Uno degli equivoci più pericolosi che riguardano l’architettura contemporanea è quello dell’invenzione ad ogni costo. Chiunque si accinge a progettare sembra oggi farlo andando incontro dalla volontà di distinguersi ad ogni costo dalle preesistenze, intese tanto come contesto fisico che come patrimonio di ciò che la storia dell’architettura ha prodotto. La linea teorica di riferimento delle opere progettate dallo studio Uberto Siola e Associati negli ultimi dieci anni (ma si tratta di uno studio che opera a Napoli da circa quaranta anni) ha invece origine nella XV Triennale di Milano del 1973 in occasione della quale fu affidata ad Aldo Rossi la cura della Sezione Internazionale di Architettura che segnò l’avvio di una classificazione neorazionalista e non stilistica, certamente teorica, delle posizioni in campo in quegli anni sulla architettura e sulla città. Da quella Mostra vennero fuori alcune parole d’ordine, poi dimenticate o travisate negli anni e nei luoghi, che forse possono oggi ancora servire a portare avanti una costruzione teorica e, soprattutto, una modalità ‘responsabile’ di costruzione della città. Il rapporto osmotico fra architettura e città, la storia come serbatoio di soluzioni condivise più che di esperienze da imitare, un rapporto con la tecnologia che non ci allontani dal nostro tempo, una capacità di dialogare con le esperienze artistiche contemporanee, un atteggiamento politico verso la realtà che non faccia divenire gli architetti - come pure è spesso accaduto - l’esempio fulgido di una intellettualità che quasi per scelta si chiama fuori dai processi reali del mondo contemporaneo: questi ed altri sono oggi i temi della ricerca che provano a sostanziarsi in architettura nelle opere e nei progetti prodotti da ‘Uberto Siola e Associati’. Come scrive Paolo Portoghesi nella Prefazione al testo In piena coerenza con le premesse teoriche del loro lavoro urbanistica e architettura si intrecciano delineando un metodo che rinvia al contesto non per rispecchiarne passivamente la configurazione esistente ma per proporne una reinvenzione a partire dalle nuove polarità create dagli interventi programmati.
Per un'architettura italiana. Uberto Siola e associati. Opere e progetti 2001-2008 / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2009).
Per un'architettura italiana. Uberto Siola e associati. Opere e progetti 2001-2008
VISCONTI, FEDERICA
2009
Abstract
Uno degli equivoci più pericolosi che riguardano l’architettura contemporanea è quello dell’invenzione ad ogni costo. Chiunque si accinge a progettare sembra oggi farlo andando incontro dalla volontà di distinguersi ad ogni costo dalle preesistenze, intese tanto come contesto fisico che come patrimonio di ciò che la storia dell’architettura ha prodotto. La linea teorica di riferimento delle opere progettate dallo studio Uberto Siola e Associati negli ultimi dieci anni (ma si tratta di uno studio che opera a Napoli da circa quaranta anni) ha invece origine nella XV Triennale di Milano del 1973 in occasione della quale fu affidata ad Aldo Rossi la cura della Sezione Internazionale di Architettura che segnò l’avvio di una classificazione neorazionalista e non stilistica, certamente teorica, delle posizioni in campo in quegli anni sulla architettura e sulla città. Da quella Mostra vennero fuori alcune parole d’ordine, poi dimenticate o travisate negli anni e nei luoghi, che forse possono oggi ancora servire a portare avanti una costruzione teorica e, soprattutto, una modalità ‘responsabile’ di costruzione della città. Il rapporto osmotico fra architettura e città, la storia come serbatoio di soluzioni condivise più che di esperienze da imitare, un rapporto con la tecnologia che non ci allontani dal nostro tempo, una capacità di dialogare con le esperienze artistiche contemporanee, un atteggiamento politico verso la realtà che non faccia divenire gli architetti - come pure è spesso accaduto - l’esempio fulgido di una intellettualità che quasi per scelta si chiama fuori dai processi reali del mondo contemporaneo: questi ed altri sono oggi i temi della ricerca che provano a sostanziarsi in architettura nelle opere e nei progetti prodotti da ‘Uberto Siola e Associati’. Come scrive Paolo Portoghesi nella Prefazione al testo In piena coerenza con le premesse teoriche del loro lavoro urbanistica e architettura si intrecciano delineando un metodo che rinvia al contesto non per rispecchiarne passivamente la configurazione esistente ma per proporne una reinvenzione a partire dalle nuove polarità create dagli interventi programmati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.