Le opere letterarie straniere nel momento in cui vengono tradotte nella cultura d’arrivo di una determinata nazione vengono immerse, e cominciano ad interagire, all’interno del sistema letterario/culturale di tale nazione. La traduzione non è dunque soltanto una “trasposizione da un sistema di simboli ad un altro” (Eco 2010: 225), ma un trasferimento di norme, valori, rimandi culturali e letterari, scopi, da un sistema linguistico e culturale ad un altro; dunque un vero fenomeno di comunicazione interculturale e sociale (Even-Zohar 1995). In tale prospettiva i testi tradotti contribuiscono anche alla configurazione di identità nazionali da parte di comunità straniere (Venuti 1998:67).Nel testo preso in esame, Eat Pray Love, sono rappresentate diverse etnie e diversi paesi, tra cui l’Italia. Pubblicato nel 2006 negli Stati Uniti come romanzo autobiografico, Eat Pray Love è stato uno dei casi editoriali degli ultimi anni. Incoronato bestseller dal New York Times per 200 settimane consecutive, il libro ha ad oggi venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo, ed è stato tradotto tradotte in trenta lingue. Il testo, tuttavia, fin dal titolo – che nell’ottica dell’autrice riassume le tre fasi fondamentali del percorso geografico/spirituale alla ricerca di un nuovo approccio con la vita e la spiritualità – denuncia il suo concentrato di luoghi comuni. La prima tappa del viaggio prevede l’Italia, in particolare Roma e Napoli, alla ricerca del piacere sensoriale dove si sperimenta solo il dolce far niente e si MANGIA, poi l’elevazione spirituale in un ashram in India (PREGA), ed infine un lungo soggiorno a Bali dove ritrova equilibrio interiore e capacità d’amare (AMA). In particolare,il viaggio a Napoli compiuto dalla protagonista, e la sua traduzione, verranno analizzati utilizzando gli strumenti teorici offerti dall’ Appraisal Framework (AF). L’AF è un approccio finalizzato all’analisi ed alla descrizione del modo in cui la lingua è usata per esprimere una valutazione e/o un giudizio per gestire relazioni e modi di porsi interpersonali, e per costruire persone/aggi mediatici e letterari. Nel suo viaggio a Napoli l’autrice ripropone eterostereotipi che si caricano di valenze identitarie che divengono epitome della ‘napoletanità’, e ne influenzano comportamenti. Si tratta dunque di veri pregiudizi poich锓Quando lo stereotipo ha anche la capacità di orientare gli atteggiamenti e le azioni si produce il pregiudizio” (Giaccardi 2005:219). La nostra analisi testuale conferma quindi, purtroppo, ancora una volta come“da sempre Napoli è un luogo comune, un’idea ricevuta” (Durante 2011:11).

Eat Pray Love: un viaggio a Napoli, tra pizza e pregiudizi / Cavaliere, Flavia. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il Viaggio a Napoli tra letteratura e arti tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 19-20-21 aprile 2012).

Eat Pray Love: un viaggio a Napoli, tra pizza e pregiudizi.

CAVALIERE, Flavia
2012

Abstract

Le opere letterarie straniere nel momento in cui vengono tradotte nella cultura d’arrivo di una determinata nazione vengono immerse, e cominciano ad interagire, all’interno del sistema letterario/culturale di tale nazione. La traduzione non è dunque soltanto una “trasposizione da un sistema di simboli ad un altro” (Eco 2010: 225), ma un trasferimento di norme, valori, rimandi culturali e letterari, scopi, da un sistema linguistico e culturale ad un altro; dunque un vero fenomeno di comunicazione interculturale e sociale (Even-Zohar 1995). In tale prospettiva i testi tradotti contribuiscono anche alla configurazione di identità nazionali da parte di comunità straniere (Venuti 1998:67).Nel testo preso in esame, Eat Pray Love, sono rappresentate diverse etnie e diversi paesi, tra cui l’Italia. Pubblicato nel 2006 negli Stati Uniti come romanzo autobiografico, Eat Pray Love è stato uno dei casi editoriali degli ultimi anni. Incoronato bestseller dal New York Times per 200 settimane consecutive, il libro ha ad oggi venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo, ed è stato tradotto tradotte in trenta lingue. Il testo, tuttavia, fin dal titolo – che nell’ottica dell’autrice riassume le tre fasi fondamentali del percorso geografico/spirituale alla ricerca di un nuovo approccio con la vita e la spiritualità – denuncia il suo concentrato di luoghi comuni. La prima tappa del viaggio prevede l’Italia, in particolare Roma e Napoli, alla ricerca del piacere sensoriale dove si sperimenta solo il dolce far niente e si MANGIA, poi l’elevazione spirituale in un ashram in India (PREGA), ed infine un lungo soggiorno a Bali dove ritrova equilibrio interiore e capacità d’amare (AMA). In particolare,il viaggio a Napoli compiuto dalla protagonista, e la sua traduzione, verranno analizzati utilizzando gli strumenti teorici offerti dall’ Appraisal Framework (AF). L’AF è un approccio finalizzato all’analisi ed alla descrizione del modo in cui la lingua è usata per esprimere una valutazione e/o un giudizio per gestire relazioni e modi di porsi interpersonali, e per costruire persone/aggi mediatici e letterari. Nel suo viaggio a Napoli l’autrice ripropone eterostereotipi che si caricano di valenze identitarie che divengono epitome della ‘napoletanità’, e ne influenzano comportamenti. Si tratta dunque di veri pregiudizi poich锓Quando lo stereotipo ha anche la capacità di orientare gli atteggiamenti e le azioni si produce il pregiudizio” (Giaccardi 2005:219). La nostra analisi testuale conferma quindi, purtroppo, ancora una volta come“da sempre Napoli è un luogo comune, un’idea ricevuta” (Durante 2011:11).
2012
Eat Pray Love: un viaggio a Napoli, tra pizza e pregiudizi / Cavaliere, Flavia. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il Viaggio a Napoli tra letteratura e arti tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 19-20-21 aprile 2012).
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