Titolo dell’intervento: Spazio naturale e spazio antropico: bel paesaggio e città stratificata Tesi sostenuta: Il paesaggio naturale è pressoché scomparso: si ritrova solo in aree obliterate sfuggite all’antropizzazione, in residui ricoperti o racchiusi dagli ultimi movimenti di eso-endodinamica esplosi nella litosfera, per opera dell’uomo, ai fini delle attività produttive agricole e per le modifiche del vivere civile e collettivo si sono generati sempre nuovi paesaggi con connotati sempre più artificiali. Dall’espace banal, attraverso il disegno dei campi del bel paesaggio agrario organizzato prima e del saltus, cioè della sua disgregazione poi, si è giunti all’aggressione attuale del territorio e dell’ambiente, che ne ha stravolto gli antichi equilibri. Il paesaggio è comunque il prodotto della società e dei suoi sistemi di valore. Lo spazio antropico è l’ambiente da salvaguardare con le impronte di tutte le generazioni che hanno dotato l’Italia del più grande patrimonio. L’ambiente, bel paesaggio di sereniana memoria, è una risorsa che richiede il perseguimento di due obiettivi insiti nel suo stesso significato: da un lato, evitarne lo spreco e, dall’altro, ottimizzarne l’uso massimizzando i benefici collettivi. La stratificazione della città e del territorio per il suo ciclo di vita necessita dell’impiego sistematico di capitali e di altri tipi di risorse. Campo di argomentazione: Il campo della sperimentazione teorico-progettuale è la Regione Campania e lo squilibrio socio-economico, storico, tra la concentrazione senza sviluppo della fascia costiera e la senescenza funzionale delle aree interne. Il modello di riequilibrio urbanistico proposto, in alternativa allo sprowl urbanizzativo privo di rete strutturale e centralità urbane, è fondato su sistemi organizzativi territoriali e città connessi da reti ecologiche, di infrastrutture e di attrezzature. Prospettive di lavoro: Applicazione del modello insediativo alternativo e progettazione di nuove unità urbane per la sostenibilità ambientale all’impatto antropico e la salvaguardia del patrimonio storico.
Spazio naturale e spazio antropico: bel paesaggio e città stratificata / Buondonno, Emma; Ialongo, Giacinta. - (2009). (Intervento presentato al convegno Il progetto dell'urbanistica per il paesaggio tenutosi a Castello Svevo - Bari nel 19, 20 febbraio 2009).
Spazio naturale e spazio antropico: bel paesaggio e città stratificata
BUONDONNO, EMMA;IALONGO, GIACINTA
2009
Abstract
Titolo dell’intervento: Spazio naturale e spazio antropico: bel paesaggio e città stratificata Tesi sostenuta: Il paesaggio naturale è pressoché scomparso: si ritrova solo in aree obliterate sfuggite all’antropizzazione, in residui ricoperti o racchiusi dagli ultimi movimenti di eso-endodinamica esplosi nella litosfera, per opera dell’uomo, ai fini delle attività produttive agricole e per le modifiche del vivere civile e collettivo si sono generati sempre nuovi paesaggi con connotati sempre più artificiali. Dall’espace banal, attraverso il disegno dei campi del bel paesaggio agrario organizzato prima e del saltus, cioè della sua disgregazione poi, si è giunti all’aggressione attuale del territorio e dell’ambiente, che ne ha stravolto gli antichi equilibri. Il paesaggio è comunque il prodotto della società e dei suoi sistemi di valore. Lo spazio antropico è l’ambiente da salvaguardare con le impronte di tutte le generazioni che hanno dotato l’Italia del più grande patrimonio. L’ambiente, bel paesaggio di sereniana memoria, è una risorsa che richiede il perseguimento di due obiettivi insiti nel suo stesso significato: da un lato, evitarne lo spreco e, dall’altro, ottimizzarne l’uso massimizzando i benefici collettivi. La stratificazione della città e del territorio per il suo ciclo di vita necessita dell’impiego sistematico di capitali e di altri tipi di risorse. Campo di argomentazione: Il campo della sperimentazione teorico-progettuale è la Regione Campania e lo squilibrio socio-economico, storico, tra la concentrazione senza sviluppo della fascia costiera e la senescenza funzionale delle aree interne. Il modello di riequilibrio urbanistico proposto, in alternativa allo sprowl urbanizzativo privo di rete strutturale e centralità urbane, è fondato su sistemi organizzativi territoriali e città connessi da reti ecologiche, di infrastrutture e di attrezzature. Prospettive di lavoro: Applicazione del modello insediativo alternativo e progettazione di nuove unità urbane per la sostenibilità ambientale all’impatto antropico e la salvaguardia del patrimonio storico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.