In questo contributo propongo, a partire dal caso della diffusione dei Centri servizi nella città di Napoli, e del loro uso strumentale alla costruzione del consenso elettorale, una lettura del rapporto tra neopatrimonialismo politico, dispositivi di welfare e gruppi di criminalità organizzata. La crisi della rappresentanza politica in Italia negli ultimi anni non ha risparmiato il fenomeno del clientelismo di partito, minando la stabilità di cordate e reti di scambio che fino a pochi anni fa godevano di una certa “credibilità” presso l’elettorato. Queste configurazioni clientelari – pur secondo meccanismi di mediazione impropria – univano pezzi di periferia al centro del sistema politico, garantendo una integrazione alla dimensione nazionale delle tante domande particolaristiche provenienti dai territori. In seguito ai rivolgimenti politici recenti lo scenario pubblico del nostro paese, soprattutto nel Mezzogiorno, ha visto proliferare nuove leadership a livello locale, spesso eredi dirette della tradizione di partito, ma ora orfane dei vecchi “boss” e dei flussi di spesa che questi ultimi avevano il potere di indirizzare dal centro del sistema politico. Le nuove figure della politica locale così si adattano a circuiti di scambio di ridotta dimensione e valore, ma allo stesso tempo godono di maggiore autonomia rispetto alle formazioni politiche nazionali. Esse organizzano in proprio il proselitismo politico e le funzioni della politica di base, facendo perno sul privato sociale e su società private (i Centri servizi) che erogano in convenzione servizi pubblici. Ne consegue una gestione neopatrimonialistica delle residue risorse di welfare che è possibile attivare in sede locale.

Welfare, clientela politica e criminalità organizzata. Il caso dei falsi invalidi a Napoli / Brancaccio, Luciano. - (2014). (Intervento presentato al convegno Welfare, illegalità e mafie tenutosi a Università Politecnica delle Marche nel 7-8 marzo).

Welfare, clientela politica e criminalità organizzata. Il caso dei falsi invalidi a Napoli

BRANCACCIO, LUCIANO
2014

Abstract

In questo contributo propongo, a partire dal caso della diffusione dei Centri servizi nella città di Napoli, e del loro uso strumentale alla costruzione del consenso elettorale, una lettura del rapporto tra neopatrimonialismo politico, dispositivi di welfare e gruppi di criminalità organizzata. La crisi della rappresentanza politica in Italia negli ultimi anni non ha risparmiato il fenomeno del clientelismo di partito, minando la stabilità di cordate e reti di scambio che fino a pochi anni fa godevano di una certa “credibilità” presso l’elettorato. Queste configurazioni clientelari – pur secondo meccanismi di mediazione impropria – univano pezzi di periferia al centro del sistema politico, garantendo una integrazione alla dimensione nazionale delle tante domande particolaristiche provenienti dai territori. In seguito ai rivolgimenti politici recenti lo scenario pubblico del nostro paese, soprattutto nel Mezzogiorno, ha visto proliferare nuove leadership a livello locale, spesso eredi dirette della tradizione di partito, ma ora orfane dei vecchi “boss” e dei flussi di spesa che questi ultimi avevano il potere di indirizzare dal centro del sistema politico. Le nuove figure della politica locale così si adattano a circuiti di scambio di ridotta dimensione e valore, ma allo stesso tempo godono di maggiore autonomia rispetto alle formazioni politiche nazionali. Esse organizzano in proprio il proselitismo politico e le funzioni della politica di base, facendo perno sul privato sociale e su società private (i Centri servizi) che erogano in convenzione servizi pubblici. Ne consegue una gestione neopatrimonialistica delle residue risorse di welfare che è possibile attivare in sede locale.
2014
Welfare, clientela politica e criminalità organizzata. Il caso dei falsi invalidi a Napoli / Brancaccio, Luciano. - (2014). (Intervento presentato al convegno Welfare, illegalità e mafie tenutosi a Università Politecnica delle Marche nel 7-8 marzo).
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