La tregua esce nel 1997, dieci anni dopo la sua ideazione. E Rosi ha 75 anni. Si tratta di una promessa mantenuta. La peripezia della trama di Levi, quasi per un gioco del destino si riflette nei percorsi decentrati, nelle dilazioni, nelle more, e poi nelle riprese ostinate e nella volontà di arrivare che caratterizzano la realizzazione dell'ultimo film di Francesco Rosi. Ma l'eco delle parole scambiate, durante una lunga telefonata, con Primo Levi si prolungava nel tempo e, riemergeva dai vuoti e sosteneva il progetto, sotto la spinta di un'urgenza: era stata, la proposta di una riduzione cinematografica da La tregua, un barlume di luce, negli ultimi giorni di vita di Levi. «Lei porta un po' di luce in un momento molto buio della mia esistenza». Proprio questo gesto di traforare il buio con un punto di luce è il movimento principale del film, con la volontà di inseguire i bagliori di sollievo improvviso che si schiudono nella notte della storia, e quell'imprevisto prolungarsi di parentesi del destino che sembrano acquistare l'aspetto di un limbo. Di una tregua, appunto, dalla ciclicità eterna del male.
Il viaggio controcorrente de La tregua: Rosi, Levi e l’elmetto di Charlot / Acocella, Silvia. - (2015). (Intervento presentato al convegno Il disordine del mondo. Francesco Rosi e il cinema tenutosi a Università degli Studi di Napoli “Federico II”, - Napoli, nel 13 maggio 2015).
Il viaggio controcorrente de La tregua: Rosi, Levi e l’elmetto di Charlot
ACOCELLA, SILVIA
2015
Abstract
La tregua esce nel 1997, dieci anni dopo la sua ideazione. E Rosi ha 75 anni. Si tratta di una promessa mantenuta. La peripezia della trama di Levi, quasi per un gioco del destino si riflette nei percorsi decentrati, nelle dilazioni, nelle more, e poi nelle riprese ostinate e nella volontà di arrivare che caratterizzano la realizzazione dell'ultimo film di Francesco Rosi. Ma l'eco delle parole scambiate, durante una lunga telefonata, con Primo Levi si prolungava nel tempo e, riemergeva dai vuoti e sosteneva il progetto, sotto la spinta di un'urgenza: era stata, la proposta di una riduzione cinematografica da La tregua, un barlume di luce, negli ultimi giorni di vita di Levi. «Lei porta un po' di luce in un momento molto buio della mia esistenza». Proprio questo gesto di traforare il buio con un punto di luce è il movimento principale del film, con la volontà di inseguire i bagliori di sollievo improvviso che si schiudono nella notte della storia, e quell'imprevisto prolungarsi di parentesi del destino che sembrano acquistare l'aspetto di un limbo. Di una tregua, appunto, dalla ciclicità eterna del male.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.