficus radicans nella varietà Variegata. Ficus diversifolia o deltoidea. Ficus lyrata. Magnolia conspicua o denudata, arbusto rustico a crescita lenta, con foglie decidue, ovate. I fiori, bianchi, a forma di coppa sono profumati, sbocciano a marzo-aprile prima che compaiano le foglie. Magnolia liliflora dai fiori rosso-porpora che sbocciano da aprile a giugno e nelle varietà Nigra e Soulangena, Alexandrina, Lennei, Picture. Magnolia stellata nelle varietà Rosea, Royal Star. Magnolia macrophilla, con fioriture che sbocciano tra giugno e luglio. Magnolia sieboldii, salicifolia, wilsonii e obovata. Abelia grandiflora, chinensis, floribunda, triflora e schumannii. Il bosco di Ficus e di Magnolie è concepito come il “Monumento di Natura” e se in passato il giardino era “un pezzo di natura trasformato dalle più sofisticate tecniche agrarie” ed era separato dall’espace banal dal recinto, dal perimetro, oggi la diffusione dello spazio antropizzato ingloba la Natura in frammenti o monumenti. Alla città cinta da mura e immersa nello spazio naturale di un tempo si contrappone, oggi, la città-pianeta che racchiude in recinti “pezzi di natura”. Il Significato della Stratificazione Storica. La permanenza, la memoria e i segni del tempo. I Giardini Fioriti all’italiana, le rose antiche della tradizione e le intromissioni esotiche delle camelie. Il sistema dei giardini che circondano i padiglioni più antichi e per i quali è previsto il restauro, analogamente alle architetture, costituisce l’esempio emblematico di parterre ed aiuole fiorite in composizioni simmetriche e formali coniugate alle simmetrie dei reparti tardo ottocenteschi edilizi. La cura e la manutenzione dei giardini dell’asse composto dai padiglioni da restaurare è fondata sul principio rigoroso della conservazione degli assetti botanici e della natura che si è stratificata nel tempo ed è tuttora presente nell’area anche quando si tratta di essenze introdotte sporadicamente o in seguito a interventi di manutenzione del verde di tipo tecnico ma privi di una specifica intenzionalità progettuale o di restauro dell’insieme dei giardini. Con il progetto di restauro dei giardini, dunque, si intende fare affiorare lo splendore degli apparati vegetali tipici dei giardini italiani conservando le tracce della stratificazione storica che permane ancora sia nella configurazione delle aiuole e dei parterre che delle essenze presenti negli assetti botanici viventi. Gli interventi di cura e di manutenzione dei giardini saranno, dunque, interventi di potature, rimozione degli strati superficiali di terreno, apporto di nuovo terreno vegetale, baulatura delle aiuole, ammodernamento impiantistico e tecnologico per l’irrigazione e l’illuminazione dei giardini, semina dei manti erbosi, riqualificazione degli arredi per favorire la sosta e il godimento estetico dei luoghi. Gli interventi previsti sono, dunque, rivolti a conservare le tracce del tempo, le permanenze, i segni della stratificazione storica, in sintesi, custodire la memoria del passato. La memoria del passato, comunque, è sempre la radice del futuro e la rotta da seguire nel cammino dell’esistenza. Per le aiuole del padiglione centrale, infatti, gli assetti botanici sono integrati da due Tigli sul prospetto prospiciente la strada e da altri esemplari, disposti in doppio filare nelle aiuole interne con spalliere di Glicine come partenza del nastro che lega i tre sistemi dei giardini delle cliniche, ovvero Il Viale dei Tigli e del Glicine. I giardini storici, com’è noto, sono costituiti di materia vivente e, dunque, strettamente legati alla mutevolezza della natura, allo scorrere del tempo e delle stagioni. Gli assetti botanici possono anche dissolversi rapidamente e gli interventi di cura e di restauro devono essere rivolti soprattutto a tutelare l’intenzionalità progettuale di un dato tempo e gli ideali estetici che ne scaturiscono. I giardini italiani fioriti avevano nei Roseti la più esaltante espressione della bellezza della natura coniugata alle più sapenti tecniche agrarie e, tuttora, la varietà delle rose antiche consentono la realizzazione di assetti botanici e apparati vegetali di straordinarie valenze estetiche. I roseti previsti per la valorizzazione dei giardini da restaurare saranno composti principalmente dalle specie più antiche come la Rosa gallica, officinalis, canina, damascena, centifoglia ma anche dalle specie introdotte successivamente dall’Asia come la Rosa chinensis, semperflorens, odorata, gigantea, fino