Le profondissime trasformazioni che hanno investito negli ultimi decenni la sfera umana e quella naturale consentono oltre di tracciare una netta linea di demarcazione tra questi due domini? La relazione antitetica tra i due poli che la tradizione moderna assumeva in modo sostanzialmente non problematico – in virtù della quale la natura si definiva essenzialmente come non-società – viene in questo testo messa in discussione per mezzo di un’analisi sociologica che fissa nella “catastrofe” il focus della sua indagine. La cosmologia che accoglie l’essere-nel-mondo contemporaneo istituisce un rinnovato stato di indistinzione tra la società e la natura determinatosi, in larga parte, in conseguenza delle maestose conquiste scientifiche e delle relative applicazioni tecniche acquisite e costantemente perfezionate dagli uomini in special modo nell’ultimo mezzo secolo: tale stato di cose comporta notevoli implicazioni di senso – in scenari esistenziali che paiono sempre più esposti a gravi minacce – che l’autore cerca, nei limiti del possibile e con gli strumenti propri della sociologia della conoscenza, di sottrarre alle pastoie dell’ideologia e del senso comune. L’irruzione del male nel mondo – poco importa se in forma di terremoti, di tsunami, malattie o morte – sembra oggi reclamare l’istruzione di un processo cosmico cui gli uomini sono convocati sistematicamente in veste di imputati: svelare le dinamiche sociali che sottendono l’affioramento di tali reviviscenze premoderne è la difficile impresa che questo libro si propone, se non proprio di portare a termine, quantomeno di avviare.
La Natura è inattuale. Scienza, società e catastrofi nel XXI secolo / Camorrino, Antonio. - 23:(2015), pp. 13-233.
La Natura è inattuale. Scienza, società e catastrofi nel XXI secolo
CAMORRINO, ANTONIO
2015
Abstract
Le profondissime trasformazioni che hanno investito negli ultimi decenni la sfera umana e quella naturale consentono oltre di tracciare una netta linea di demarcazione tra questi due domini? La relazione antitetica tra i due poli che la tradizione moderna assumeva in modo sostanzialmente non problematico – in virtù della quale la natura si definiva essenzialmente come non-società – viene in questo testo messa in discussione per mezzo di un’analisi sociologica che fissa nella “catastrofe” il focus della sua indagine. La cosmologia che accoglie l’essere-nel-mondo contemporaneo istituisce un rinnovato stato di indistinzione tra la società e la natura determinatosi, in larga parte, in conseguenza delle maestose conquiste scientifiche e delle relative applicazioni tecniche acquisite e costantemente perfezionate dagli uomini in special modo nell’ultimo mezzo secolo: tale stato di cose comporta notevoli implicazioni di senso – in scenari esistenziali che paiono sempre più esposti a gravi minacce – che l’autore cerca, nei limiti del possibile e con gli strumenti propri della sociologia della conoscenza, di sottrarre alle pastoie dell’ideologia e del senso comune. L’irruzione del male nel mondo – poco importa se in forma di terremoti, di tsunami, malattie o morte – sembra oggi reclamare l’istruzione di un processo cosmico cui gli uomini sono convocati sistematicamente in veste di imputati: svelare le dinamiche sociali che sottendono l’affioramento di tali reviviscenze premoderne è la difficile impresa che questo libro si propone, se non proprio di portare a termine, quantomeno di avviare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.