La dissertazione del dott. Francesco Pelliccio è dedicata agli epigrammi di Apollonide, poeta greco appartenente alla Corona di Filippo e attivo tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C. Si tratta di un corpus di circa trenta carmi. Su Apollonide mancavano ancora uno studio d'insieme e un commento esteso. La dissertazione si apre con un'ampia introduzione, dove vengono discussi tutti gli elementi che permettono di inquadrare la figura e la poesia di Apollonide. Dopo avere vagliato i pochi indizi di cronologia esterna e interna e i vari tentativi compiuti dalla critica per identificare e collocare geograficamente il poeta, il dott. Pelliccio distingue gli epigrammi di sicura attribuzione da quelli di attribuzione probabile e da quelli di dubbia paternità ovvero spuri. L'introduzione prosegue con l'esame delle principali caratteristiche letterarie e stilistiche di Apollonide e con alcune riflessioni sui suoi possibili rapporti con la poesia latina e sulle tracce della sua fortuna presso gli autori successivi. Viene infine proposta una visione d'insieme sulla metrica e sulla prosodia dei carmi di Apollonide. La parte più ampia della dissertazione è occupata dal commento. Per ogni epigramma il dott. Pelliccio organizza il materiale secondo uno schema ricorrente: in primo luogo riporta il testo greco, fondandosi (con alcune eccezioni) sull'edizione di Beckby, ma tenendo costantemente presenti anche le altre edizioni moderne dell'Anthologia Graeca; fornisce una personale traduzione italiana; introduce il commento con una discussione che tiene conto dell'intero componimento; offre infine un commento puntuale, verso per verso e (ove opportuno) parola per parola. Il commento è di stampo soprattutto intertestuale, ma include anche osservazioni di carattere critico-testuale, linguistico, lessicale e metrico. Esso mette in risalto la notevole cultura di Apollonide e individua in lui un poeta di impronta marcatamente callimachea. Se ne ricava che Apollonide, benché non particolarmente “originale” secondo i canoni estetici contemporanei, è in possesso di una profonda doctrina ed è in grado di variare con un tocco personale i luoghi comuni della poesia epigrammatica ed ellenistica. Risultano frequenti le citazioni, le allusioni e i riecheggiamneti di altri poeti (soprattutto Omero, Leonida, Callimaco e i tragici), alcuni dei quali sono stati messi in luce qui per la prima volta. Il commento mira inoltre a contestualizzare le funzioni e le modalità delle riprese di autori precedenti da parte di Apollonide.
Gli epigrammi di Apollonide. Introduzione, traduzione e commento / Massimilla, Giulio. - (2013).
Gli epigrammi di Apollonide. Introduzione, traduzione e commento
MASSIMILLA, GIULIO
2013
Abstract
La dissertazione del dott. Francesco Pelliccio è dedicata agli epigrammi di Apollonide, poeta greco appartenente alla Corona di Filippo e attivo tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C. Si tratta di un corpus di circa trenta carmi. Su Apollonide mancavano ancora uno studio d'insieme e un commento esteso. La dissertazione si apre con un'ampia introduzione, dove vengono discussi tutti gli elementi che permettono di inquadrare la figura e la poesia di Apollonide. Dopo avere vagliato i pochi indizi di cronologia esterna e interna e i vari tentativi compiuti dalla critica per identificare e collocare geograficamente il poeta, il dott. Pelliccio distingue gli epigrammi di sicura attribuzione da quelli di attribuzione probabile e da quelli di dubbia paternità ovvero spuri. L'introduzione prosegue con l'esame delle principali caratteristiche letterarie e stilistiche di Apollonide e con alcune riflessioni sui suoi possibili rapporti con la poesia latina e sulle tracce della sua fortuna presso gli autori successivi. Viene infine proposta una visione d'insieme sulla metrica e sulla prosodia dei carmi di Apollonide. La parte più ampia della dissertazione è occupata dal commento. Per ogni epigramma il dott. Pelliccio organizza il materiale secondo uno schema ricorrente: in primo luogo riporta il testo greco, fondandosi (con alcune eccezioni) sull'edizione di Beckby, ma tenendo costantemente presenti anche le altre edizioni moderne dell'Anthologia Graeca; fornisce una personale traduzione italiana; introduce il commento con una discussione che tiene conto dell'intero componimento; offre infine un commento puntuale, verso per verso e (ove opportuno) parola per parola. Il commento è di stampo soprattutto intertestuale, ma include anche osservazioni di carattere critico-testuale, linguistico, lessicale e metrico. Esso mette in risalto la notevole cultura di Apollonide e individua in lui un poeta di impronta marcatamente callimachea. Se ne ricava che Apollonide, benché non particolarmente “originale” secondo i canoni estetici contemporanei, è in possesso di una profonda doctrina ed è in grado di variare con un tocco personale i luoghi comuni della poesia epigrammatica ed ellenistica. Risultano frequenti le citazioni, le allusioni e i riecheggiamneti di altri poeti (soprattutto Omero, Leonida, Callimaco e i tragici), alcuni dei quali sono stati messi in luce qui per la prima volta. Il commento mira inoltre a contestualizzare le funzioni e le modalità delle riprese di autori precedenti da parte di Apollonide.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.