Uno dei problemi più comuni relativi alla conservazione e prevenzione del deterioramento dei beni culturali, sia mobili (es. vasi, pitture, statue ed altri manufatti) sia immobili (es. monumenti, siti archeologici, facciate di edifici), è rappresentato dalle incrostazioni organiche che si formano su di essi. Tali incrostazioni sono dovute allo sviluppo di microrganismi (biodeteriogeni) quali batteri, cianobatteri, alghe, licheni e funghi. E' sempre acceso il dibattito tra gli addetti alla gestione dei beni culturali riguardo la scelta della modalità degli interventi di recupero, restauro e riqualificazione che comportino il potenziale rischio di alterare il bene stesso o l'ambiente circostante E' il caso, per esempio, degli interventi che prevedono l'uso di sostanze chimiche che, pur nei casi in cui risultano efficaci, possono provocare danni al bene su cui si interviene o all'area che lo circonda o agli operatori addetti agli interventi. Il progetto proposto prevede l'esame delle cause che determinano l'impianto e sviluppo delle bioincrostazioni, le alterazioni subite dai substrati dei manufatti, la raccolta di campioni di bioincrostazioni, la loro coltivazione in laboratorio, l'identificazione dei microrganismi che compongono le bioincrostazioni ed infine la loro eliminazione utilizzando una tecnica basata sull'uso di microonde a bassa temperatura. Col presente progetto, la metodologia sarà riesaminata in tutte le sue fasi per verificarne l'applicabilità su manufatti in tufo o terracotta. A tal fine, si opererà specificamente sulle bioincrostazioni presenti sui muri e sui vasi storici dell'Orto Botanico di Napoli.
Identificazione ed eliminazione dei microrganismi che compongono le bioincrostazioni sui muri e sui vasi storici dell'Orto Botanico di Napoli / DE CASTRO, Olga. - (2011).
Identificazione ed eliminazione dei microrganismi che compongono le bioincrostazioni sui muri e sui vasi storici dell'Orto Botanico di Napoli
DE CASTRO, OLGA
2011
Abstract
Uno dei problemi più comuni relativi alla conservazione e prevenzione del deterioramento dei beni culturali, sia mobili (es. vasi, pitture, statue ed altri manufatti) sia immobili (es. monumenti, siti archeologici, facciate di edifici), è rappresentato dalle incrostazioni organiche che si formano su di essi. Tali incrostazioni sono dovute allo sviluppo di microrganismi (biodeteriogeni) quali batteri, cianobatteri, alghe, licheni e funghi. E' sempre acceso il dibattito tra gli addetti alla gestione dei beni culturali riguardo la scelta della modalità degli interventi di recupero, restauro e riqualificazione che comportino il potenziale rischio di alterare il bene stesso o l'ambiente circostante E' il caso, per esempio, degli interventi che prevedono l'uso di sostanze chimiche che, pur nei casi in cui risultano efficaci, possono provocare danni al bene su cui si interviene o all'area che lo circonda o agli operatori addetti agli interventi. Il progetto proposto prevede l'esame delle cause che determinano l'impianto e sviluppo delle bioincrostazioni, le alterazioni subite dai substrati dei manufatti, la raccolta di campioni di bioincrostazioni, la loro coltivazione in laboratorio, l'identificazione dei microrganismi che compongono le bioincrostazioni ed infine la loro eliminazione utilizzando una tecnica basata sull'uso di microonde a bassa temperatura. Col presente progetto, la metodologia sarà riesaminata in tutte le sue fasi per verificarne l'applicabilità su manufatti in tufo o terracotta. A tal fine, si opererà specificamente sulle bioincrostazioni presenti sui muri e sui vasi storici dell'Orto Botanico di Napoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.