Il contributo intende presentare i risultati di una attività di ricerca e di sperimentazione didattica sul progetto della residenza in relazione alla riqualificazione di quartieri di edilizia pubblica del novecento. Il caso studio è il Rione Luzzatti a Napoli, una delle prime realizzazioni dell’Istituto Autonomo Case Popolari su progetto dell’ingegner Primicerio. Il progetto del Rione si basa su una precisa maglia ortogonale con isolati a corte quadrati che, nella giacitura e nella misura, sembrano richiamare altri interventi di espansione della città ad oriente (il Vasto in particolare). Alla chiarezza di impianto si aggiunge, nel progetto originario, la scelta tipologica dell’isolato a corte che arricchisce la composizione con un sistema di spazi aperti destinati a verde. Le abitazioni rispondono agli standard dell’epoca per il livello sociale cui erano destinate le case e presentano problemi di isorientamento, affaccio, dimensioni minime, soprattutto degli ambienti di servizio. Nel quartiere ebbe modo di intervenire, dopo le distruzioni belliche del secondo conflitto mondiale, Luigi Cosenza con la ricostruzione di un intero isolato. Cosenza conferma la tipologia a corte dell’isolato ma alterna edifici a ballatoio (ballatoio a nord e abitazioni interamente esposte a sud) ed edifici in linea (tutti con ingresso dalla corte ma ‘specchiati’ nella disposizione dell’appartamento in modo da avere sempre la zona notte a est). Il progetto di Cosenza ben si inserisce nella sua più generale ricerca sulla abitazione pubblica e le soluzioni qui sperimentate sono confrontabili con altre, forse più famose, sue realizzazioni. In tal senso quella di Cosenza costituisce una importante lezione che coniuga una attenta riflessione sul tema dell’abitare con i caratteri di un impianto urbano cui attenersi (qui per la verità anche per l’utilizzo delle strutture fondali dell’edificio bombardato). Ed oggi? La sperimentazione progettuale su un’area di completamento per la costruzione di nuove residenze (a parità di volume con alcuni abbattimenti di edifici ‘aggiunti’ all’impianto originario) sperimenta la possibilità di inserire una nuova giacitura, tratta dalla antica organizzazione naturale e idraulica del territorio precedente la sua urbanizzazione e, saltando di scala, costruire un isolato di misura doppia – che contenga attrezzature e ‘monumenti’ – su un suolo permeabile attraverso il quale ristabilire un perduto rapporto con la natura dei luoghi.
Rione Luzzatti a Napoli: dalla lezione di Luigi Cosenza alla sostenibilità urbana contemporanea / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2012). (Intervento presentato al convegno Abitare il nuovo/abitare di nuovo ai tempi della crisi. Atti delle Giornate Internazionali di Studio “Abitare il Futuro” 2a Edizione tenutosi a Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II nel 12-13 dicembre 2012).
Rione Luzzatti a Napoli: dalla lezione di Luigi Cosenza alla sostenibilità urbana contemporanea
VISCONTI, FEDERICA
2012
Abstract
Il contributo intende presentare i risultati di una attività di ricerca e di sperimentazione didattica sul progetto della residenza in relazione alla riqualificazione di quartieri di edilizia pubblica del novecento. Il caso studio è il Rione Luzzatti a Napoli, una delle prime realizzazioni dell’Istituto Autonomo Case Popolari su progetto dell’ingegner Primicerio. Il progetto del Rione si basa su una precisa maglia ortogonale con isolati a corte quadrati che, nella giacitura e nella misura, sembrano richiamare altri interventi di espansione della città ad oriente (il Vasto in particolare). Alla chiarezza di impianto si aggiunge, nel progetto originario, la scelta tipologica dell’isolato a corte che arricchisce la composizione con un sistema di spazi aperti destinati a verde. Le abitazioni rispondono agli standard dell’epoca per il livello sociale cui erano destinate le case e presentano problemi di isorientamento, affaccio, dimensioni minime, soprattutto degli ambienti di servizio. Nel quartiere ebbe modo di intervenire, dopo le distruzioni belliche del secondo conflitto mondiale, Luigi Cosenza con la ricostruzione di un intero isolato. Cosenza conferma la tipologia a corte dell’isolato ma alterna edifici a ballatoio (ballatoio a nord e abitazioni interamente esposte a sud) ed edifici in linea (tutti con ingresso dalla corte ma ‘specchiati’ nella disposizione dell’appartamento in modo da avere sempre la zona notte a est). Il progetto di Cosenza ben si inserisce nella sua più generale ricerca sulla abitazione pubblica e le soluzioni qui sperimentate sono confrontabili con altre, forse più famose, sue realizzazioni. In tal senso quella di Cosenza costituisce una importante lezione che coniuga una attenta riflessione sul tema dell’abitare con i caratteri di un impianto urbano cui attenersi (qui per la verità anche per l’utilizzo delle strutture fondali dell’edificio bombardato). Ed oggi? La sperimentazione progettuale su un’area di completamento per la costruzione di nuove residenze (a parità di volume con alcuni abbattimenti di edifici ‘aggiunti’ all’impianto originario) sperimenta la possibilità di inserire una nuova giacitura, tratta dalla antica organizzazione naturale e idraulica del territorio precedente la sua urbanizzazione e, saltando di scala, costruire un isolato di misura doppia – che contenga attrezzature e ‘monumenti’ – su un suolo permeabile attraverso il quale ristabilire un perduto rapporto con la natura dei luoghi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.