Sono illustrati gli aspestti geomorfologici e geoarcheologici di due importanti siti presenti nel territorio di Mondragone, in Campania: la cavità di Roccia San Sebastiano e l'area marina di Sinuessa, rispettivamente di età paleolitica e greco-romana. In particolare, la cavità tettono-carsica è stata modellata in rocce carbonatiche meso-cenozoiche, colmata da depositi detritici e di natura antropica stratificati, datati radiometricamente, ricchi di frammenti ossei fossili di mammiferi tardo-pleistocenici nonché di un molare deciduo neandertaliano e strumenti litici che nell'insieme indicano una lunga frequentazione, interrotta bruscamente. L'antistante fondale marino è invece un esteso terrazzo d'abrasione con profondità fra -3 e -15 m modellato nell'Ignimbrite Campana (circa 39 ka BP), con elementi archeologici in posto sommersi a varie quote, quali la forma di una macina, i resti di una strada romana e numerose pilae. Il rilevamento geomorfologico, le indagini geoarcheologiche e il risultato di sondaggi geognostici hanno evidenziato un'attività tettonica tardo-quaternaria che ha ribassato sia a terra che a mare i prodotti piroclastici fino al raggiungimento dell'attuale posizione, consentendo di delineare la dinamica morfoevolutiva dell'area negli ultimi 40000 anni.
Aspetti geoarcheologici del territorio di Mondragone (Campania) / Donadio, Carlo. - (2015).
Aspetti geoarcheologici del territorio di Mondragone (Campania)
DONADIO, CARLO
2015
Abstract
Sono illustrati gli aspestti geomorfologici e geoarcheologici di due importanti siti presenti nel territorio di Mondragone, in Campania: la cavità di Roccia San Sebastiano e l'area marina di Sinuessa, rispettivamente di età paleolitica e greco-romana. In particolare, la cavità tettono-carsica è stata modellata in rocce carbonatiche meso-cenozoiche, colmata da depositi detritici e di natura antropica stratificati, datati radiometricamente, ricchi di frammenti ossei fossili di mammiferi tardo-pleistocenici nonché di un molare deciduo neandertaliano e strumenti litici che nell'insieme indicano una lunga frequentazione, interrotta bruscamente. L'antistante fondale marino è invece un esteso terrazzo d'abrasione con profondità fra -3 e -15 m modellato nell'Ignimbrite Campana (circa 39 ka BP), con elementi archeologici in posto sommersi a varie quote, quali la forma di una macina, i resti di una strada romana e numerose pilae. Il rilevamento geomorfologico, le indagini geoarcheologiche e il risultato di sondaggi geognostici hanno evidenziato un'attività tettonica tardo-quaternaria che ha ribassato sia a terra che a mare i prodotti piroclastici fino al raggiungimento dell'attuale posizione, consentendo di delineare la dinamica morfoevolutiva dell'area negli ultimi 40000 anni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.