Nei contesti educativi è indispensabile che gli adulti abbiano cura della propria mente oltre che di quella dei giovani a cui scelgono di dedicarsi. Fra gli strumenti da utilizzare vi è certamente l’osservazione: per ciascun educatore è importante infatti osservare gli altri e se stesso nella relazione educativa, ma soprattutto poter usufruire del prezioso sguardo esterno di un ‘osservatore non partecipante’. Il gruppo, che contiene, sostiene e riconosce ciascun educatore, consente la costruzione di uno spazio di pensiero entro cui co-costruire una prospettiva complessa sulla realtà delle relazioni educative e dei contesti: quella realtà è spesso caotica e densa di emozioni, azioni, significati più o meno sottesi che hanno bisogno – per poter essere compresi e affrontati - del contributo di tutti, nessuno escluso. Il gruppo diviene così una sorta di struttura mentale che ciascun membro può portare con sé sentendosi meno solo nelle situazioni più difficili. Infine, il momento della scrittura per resocontare il proprio lavoro costituisce un’altra tappa fondamentale del processo di riflessione e cura della propria mente: si scrive avendo cura delle parole, ricordando, riosservando, pensando, attingendo ai significati offerti dal gruppo ma anche marcando la propria prospettiva personale che di nuovo dona al gruppo preziosi dettagli.

La cura delle parole nel lavoro educativo / Parrello, Santa. - (2014). (Intervento presentato al convegno Giornate di formazione Maestri di Strada “Educatamente: osservazione, gruppo e scrittura come strumenti per aver cura della propria mente nei contesti educativi” tenutosi a Istituto Casanova, Napoli nel 10-11 settembre 2014).

La cura delle parole nel lavoro educativo

PARRELLO, SANTA
2014

Abstract

Nei contesti educativi è indispensabile che gli adulti abbiano cura della propria mente oltre che di quella dei giovani a cui scelgono di dedicarsi. Fra gli strumenti da utilizzare vi è certamente l’osservazione: per ciascun educatore è importante infatti osservare gli altri e se stesso nella relazione educativa, ma soprattutto poter usufruire del prezioso sguardo esterno di un ‘osservatore non partecipante’. Il gruppo, che contiene, sostiene e riconosce ciascun educatore, consente la costruzione di uno spazio di pensiero entro cui co-costruire una prospettiva complessa sulla realtà delle relazioni educative e dei contesti: quella realtà è spesso caotica e densa di emozioni, azioni, significati più o meno sottesi che hanno bisogno – per poter essere compresi e affrontati - del contributo di tutti, nessuno escluso. Il gruppo diviene così una sorta di struttura mentale che ciascun membro può portare con sé sentendosi meno solo nelle situazioni più difficili. Infine, il momento della scrittura per resocontare il proprio lavoro costituisce un’altra tappa fondamentale del processo di riflessione e cura della propria mente: si scrive avendo cura delle parole, ricordando, riosservando, pensando, attingendo ai significati offerti dal gruppo ma anche marcando la propria prospettiva personale che di nuovo dona al gruppo preziosi dettagli.
2014
La cura delle parole nel lavoro educativo / Parrello, Santa. - (2014). (Intervento presentato al convegno Giornate di formazione Maestri di Strada “Educatamente: osservazione, gruppo e scrittura come strumenti per aver cura della propria mente nei contesti educativi” tenutosi a Istituto Casanova, Napoli nel 10-11 settembre 2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/587028
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