Il progetto di ricerca si articola in tre punti distinti, ma unitari e concepiti in successione cronologica. 1)Dall'Ina a Quota Novanta (M.C. Schisani) Il progetto di istituzione dell'Ina inaugura una forma compiuta di intervento diretto nell'economia. Esso esprime una concezione innovativa basantesi sul principio che lo Stato, per finanziare alcuni servizi di rilevante carattere sociale, anziché distrarre una parte delle risorse necessarie dal suo bilancio, si inserisca in un settore ritenuto profittevole e cominci ad esercitare l'attività con proprie società. Nel caso specifico, il ramo individuato è quello dell'assicurazione sulla vita, appena agli inizi in Italia, ma già ritenuto in grado di produrre significativi risultati economici. La sua fonte di reddito si basa, oltre che sulla sana gestione come qualsiasi impresa, soprattutto sul calcolo attuariale e statistico e perciò costituisce un "facile" sistema di accumulazione da sottrarre al settore privato. Protagonista assoluto di tale intuizione e convinto sostenitore della linea fu Francesco Saverio Nitti, che riuscì a portare su questa posizione Giolitti e ad affidare la realizzazione del progetto a tre uomini importanti nella storia economica del secolo: Bonaldo Stringher, Alberto Beneduce e Vincenzo Giuffrida. Fu necessario naturalmente ingaggiare una dura lotta col settore privato, che non intendeva rinunciare alla interessante possibilità di sviluppo del ramo. Alla fine, Nitti riuscì a spuntarla sia pure col sistema di una decennale fase transitoria che avrebbe portato, nel 1923, al monopolio statale. L'epilogo della vicenda è noto, poiché, tra i primi provvedimenti del governo Mussolini, vi fu la concessione agli industriali della cancellazione di tale monopolio. La prima guerra mondiale rappresentò , attraverso il regime di Mobilitazione industriale, un esempio di centralizzazione dell'economia, soprattutto degli ambiti decisionali. Per raggiungere l'obiettivo di una rapida conversione dell'economia da civile a bellica, non si badò a spese, organizzando, a monte, un gigantesco sistema di commesse che favorì largamente, a valle, i destinatari industriali, creando le premesse per sbilanci che non sarà facile recuperare negli anni successivi. Fra industriali e potere politico si instaurò in quella circostanza una forte coesione di interessi che produsse rapide, ancorché precarie, trasformazioni. Sul piano dottrinario, viceversa, numerose furono le opposizioni a tale linea, soprattutto quella dell'economista Luigi Einaudi. Polemizzando con Nitti ed i suoi seguaci, egli li defini "dittatori dell'economia", responsabili di introdurre sistemi di pericoloso deterioramento del principio del libero mercato. Alla difficile e complessa vittoria in guerra seguì una non meno difficile gestione del dopoguerra, in cui i problemi economici risultarono aggravati da quelli politici. Al biennio rosso dell'occupazione delle fabbriche e della forza delle organizzazioni socialiste (1919-1920) si contrappose il biennio nero di reazione padronale organizzata da nazionalisti e fascisti (1920-1921). Il risultato finale fu la responsabilità del governo del paese a Mussolini dall'ottobre 1922, che mise fine alle incertezze e ristabilì le condizioni per l'ordine nella gestione delle imprese. Nei primi anni e fino al 1926, tale ordine non riguardò la moneta che anzi si svalutò progressivamente, contribuendo ad allontanare la soluzione dei problemi sorti con il finanziamento della guerra. Tra i settori avvantaggiati dalle esportazioni ( e dalla svalutazione) e quelli che traevano maggiore reddito dalle importazioni, si creò una competizione che gli effetti della successiva politica di rivalutazione misurò severamente. La ricerca su questo periodo può essere condotta con profitto utilizzando fonti di prima mano come quelle dell'Ina, dei Comitati di Mobilitazione industriale e della Banca d'Italia.

INTERVENTO PUBBLICO E SISTEMI FINANZIARI IN ITALIA DALLA NASCITA DELL’INA ALLA COSTITUZIONE DEL MINISTERO DELLE PARTECIPAZIONI STATALI (1912-1956) / Schisani, MARIA CARMELA. - (2005). ( Intervento pubblico, dirigismo e programmazione economica in Italia: continuità e cambiamenti (1922-1956)30/01/2006).

INTERVENTO PUBBLICO E SISTEMI FINANZIARI IN ITALIA DALLA NASCITA DELL’INA ALLA COSTITUZIONE DEL MINISTERO DELLE PARTECIPAZIONI STATALI (1912-1956).

