La città contemporanea ha progressivamente perso la capacità di produrre spazi di qualità e luoghi pubblici. Dal centro alle periferie la povertà dei nuovi tessuti è evidente e ad essa si sono aggiunte una anonima e scarsa qualità edilizia e architettonica della gran parte degli edifici costruiti dagli anni ’70 in poi e degli spazi tra gli edifici, degli spazi di relazione, delle strade e delle infrastrutture. È necessario uno sguardo orientato ai nuovi paesaggi: luoghi riconoscibili in cui la specificità e l’identità delle aree suggeriscano la via di una possibile proposta, per assegnare all’abitare un ruolo di orientamento, di mappa, nel sistema urbano, un approccio fortemente integrato ai problemi dell’abitare, una impostazione programmatica riflettente, una chiara e ambiziosa idea di spazio pubblico capace di contaminare la città. La città come organismo ecologico, sostenibile, realizzabile quanto più ampia sarà la comprensione delle relazioni tra cittadino, servizi, programmi di trasporto e di produzione di energia, insieme a quella del loro impatto globale sull’ambiente circostante e sul loro più esteso intorno geografico. Uno “scenario urbano possibile” che cerca un equilibrio tra la funzionalità della vita urbana e l’abitare, p per mettere di nuovo insieme “Urbs e Civitas”.
La residenza da modello tipo-morfologico a nuovo paesaggio / Multari, Giovanni. - (2012). (Intervento presentato al convegno Abitare il nuovo / abitare di nuovo ai tempi della crisi tenutosi a Università degli studi di Napoli Federico II - Dipartimento di progettazione urbana e di urbanistica nel 12/13 dicembre 2012).
La residenza da modello tipo-morfologico a nuovo paesaggio
MULTARI, GIOVANNI
2012
Abstract
La città contemporanea ha progressivamente perso la capacità di produrre spazi di qualità e luoghi pubblici. Dal centro alle periferie la povertà dei nuovi tessuti è evidente e ad essa si sono aggiunte una anonima e scarsa qualità edilizia e architettonica della gran parte degli edifici costruiti dagli anni ’70 in poi e degli spazi tra gli edifici, degli spazi di relazione, delle strade e delle infrastrutture. È necessario uno sguardo orientato ai nuovi paesaggi: luoghi riconoscibili in cui la specificità e l’identità delle aree suggeriscano la via di una possibile proposta, per assegnare all’abitare un ruolo di orientamento, di mappa, nel sistema urbano, un approccio fortemente integrato ai problemi dell’abitare, una impostazione programmatica riflettente, una chiara e ambiziosa idea di spazio pubblico capace di contaminare la città. La città come organismo ecologico, sostenibile, realizzabile quanto più ampia sarà la comprensione delle relazioni tra cittadino, servizi, programmi di trasporto e di produzione di energia, insieme a quella del loro impatto globale sull’ambiente circostante e sul loro più esteso intorno geografico. Uno “scenario urbano possibile” che cerca un equilibrio tra la funzionalità della vita urbana e l’abitare, p per mettere di nuovo insieme “Urbs e Civitas”.File | Dimensione | Formato | |
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