Il cambiamento climatico è tra i processi che maggiormente incidono sull'ambiente umano. Nel territorio contemporaneo, in particolar modo nelle aree metropolitane, sta diventando sempre più importante pianificare, progettare e gestire le trasformazioni guardando alla città come ad un ecosistema urbano fragile, alla ricerca di nuovi equilibri e degli strumenti adeguati per raggiungerli. Fra gli effetti più immediati del cambiamento climatico, quello che sta impattando con più evidenza sull'assetto fisico delle città, sulla salubrità dell'ambiente urbano, sulla salute dei cittadini e sul benessere microclimatico degli spazi aperti è legato alla modificazione del ciclo delle acque. Lo studio delle problematiche legate all’acqua – dalle soluzioni progettuali per reintrodurla nell'ambiente urbano, alle possibili linee di governance per affrontarle – è diventato, dunque, fondamentale. La ricerca si concentra sulla pianificazione e sul disegno di spazi pubblici aperti in ambito urbano attraverso l'apporto delle discipline dell'urbanistica, della tecnologia, della composizione urbana, della valutazione e dell'ingegneria agraria, idraulica ed ambientale. Il suo raggio d’azione spazia fra la ricognizione critica di best practices rilevabili in ambito internazionale e la sperimentazione sul campo nelle aree industriali dismesse dei territori ad est e ad ovest di Napoli. Queste vengono interpretate come bacini sufficientemente resilienti dai quali riconnettersi agli strati di naturalità precedenti, coniugando l’esigenza di rigenerazione urbana con l'elaborazione di pattern mirati alla valorizzazione ecologica delle risorse naturali. Per integrare i diversi apporti disciplinari concorrenti all'elaborazione di soluzioni-tipo generalizzabili all'area Mediterranea, e per calibrarle all'esigenza prioritaria di fare città, la ricerca si avvale del contributo delle analisi urbane e territoriali della scuola tipo-morfologica riguardato alla luce delle esigenze poste dalla sostenibilità. Nell'orizzonte postfordista della rigenerazione urbana è possibile, infatti, accompagnare le trasformazioni in corso ricostruendo la ratio degli originari insediamenti naturali per ricercare tracce e sedimenti di quelle regole sopravvissute all'industrializzazione e al suo indotto. Ciò comporta la possibilità di misurarsi con la resilienza del territorio mentre pianifichiamo e progettiamo "con la natura" le trasformazioni future.
Spazi aperti urbani resilienti alle acque meteoriche in regime di cambiamenti climatici / Romano, Nunzio; Chirico, GIOVANNI BATTISTA; Palladino, Mario; DE FALCO, Melania. - (2012). (Intervento presentato al convegno Spazi aperti urbani resilienti alle acque meteoriche in regime di cambiamenti climatici. nel 1/01/2012).
Spazi aperti urbani resilienti alle acque meteoriche in regime di cambiamenti climatici.
ROMANO, NUNZIO;CHIRICO, GIOVANNI BATTISTA;PALLADINO, MARIO;DE FALCO, MELANIA
2012
Abstract
Il cambiamento climatico è tra i processi che maggiormente incidono sull'ambiente umano. Nel territorio contemporaneo, in particolar modo nelle aree metropolitane, sta diventando sempre più importante pianificare, progettare e gestire le trasformazioni guardando alla città come ad un ecosistema urbano fragile, alla ricerca di nuovi equilibri e degli strumenti adeguati per raggiungerli. Fra gli effetti più immediati del cambiamento climatico, quello che sta impattando con più evidenza sull'assetto fisico delle città, sulla salubrità dell'ambiente urbano, sulla salute dei cittadini e sul benessere microclimatico degli spazi aperti è legato alla modificazione del ciclo delle acque. Lo studio delle problematiche legate all’acqua – dalle soluzioni progettuali per reintrodurla nell'ambiente urbano, alle possibili linee di governance per affrontarle – è diventato, dunque, fondamentale. La ricerca si concentra sulla pianificazione e sul disegno di spazi pubblici aperti in ambito urbano attraverso l'apporto delle discipline dell'urbanistica, della tecnologia, della composizione urbana, della valutazione e dell'ingegneria agraria, idraulica ed ambientale. Il suo raggio d’azione spazia fra la ricognizione critica di best practices rilevabili in ambito internazionale e la sperimentazione sul campo nelle aree industriali dismesse dei territori ad est e ad ovest di Napoli. Queste vengono interpretate come bacini sufficientemente resilienti dai quali riconnettersi agli strati di naturalità precedenti, coniugando l’esigenza di rigenerazione urbana con l'elaborazione di pattern mirati alla valorizzazione ecologica delle risorse naturali. Per integrare i diversi apporti disciplinari concorrenti all'elaborazione di soluzioni-tipo generalizzabili all'area Mediterranea, e per calibrarle all'esigenza prioritaria di fare città, la ricerca si avvale del contributo delle analisi urbane e territoriali della scuola tipo-morfologica riguardato alla luce delle esigenze poste dalla sostenibilità. Nell'orizzonte postfordista della rigenerazione urbana è possibile, infatti, accompagnare le trasformazioni in corso ricostruendo la ratio degli originari insediamenti naturali per ricercare tracce e sedimenti di quelle regole sopravvissute all'industrializzazione e al suo indotto. Ciò comporta la possibilità di misurarsi con la resilienza del territorio mentre pianifichiamo e progettiamo "con la natura" le trasformazioni future.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.