SCHISANI, MARIA CARMELA
2005

Abstract

Il progetto di ricerca si articola in tre punti distinti, ma unitari e concepiti in successione cronologica. 1)Dall'Ina a Quota Novanta (M.C. Schisani) Il progetto di istituzione dell'Ina inaugura una forma compiuta di intervento diretto nell'economia. Esso esprime una concezione innovativa basantesi sul principio che lo Stato, per finanziare alcuni servizi di rilevante carattere sociale, anziché distrarre una parte delle risorse necessarie dal suo bilancio, si inserisca in un settore ritenuto profittevole e cominci ad esercitare l'attività con proprie società. Nel caso specifico, il ramo individuato è quello dell'assicurazione sulla vita, appena agli inizi in Italia, ma già ritenuto in grado di produrre significativi risultati economici. La sua fonte di reddito si basa, oltre che sulla sana gestione come qualsiasi impresa, soprattutto sul calcolo attuariale e statistico e perciò costituisce un "facile" sistema di accumulazione da sottrarre al settore privato. Protagonista assoluto di tale intuizione e convinto sostenitore della linea fu Francesco Saverio Nitti, che riuscì a portare su questa posizione Giolitti e ad affidare la realizzazione del progetto a tre uomini importanti nella storia economica del secolo: Bonaldo Stringher, Alberto Beneduce e Vincenzo Giuffrida. Fu necessario naturalmente ingaggiare una dura lotta col settore privato, che non intendeva rinunciare alla interessante possibilità di sviluppo del ramo. Alla fine, Nitti riuscì a spuntarla sia pure col sistema di una decennale fase transitoria che avrebbe portato, nel 1923, al monopolio statale. L'epilogo della vicenda è noto, poiché, tra i primi provvedimenti del governo Mussolini, vi fu la concessione agli industriali della cancellazione di tale monopolio. La prima guerra mondiale rappresentò , attraverso il regime di Mobilitazione industriale, un esempio di centralizzazione dell'economia, soprattutto degli ambiti decisionali. Per raggiungere l'obiettivo di una rapida conversione dell'economia da civile a bellica, non si badò a spese, organizzando, a monte, un gigantesco sistema di commesse che favorì largamente, a valle, i destinatari industriali, creando le premesse per sbilanci che non sarà facile recuperare negli anni successivi. Fra industriali e potere politico si instaurò in quella circostanza una forte coesione di interessi che produsse rapide, ancorché precarie, trasformazioni. Sul piano dottrinario, viceversa, numerose furono le opposizioni a tale linea, soprattutto quella dell'economista Luigi Einaudi. Polemizzando con Nitti ed i suoi seguaci, egli li defini "dittatori dell'economia", responsabili di introdurre sistemi di pericoloso deterioramento del principio del libero mercato. Alla difficile e complessa vittoria in guerra seguì una non meno difficile gestione del dopoguerra, in cui i problemi economici risultarono aggravati da quelli politici. Al biennio rosso dell'occupazione delle fabbriche e della forza delle organizzazioni socialiste (1919-1920) si contrappose il biennio nero di reazione padronale organizzata da nazionalisti e fascisti (1920-1921). Il risultato finale fu la responsabilità del governo del paese a Mussolini dall'ottobre 1922, che mise fine alle incertezze e ristabilì le condizioni per l'ordine nella gestione delle imprese. Nei primi anni e fino al 1926, tale ordine non riguardò la moneta che anzi si svalutò progressivamente, contribuendo ad allontanare la soluzione dei problemi sorti con il finanziamento della guerra. Tra i settori avvantaggiati dalle esportazioni ( e dalla svalutazione) e quelli che traevano maggiore reddito dalle importazioni, si creò una competizione che gli effetti della successiva politica di rivalutazione misurò severamente. La ricerca su questo periodo può essere condotta con profitto utilizzando fonti di prima mano come quelle dell'Ina, dei Comitati di Mobilitazione industriale e della Banca d'Italia.
2005
INTERVENTO PUBBLICO E SISTEMI FINANZIARI IN ITALIA DALLA NASCITA DELL’INA ALLA COSTITUZIONE DEL MINISTERO DELLE PARTECIPAZIONI STATALI (1912-1956) / Schisani, MARIA CARMELA. - (2005). ( Intervento pubblico, dirigismo e programmazione economica in Italia: continuità e cambiamenti (1922-1956)30/01/2006).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/424064
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