agli Ibridi di Tea e le più recenti del XX secolo di Rosa Floribunda a cespuglio, sarmentose e rampicanti. Le rose sono il simbolo della permanenza, coltivate fin dall’antichità, conosciute dai cinesi e dagli egiziani. I greci ed i romani coltivavano le rose per trarne anche oli essenziali per ottenere i profumi e gli unguenti. Per tale ragione i primi cristiani considerarono le rose il simbolo della lussuria e della degenerazione fino, però, a farlo diventare il fiore che simboleggia la figura di Maria e la purezza. I parterre dei roseti saranno progettati per valorizzare le associazioni di Rose Botaniche, Vecchie Rose, Ibridi di Tea, Ibridi di Floribunda, Rose a cespuglio moderne e Rose rampicanti e sarmentose. Inoltre se gli ibridi rifiorenti di rose garantiscono fioriture da maggio ad ottobre, i giardini, nel periodo invernale, saranno ornamentali per le fioriture delle Camelie. L’intromissione di tali essenze è suggerita per rievocare il gusto esotico di acclimatare piante proveniente da altre parti del mondo sia per ragioni scientifiche e produttive che per ragioni di carattere estetico. Le specie e le varietà delle Camelie japonica, reticulata, saluenensis, sasanqua, williamsii saranno associate per le varietà cromatiche in assonanza alle fioriture delle aiuole dei roseti e disposte prevalentemente nelle posizioni ombreggiate dei giardini. Le Ragioni della Comunità Contemporanea. Il decoro, la dignità e la qualità della vita e le soglie della sofferenza, del dolore e del disagio. Le Radure rosse di Aceri e resistenti di bambù e di malvarosa. I reparti per la degenza e le sale operatorie, progettati ex-novo, sono compresi nel settore tra il Bosco di Ficus e di Magnolie ed i Giardini Storici dei padiglioni antichi. L’area ha un relativo interesse di carattere archeologico, per cui gli assetti botanici previsti sono costituiti da essenze con apparati radicali superficiali e non di elevato pregio botanico, come, ad esempio, i cespugli di malvarosa, le associazioni di bambù e gli elementi isolati di Gynerium nelle varietà Argenteum e Roseo. Gli unici esemplari che si distinguono e contraddicono la tesi precedente per quanto attiene il pregio botanico sono gli Aceri con il fogliame rosso intenso in autunno nelle varietà ginnala, japonicum, palmatum, griseum, ed altre. Le quattro corti verdi racchiuse tra le nuove architetture dei reparti destinati alle degenze sono, dunque, costituite, prevalentemente da estesi e compatti cespugli di malvarosa; altre piante di malvarosa sono, invece, allevate come rampicanti su alcune pareti degli edifici o decombenti dai Giardini pensili sulle coperture a fiancheggiare le logge. Il rigore geometrico delle architetture è, così, “aggredito” dal portamento vigoroso e spontaneo della malvarosa quasi a ricordare che “bisogna lasciare il tempo alla natura di reagire”. Nelle corti verdi, alternate alle siepi di malvarosa, si prevedono Radure di Bambù nelle specie di Arundinaria japonica, più alta e vigorosa associata alle varietà fortunei, murielae e nitida. Alcuni esemplari isolati di Gynerium Argenteum e Roseo della Cortaderia argentea o selloana nelle varietà Pumila, Rendatleri, Sunningdale Silver completano gli apparati vegetali delle corti. I Giardini pensili di copertura fiancheggiati dalle logge, come si è detto, hanno nel manto tappezzante di malvarosa l’elemento compositivo dominante. La malvarosa, inoltre, è allevata anche a portamento spontaneo decombente e a cascata sulle facciate degli edifici per interrompere il profilo deciso delle coperture e comprometterne il forte carattere razionalista. Come per le corti verdi anche per i giardini pensili le essenze di malvarosa sono integrate da radure di Mirti e Viburni, con fioriture candide, e di piante di Rosmarino, Lavanda e Salvia aromatiche e con fioriture azzurro-lilla. Per i settori alle estremità dell’asse costituito dai nuovi reparti delle degenze e delle sale operatorie si prevedono fitte Radure di Aceri nelle varietà degli alberi e degli arbusti più vigorosi ed a chiome più alte ed espanse. In particolare sono previste le associazioni di Acer japonicum, davidii, grisou, palmatum, pseudoplatanus, grosseri hersii, japonicum Aureum o Vitifolium e Saccarinum Pyramidale o Fastigatum.
2008
Policlinico Umberto I di Roma tra Restauro e Progettazione / Buondonno, Emma; F., Bocchino; F., Mirachi; S., Solaro; A. C. A. P. O. N., E.. - (2008).
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