Il libro, aperto da una introduzione degli autori che ne guida la lettura, contiene una raccolta di saggi nata a valle di una ricerca sulla resilienza degli spazi aperti urbani alle acque meteoriche che ha visto al lavoro un team di trenta ricercatori e docenti dell’Università Federico II di Napoli. La prima parte del libro, nel presentare alcuni risultati del confronto scientifico con studiosi di altre università, apre una finestra su esperienze europee e americane che hanno raccolto la sfida di “progettare con la natura” in aree urbanizzate facendo i conti con il frame concettuale della resilienza alle acque. La seconda parte colloca ragionamenti teorici, strumenti analitici e sperimentazioni metodologiche sul campo della piana ex industriale ad est di Napoli, sito dal metabolismo delicato a causa delle origini paludose, ove un’infrastrutturazione pesante si è sovrapposta alla naturale condizione di fragilità che gli deriva dall’essere il bacino di intercettazione e raccolta delle acque provenienti dai rilievi del Somma-Vesuvio e dal sistema collinare a nord della città. Proprio queste caratteristiche hanno fatto dell’area un’utile palestra per declinare, sia pure in via sperimentale, le domande complesse che gli ecosistemi squilibrati del territorio post-metropolitano pongono ai ricercatori e, più in particolare, ai planners.
Planning Strormwater Resilient Urban Open Spaces / Moccia, FRANCESCO DOMENICO; Palestino, MARIA FEDERICA. - (2013), pp. 1-215.
Planning Strormwater Resilient Urban Open Spaces
MOCCIA, FRANCESCO DOMENICO;PALESTINO, MARIA FEDERICA
2013
Abstract
Il libro, aperto da una introduzione degli autori che ne guida la lettura, contiene una raccolta di saggi nata a valle di una ricerca sulla resilienza degli spazi aperti urbani alle acque meteoriche che ha visto al lavoro un team di trenta ricercatori e docenti dell’Università Federico II di Napoli. La prima parte del libro, nel presentare alcuni risultati del confronto scientifico con studiosi di altre università, apre una finestra su esperienze europee e americane che hanno raccolto la sfida di “progettare con la natura” in aree urbanizzate facendo i conti con il frame concettuale della resilienza alle acque. La seconda parte colloca ragionamenti teorici, strumenti analitici e sperimentazioni metodologiche sul campo della piana ex industriale ad est di Napoli, sito dal metabolismo delicato a causa delle origini paludose, ove un’infrastrutturazione pesante si è sovrapposta alla naturale condizione di fragilità che gli deriva dall’essere il bacino di intercettazione e raccolta delle acque provenienti dai rilievi del Somma-Vesuvio e dal sistema collinare a nord della città. Proprio queste caratteristiche hanno fatto dell’area un’utile palestra per declinare, sia pure in via sperimentale, le domande complesse che gli ecosistemi squilibrati del territorio post-metropolitano pongono ai ricercatori e, più in particolare, ai planners.File | Dimensione | Formato | |
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