Il presente lavoro nasce nell’ambito degli studi sul ruolo delle relazioni interpersonali nella pratica sportiva degli adolescenti. Tra le relazioni significative, la relazione allenatore-atleta costituisce un elemento cardine sia del processo di allenamento che dello sviluppo fisico e psicosociale dell’atleta adolescente (Jowett, 2005). Finalità generale del lavoro è stata esplorare la rappresentazione reciproca della relazione allenatore-atleta, e la percezione reciproca dell’impatto della qualità di tale relazione sulla motivazione dell’atleta. Nello specifico, l’obiettivo è stato indagare gli stili di comunicazione allenatore-atleta in allenamento e in gara, le modalità di trasmissione di valori e competenze, e il processo di costruzione e di sviluppo della relazione. Alla ricerca hanno partecipato 50 atleti adolescenti e 21 allenatori, provenienti da società sportive campane, reclutati attraverso un campionamento teorico (Cicognani, 2003). Sono stati presi in considerazione i seguenti sport: nuoto, basket, calcio, pallavolo, ginnastica artistica, rugby, pattinaggio artistico. Per la ricerca è stata creata ad hoc un’intervista semistrutturata focalizzata sulle seguenti aree: Rapporto con la disciplina sportiva; Comunicazione; Sportspersonship; Resilienza; Motivazioni; Aspettative. L’analisi delle interviste è stata effettuata con l’approccio della Grounded Theory (Strauss & Corbin, 1998) e con il supporto del software ATLAS.ti. Attraverso le fasi di codifica aperta, assiale e selettiva, si è giunti all’individuazione della relazione tra le categorie di significato e alla creazione della core category. Dai risultati emerge che il gruppo sportivo si configura per gli adolescenti come una seconda famiglia, in cui gli altri atleti vengono percepiti come fratelli e la figura dell’allenatore assume un significato centrale, sostitutivo al genitore. È più facile per questi ragazzi confidarsi con l’allenatore che con i genitori, e i consigli dell’allenatore sono considerati preziosi. L’allenatore diventa una guida non solo nello sport ma anche nella vita. La discrepanza tra percezioni reciproche circa lo stile comunicativo allenatore-atleta sembra influenzare la performance sportiva e in generale l’andamento della carriera degli atleti, incidendo notevolmente sul clima emotivo in allenamento e in gara. La lettura del fenomeno ha fornito inoltre ulteriori spunti di riflessione per la programmazione di interventi volti al sostegno della relazione atleta-allenatore, alla promozione del benessere e alla prevenzione del drop-out.
La relazione allenatore - atleta: percezione reciproca e influenza sull’attività sportiva in adolescenza / SCOTTO DI LUZIO, Silvia; Procentese, Fortuna. - (2012). (Intervento presentato al convegno IL COMPORTAMENTO MOTORIO E SPORTIVO TRA RICERCA E LAVORO SUL CAMPO tenutosi a Università degli Studi di Verona, Facoltà di Scienze Motorie nel 24-26 Maggio 2012).
La relazione allenatore - atleta: percezione reciproca e influenza sull’attività sportiva in adolescenza
SCOTTO DI LUZIO, SILVIA;PROCENTESE, FORTUNA
2012
Abstract
Il presente lavoro nasce nell’ambito degli studi sul ruolo delle relazioni interpersonali nella pratica sportiva degli adolescenti. Tra le relazioni significative, la relazione allenatore-atleta costituisce un elemento cardine sia del processo di allenamento che dello sviluppo fisico e psicosociale dell’atleta adolescente (Jowett, 2005). Finalità generale del lavoro è stata esplorare la rappresentazione reciproca della relazione allenatore-atleta, e la percezione reciproca dell’impatto della qualità di tale relazione sulla motivazione dell’atleta. Nello specifico, l’obiettivo è stato indagare gli stili di comunicazione allenatore-atleta in allenamento e in gara, le modalità di trasmissione di valori e competenze, e il processo di costruzione e di sviluppo della relazione. Alla ricerca hanno partecipato 50 atleti adolescenti e 21 allenatori, provenienti da società sportive campane, reclutati attraverso un campionamento teorico (Cicognani, 2003). Sono stati presi in considerazione i seguenti sport: nuoto, basket, calcio, pallavolo, ginnastica artistica, rugby, pattinaggio artistico. Per la ricerca è stata creata ad hoc un’intervista semistrutturata focalizzata sulle seguenti aree: Rapporto con la disciplina sportiva; Comunicazione; Sportspersonship; Resilienza; Motivazioni; Aspettative. L’analisi delle interviste è stata effettuata con l’approccio della Grounded Theory (Strauss & Corbin, 1998) e con il supporto del software ATLAS.ti. Attraverso le fasi di codifica aperta, assiale e selettiva, si è giunti all’individuazione della relazione tra le categorie di significato e alla creazione della core category. Dai risultati emerge che il gruppo sportivo si configura per gli adolescenti come una seconda famiglia, in cui gli altri atleti vengono percepiti come fratelli e la figura dell’allenatore assume un significato centrale, sostitutivo al genitore. È più facile per questi ragazzi confidarsi con l’allenatore che con i genitori, e i consigli dell’allenatore sono considerati preziosi. L’allenatore diventa una guida non solo nello sport ma anche nella vita. La discrepanza tra percezioni reciproche circa lo stile comunicativo allenatore-atleta sembra influenzare la performance sportiva e in generale l’andamento della carriera degli atleti, incidendo notevolmente sul clima emotivo in allenamento e in gara. La lettura del fenomeno ha fornito inoltre ulteriori spunti di riflessione per la programmazione di interventi volti al sostegno della relazione atleta-allenatore, alla promozione del benessere e alla prevenzione del drop-out.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.