Bataille è l’autore dell’impossibile e della parte maledetta. Come negarlo! Ma limitarsi a dire di un autore così paradossale quale Bataille è, che è il filosofo dell’eccesso, significa forse togliergli il suo carattere più proprio: di essere (stato), nella sua vita e nella sua riflessione, un irriducibile paradosso. La singolare definizione che Bataille dà del tempo: la durata della perdita, una definizione che, prim’ancora di esser tale, è l’esperienza che il mortale fa della propria irriducibilità di mortale, consente, con l’acquisizione definitiva e definitoria di un essere roso all’interno dal tempo, di leggere Bataille aldilà dei “suoi” topoi e di porre, in maniera discreta, la questione politica e filosofica di un’altra lettura dei suoi testi che liberi Bataille e la sua scrittura sull'abisso da un'asinina affermazione dell'eccesso e consenta di far emergere il tema vero e unico della sua riflessione: la grazia dell’irriducibile – attraversando, con la solidità della propria carne, le forme disfattiste del tempo, un tempo che chiede solo di essere capricciosamente consumato.
Perdere tempo. Pensare con Bataille / Papparo, FELICE CIRO. - (2012).
Perdere tempo. Pensare con Bataille
PAPPARO, FELICE CIRO
2012
Abstract
Bataille è l’autore dell’impossibile e della parte maledetta. Come negarlo! Ma limitarsi a dire di un autore così paradossale quale Bataille è, che è il filosofo dell’eccesso, significa forse togliergli il suo carattere più proprio: di essere (stato), nella sua vita e nella sua riflessione, un irriducibile paradosso. La singolare definizione che Bataille dà del tempo: la durata della perdita, una definizione che, prim’ancora di esser tale, è l’esperienza che il mortale fa della propria irriducibilità di mortale, consente, con l’acquisizione definitiva e definitoria di un essere roso all’interno dal tempo, di leggere Bataille aldilà dei “suoi” topoi e di porre, in maniera discreta, la questione politica e filosofica di un’altra lettura dei suoi testi che liberi Bataille e la sua scrittura sull'abisso da un'asinina affermazione dell'eccesso e consenta di far emergere il tema vero e unico della sua riflessione: la grazia dell’irriducibile – attraversando, con la solidità della propria carne, le forme disfattiste del tempo, un tempo che chiede solo di essere capricciosamente consumato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.