Sistematica e approfondita ricognizione storico-critica di inediti progetti urbanistici, elaborati dall'Unità d'Italia sino al Fascismo, per Napoli e in particolare per il 'delicato' nodo di Chiaia. Lo studio analizza per la prima volta i tanti programmi urbanistici “mancati” per Napoli, sulla base di una documentazione in larga parte sconosciuta persino agli studiosi, e sulla base del rinvenimento in collezioni pubbliche e private di tutt’Italia di rarissimi opuscoli. Dall’Unità d’Italia agli anni del fascismo, ed oltre a quelli della ricostruzione, si registra a Napoli un fenomeno cospicuo e interessante: alla generale inerzia dell’amministrazione pubblica, incapace di formulare scelte chiare e di delineare un disegno coerente che governi la crescita e la trasformazione della città, si oppone una nutrita mole di “progetti spontanei” che affrontano temi urbanistici nodali. Nel prevalere di una mentalità positivistica e liberale, questi tanti progetti – studiati da architetti e ingegneri, ma anche da imprenditori – vengono offerti come soluzioni possibili ai tanti problemi della necessaria modernizzazione della struttura urbana di Napoli. Talora percorsi da qualche venatura utopica, ma quasi sempre fondati su una notevole concretezza tecnica e su un certo realismo, gli studi urbanistici non commissionati vengono concepiti all’interno di una ideale nobile gara, dove vi sia o meno un invito dell’amministrazione a presentare proposte, si suppone che prevalga la soluzione tecnica ed estetica migliore a prevalere. Pertanto agli elaborati tecnici, molto frequentemente, si affianca l’opuscolo a stampa che illustra al pubblico la soluzione ideata. Rimasti inattuati, questi interessanti progetti che pure furono discussi ed ebbero una certa notorietà all’epoca, sono rimasti a lungo dimenticati.
Chiaja, Monte Echia e Santa Lucia / Mangone, Fabio. - STAMPA. - (2009).
Chiaja, Monte Echia e Santa Lucia
MANGONE, FABIO
2009
Abstract
Sistematica e approfondita ricognizione storico-critica di inediti progetti urbanistici, elaborati dall'Unità d'Italia sino al Fascismo, per Napoli e in particolare per il 'delicato' nodo di Chiaia. Lo studio analizza per la prima volta i tanti programmi urbanistici “mancati” per Napoli, sulla base di una documentazione in larga parte sconosciuta persino agli studiosi, e sulla base del rinvenimento in collezioni pubbliche e private di tutt’Italia di rarissimi opuscoli. Dall’Unità d’Italia agli anni del fascismo, ed oltre a quelli della ricostruzione, si registra a Napoli un fenomeno cospicuo e interessante: alla generale inerzia dell’amministrazione pubblica, incapace di formulare scelte chiare e di delineare un disegno coerente che governi la crescita e la trasformazione della città, si oppone una nutrita mole di “progetti spontanei” che affrontano temi urbanistici nodali. Nel prevalere di una mentalità positivistica e liberale, questi tanti progetti – studiati da architetti e ingegneri, ma anche da imprenditori – vengono offerti come soluzioni possibili ai tanti problemi della necessaria modernizzazione della struttura urbana di Napoli. Talora percorsi da qualche venatura utopica, ma quasi sempre fondati su una notevole concretezza tecnica e su un certo realismo, gli studi urbanistici non commissionati vengono concepiti all’interno di una ideale nobile gara, dove vi sia o meno un invito dell’amministrazione a presentare proposte, si suppone che prevalga la soluzione tecnica ed estetica migliore a prevalere. Pertanto agli elaborati tecnici, molto frequentemente, si affianca l’opuscolo a stampa che illustra al pubblico la soluzione ideata. Rimasti inattuati, questi interessanti progetti che pure furono discussi ed ebbero una certa notorietà all’epoca, sono rimasti a lungo dimenticati.File | Dimensione | Formato | |
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