L'empatia come compassione: da Edith Stein a Martha Nussbaum

Restituire all’empatia e alla compassione i loro significati ed esplorare le capacità, che hanno, di esprimere e di realizzare obiettivi di maggiore umanità è il compito cui è necessario far fronte, muovendo dalla consapevolezza che non c’è, né può esserci una esistenza umana senza empatia e senza compassione. Perché vivendo nell’orizzonte dell’empatia non c’è un estraneo da cui difendersi, assorbendolo, isolandolo o negandolo, ma uno simile in umanità da riconoscere e da amare. Guardando l’esistenza umana da questa angolatura avviene come un miracolo, perché «Finalmente, da una parte e dall’altra, benché sotto forme diverse, emerge quest’ “Altro”, che è nondimeno “la mia vita”. Nell’esperienza personale, l’Estraneo è a un tempo l’irriducibile e colui senza il quale vivere non è più vivere»