I depositi piroclastici, principalmente derivati dall'attività esplosiva del Somma-Vesuvio sono distribuiti nell'area perivesuviana in maniera disomogenea in accordo agli assi di dispersione di ciascuna eruzione, raggiungendo uno spessore teorico variabile da 4 a 7 m sui Monti di Sarno e attorno a 2 m sui Monti Lattari. Dopo la deposizione sui versanti carbonatici, i depositi piroclastici sono stati soggetti a fenomeni denudazionali, perlopiù rappresentati da movimenti di massa, generalmente controllati dall'angolo di pendio e dall'occorrenza di piogge di forte intensità; ciò si riflette attualmente nella presenza, lungo i versanti, di serie vulcanoclastiche incomplete. In questo lavoro è discussa l'interpretazione di un modello di distribuzione delle coltri piroclastiche lungo i versanti, derivato dall'analisi di dati rilevati in aree campione dei Monti di Sarno, corrispondenti alle zone di innesco dei debris slides – debris flows verificatisi nel maggio 1998. Uno dei principali risultati emersi è una relazione tra l'angolo di pendio e l'assetto stratigrafico, che appare approssimativamente completo solo per condizioni morfologiche caratterizzate da valori generalmente inferiori a 30°, ed incompleto per valori superiori, comportando la terminazione verso valle degli orizzonti di lapilli pomicei ad elevata permeabilità. Mediante modellazione agli elementi finiti, in campo instauro/saturo, dei deflussi sotterranei subsuperficiali derivanti da precipitazioni di forte intensità e durata, è stata verificata la criticità del suddetto modello idrogeomorfologico per la stabilità delle coperture piroclastiche in corrispondenza delle discontinuità morfologiche, laddove la copertura piroclastica si assottiglia determinando la chiusura verso valle degli orizzonti di lapilli pomicei. Tale modello consente una differente comprensione dei meccanismi di innesco, costituendo peraltro un utile ausilio per la stima dei volumi mobilitabili e quindi per la previsione dei possibili scenari di runout.

Esperienze di caratterizzazione geologico-tecnica delle aree di innesco e modellazione idrogeologica / DE VITA, Pantaleone. - (2008). (Intervento presentato al convegno Sarno 10 anni dopo tenutosi a Complesso Monte Sant'Angelo - Università di Napoli "Federico II" nel 5 maggio 2008).

Esperienze di caratterizzazione geologico-tecnica delle aree di innesco e modellazione idrogeologica

DE VITA, PANTALEONE
2008

Abstract

I depositi piroclastici, principalmente derivati dall'attività esplosiva del Somma-Vesuvio sono distribuiti nell'area perivesuviana in maniera disomogenea in accordo agli assi di dispersione di ciascuna eruzione, raggiungendo uno spessore teorico variabile da 4 a 7 m sui Monti di Sarno e attorno a 2 m sui Monti Lattari. Dopo la deposizione sui versanti carbonatici, i depositi piroclastici sono stati soggetti a fenomeni denudazionali, perlopiù rappresentati da movimenti di massa, generalmente controllati dall'angolo di pendio e dall'occorrenza di piogge di forte intensità; ciò si riflette attualmente nella presenza, lungo i versanti, di serie vulcanoclastiche incomplete. In questo lavoro è discussa l'interpretazione di un modello di distribuzione delle coltri piroclastiche lungo i versanti, derivato dall'analisi di dati rilevati in aree campione dei Monti di Sarno, corrispondenti alle zone di innesco dei debris slides – debris flows verificatisi nel maggio 1998. Uno dei principali risultati emersi è una relazione tra l'angolo di pendio e l'assetto stratigrafico, che appare approssimativamente completo solo per condizioni morfologiche caratterizzate da valori generalmente inferiori a 30°, ed incompleto per valori superiori, comportando la terminazione verso valle degli orizzonti di lapilli pomicei ad elevata permeabilità. Mediante modellazione agli elementi finiti, in campo instauro/saturo, dei deflussi sotterranei subsuperficiali derivanti da precipitazioni di forte intensità e durata, è stata verificata la criticità del suddetto modello idrogeomorfologico per la stabilità delle coperture piroclastiche in corrispondenza delle discontinuità morfologiche, laddove la copertura piroclastica si assottiglia determinando la chiusura verso valle degli orizzonti di lapilli pomicei. Tale modello consente una differente comprensione dei meccanismi di innesco, costituendo peraltro un utile ausilio per la stima dei volumi mobilitabili e quindi per la previsione dei possibili scenari di runout.
2008
Esperienze di caratterizzazione geologico-tecnica delle aree di innesco e modellazione idrogeologica / DE VITA, Pantaleone. - (2008). (Intervento presentato al convegno Sarno 10 anni dopo tenutosi a Complesso Monte Sant'Angelo - Università di Napoli "Federico II" nel 5 maggio 2008).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/350849
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact