L'epoca attuale è attraversata da conflitti laceranti e stridenti contraddizioni. Grandi distorsioni, che riguardano la geopolitica, l'economia, l'immaginario. Purtuttavia, su scala planetaria, gli indici di povertà assoluta sono i più bassi mai registrati dalla specie umana. Se all'inizio dell'ottocento oltre il 90% della popolazione planetaria viveva in condizioni di totale indigenza, oggi, in piena crisi, la povertà mondiale è scesa sotto il 10%, (ed era ancora il 30% meno di 25 anni fa). Non si tratta di fare previsioni fantascientifiche, ma la possibilità che nei prossimi 10-15 anni, la percentuale dei "poveri" possa scendere sotto il 5% è veramente a portata di mano. Si può dire che stiamo per sradicare dal mondo una piaga della quale Sapiens soffre dalla notte dei tempi. La matrice di questo risultato è nel combinato disposto di sviluppo tecnologico, ed economia di mercato. Benché in vaste aree del pianeta non assistiamo ancora all'affermarsi pieno della democrazia politica, la "liberazione" di immani forze produttive ha già fatto uscire dall'arretratezza miliardi di individui in vaste aree del mondo. Pur in presenza di "complessi" fenomeni di ambiguità e turbolenza, in America Latina, in Asia, in diverse aree del continente africano, il treno della modernizzazione sembra essersi messo seriamente in moto. Le nuove tecnologie applicate all'agricoltura, l'industrializzazione dei processi di stoccaggio e conservazione di derrate, le strategie di progressiva tutela e valorizzazione dell'ambiente, stanno rendendo sempre più accessibili a grandi masse i beni primari, l'acqua, il cibo, le medicine.La rete, dal suo canto, sta operando, in molti casi,un "salto" di certe tappe classiche nel processo di cambiamento, socializzando, con una fortissima accelerazione, informazioni, conoscenze, visioni del mondo, valori. Tutto questo è in stretta connessione con la diffusione planetaria di una cultura dei diritti individuali, fondata sui principi di eguaglianza, a partire da quella fra i sessi, del pluralismo politico, sociale. La ricerca scientifica, il progresso culturale e civile, il benessere, sono in connessione inscindibile con quell'idea di libertà, che Sen vede contestuale al concetto stesso di "sviluppo". Questo significa che l'educazione alla tolleranza, alla laicità, il rifiuto di ogni dogma, di ogni forma discriminazione, sessuale, razziale, religiosa, costituiscono l'autentica variabile indipendente del nuovo take off umano, così come si configura nelle odierne dinamiche di strutturazione del progresso sociale. Di fronte a questa nuova "grande trasformazione", che crea anche forme di insicurezza e "spaesamento", vi sono concezioni tradizionali, vecchi universi culturali e simbolici, che si pongono in una posizione di rifiuto e opposizione. Siamo nel pieno di una battaglia culturale, cui è legato il destino della storia stessa. La sociologia, questa giovane scienza, come la pensarono i padri fondatori, ha un grande compito davanti, un'irrinunciabile "missione" da assolvere e deve attrezzarsi per fare, fino in fondo, la sua parte. L'epoca attuale è attraversata da conflitti laceranti e stridenti contraddizioni. Grandi distorsioni, che riguardano la geopolitica, l'economia, l'immaginario. Purtuttavia, su scala planetaria, gli indici di povertà assoluta sono i più bassi mai registrati dalla specie umana. Se all'inizio dell'ottocento oltre il 90% della popolazione planetaria viveva in condizioni di totale indigenza, oggi, in piena crisi, la povertà mondiale è scesa sotto il 10%, (ed era ancora il 30% meno di 25 anni fa). Non si tratta di fare previsioni fantascientifiche, ma la possibilità che nei prossimi 10-15 anni, la percentuale dei "poveri" possa scendere sotto il 5% è veramente a portata di mano. Si può dire che stiamo per sradicare dal mondo una piaga della quale Sapiens soffre dalla notte dei tempi. La matrice di questo risultato è nel combinato disposto di sviluppo tecnologico, ed economia di mercato. Benché in vaste aree del pianeta non assistiamo ancora all'affermarsi pieno della democrazia politica, la "liberazione" di immani forze produttive ha già fatto uscire dall'arretratezza miliardi di individui in vaste aree del mondo. Pur in presenza di "complessi" fenomeni di ambiguità e turbolenza, in America Latina, in Asia, in diverse aree del continente africano, il treno della modernizzazione sembra essersi messo seriamente in moto. Le nuove tecnologie applicate all'agricoltura, l'industrializzazione dei processi di stoccaggio e conservazione di derrate, le strategie di progressiva tutela e valorizzazione dell'ambiente, stanno rendendo sempre più accessibili a grandi masse i beni primari, l'acqua, il cibo, le medicine.La rete, dal suo canto, sta operando, in molti casi,un "salto" di certe tappe classiche nel processo di cambiamento, socializzando, con una fortissima accelerazione, informazioni, conoscenze, visioni del mondo, valori. Tutto questo è in stretta connessione con la diffusione planetaria di una cultura dei diritti individuali, fondata sui principi di eguaglianza, a partire da quella fra i sessi, del pluralismo politico, sociale. La ricerca scientifica, il progresso culturale e civile, il benessere, sono in connessione inscindibile con quell'idea di libertà, che Sen vede contestuale al concetto stesso di "sviluppo". Questo significa che l'educazione alla tolleranza, alla laicità, il rifiuto di ogni dogma, di ogni forma discriminazione, sessuale, razziale, religiosa, costituiscono l'autentica variabile indipendente del nuovo take off umano, così come si configura nelle odierne dinamiche di strutturazione del progresso sociale. Di fronte a questa nuova "grande trasformazione", che crea anche forme di insicurezza e "spaesamento", vi sono concezioni tradizionali, vecchi universi culturali e simbolici, che si pongono in una posizione di rifiuto e opposizione. Siamo nel pieno di una battaglia culturale, cui è legato il destino della storia stessa. La sociologia, questa giovane scienza, come la pensarono i padri fondatori, ha un grande compito davanti, un'irrinunciabile "missione" da assolvere e deve attrezzarsi per fare, fino in fondo, la sua parte.

Libertà e comunicazione: il nutrimento demogratico del pianeta / Caramiello, Luigi. - (2016). (Intervento presentato al convegno Making education: throgh cuture tenutosi a Università degli studi di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Sociali, Vico Monte della pietà 1 (Na) nel 14 ottobre 2016).

Libertà e comunicazione: il nutrimento demogratico del pianeta

CARAMIELLO, LUIGI
2016

Abstract

L'epoca attuale è attraversata da conflitti laceranti e stridenti contraddizioni. Grandi distorsioni, che riguardano la geopolitica, l'economia, l'immaginario. Purtuttavia, su scala planetaria, gli indici di povertà assoluta sono i più bassi mai registrati dalla specie umana. Se all'inizio dell'ottocento oltre il 90% della popolazione planetaria viveva in condizioni di totale indigenza, oggi, in piena crisi, la povertà mondiale è scesa sotto il 10%, (ed era ancora il 30% meno di 25 anni fa). Non si tratta di fare previsioni fantascientifiche, ma la possibilità che nei prossimi 10-15 anni, la percentuale dei "poveri" possa scendere sotto il 5% è veramente a portata di mano. Si può dire che stiamo per sradicare dal mondo una piaga della quale Sapiens soffre dalla notte dei tempi. La matrice di questo risultato è nel combinato disposto di sviluppo tecnologico, ed economia di mercato. Benché in vaste aree del pianeta non assistiamo ancora all'affermarsi pieno della democrazia politica, la "liberazione" di immani forze produttive ha già fatto uscire dall'arretratezza miliardi di individui in vaste aree del mondo. Pur in presenza di "complessi" fenomeni di ambiguità e turbolenza, in America Latina, in Asia, in diverse aree del continente africano, il treno della modernizzazione sembra essersi messo seriamente in moto. Le nuove tecnologie applicate all'agricoltura, l'industrializzazione dei processi di stoccaggio e conservazione di derrate, le strategie di progressiva tutela e valorizzazione dell'ambiente, stanno rendendo sempre più accessibili a grandi masse i beni primari, l'acqua, il cibo, le medicine.La rete, dal suo canto, sta operando, in molti casi,un "salto" di certe tappe classiche nel processo di cambiamento, socializzando, con una fortissima accelerazione, informazioni, conoscenze, visioni del mondo, valori. Tutto questo è in stretta connessione con la diffusione planetaria di una cultura dei diritti individuali, fondata sui principi di eguaglianza, a partire da quella fra i sessi, del pluralismo politico, sociale. La ricerca scientifica, il progresso culturale e civile, il benessere, sono in connessione inscindibile con quell'idea di libertà, che Sen vede contestuale al concetto stesso di "sviluppo". Questo significa che l'educazione alla tolleranza, alla laicità, il rifiuto di ogni dogma, di ogni forma discriminazione, sessuale, razziale, religiosa, costituiscono l'autentica variabile indipendente del nuovo take off umano, così come si configura nelle odierne dinamiche di strutturazione del progresso sociale. Di fronte a questa nuova "grande trasformazione", che crea anche forme di insicurezza e "spaesamento", vi sono concezioni tradizionali, vecchi universi culturali e simbolici, che si pongono in una posizione di rifiuto e opposizione. Siamo nel pieno di una battaglia culturale, cui è legato il destino della storia stessa. La sociologia, questa giovane scienza, come la pensarono i padri fondatori, ha un grande compito davanti, un'irrinunciabile "missione" da assolvere e deve attrezzarsi per fare, fino in fondo, la sua parte. L'epoca attuale è attraversata da conflitti laceranti e stridenti contraddizioni. Grandi distorsioni, che riguardano la geopolitica, l'economia, l'immaginario. Purtuttavia, su scala planetaria, gli indici di povertà assoluta sono i più bassi mai registrati dalla specie umana. Se all'inizio dell'ottocento oltre il 90% della popolazione planetaria viveva in condizioni di totale indigenza, oggi, in piena crisi, la povertà mondiale è scesa sotto il 10%, (ed era ancora il 30% meno di 25 anni fa). Non si tratta di fare previsioni fantascientifiche, ma la possibilità che nei prossimi 10-15 anni, la percentuale dei "poveri" possa scendere sotto il 5% è veramente a portata di mano. Si può dire che stiamo per sradicare dal mondo una piaga della quale Sapiens soffre dalla notte dei tempi. La matrice di questo risultato è nel combinato disposto di sviluppo tecnologico, ed economia di mercato. Benché in vaste aree del pianeta non assistiamo ancora all'affermarsi pieno della democrazia politica, la "liberazione" di immani forze produttive ha già fatto uscire dall'arretratezza miliardi di individui in vaste aree del mondo. Pur in presenza di "complessi" fenomeni di ambiguità e turbolenza, in America Latina, in Asia, in diverse aree del continente africano, il treno della modernizzazione sembra essersi messo seriamente in moto. Le nuove tecnologie applicate all'agricoltura, l'industrializzazione dei processi di stoccaggio e conservazione di derrate, le strategie di progressiva tutela e valorizzazione dell'ambiente, stanno rendendo sempre più accessibili a grandi masse i beni primari, l'acqua, il cibo, le medicine.La rete, dal suo canto, sta operando, in molti casi,un "salto" di certe tappe classiche nel processo di cambiamento, socializzando, con una fortissima accelerazione, informazioni, conoscenze, visioni del mondo, valori. Tutto questo è in stretta connessione con la diffusione planetaria di una cultura dei diritti individuali, fondata sui principi di eguaglianza, a partire da quella fra i sessi, del pluralismo politico, sociale. La ricerca scientifica, il progresso culturale e civile, il benessere, sono in connessione inscindibile con quell'idea di libertà, che Sen vede contestuale al concetto stesso di "sviluppo". Questo significa che l'educazione alla tolleranza, alla laicità, il rifiuto di ogni dogma, di ogni forma discriminazione, sessuale, razziale, religiosa, costituiscono l'autentica variabile indipendente del nuovo take off umano, così come si configura nelle odierne dinamiche di strutturazione del progresso sociale. Di fronte a questa nuova "grande trasformazione", che crea anche forme di insicurezza e "spaesamento", vi sono concezioni tradizionali, vecchi universi culturali e simbolici, che si pongono in una posizione di rifiuto e opposizione. Siamo nel pieno di una battaglia culturale, cui è legato il destino della storia stessa. La sociologia, questa giovane scienza, come la pensarono i padri fondatori, ha un grande compito davanti, un'irrinunciabile "missione" da assolvere e deve attrezzarsi per fare, fino in fondo, la sua parte.
2016
Libertà e comunicazione: il nutrimento demogratico del pianeta / Caramiello, Luigi. - (2016). (Intervento presentato al convegno Making education: throgh cuture tenutosi a Università degli studi di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Sociali, Vico Monte della pietà 1 (Na) nel 14 ottobre 2016).
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