Circondato dalle ombre di un Occidente al suo tramonto, Max Nordau intraprende, tra il 1892 e il ’93, un’inchiesta sulla decadenza dell’Europa di fin de siècle, edificando la sua sterminata galleria di figure, simile a un museo antropologico degli orrori, sul terreno scivoloso della Degenerazione. Superando Lombroso, egli fa della degenerazione una categoria estetica, diagnosticando i movimenti artistici di fine Ottocento come patologie, segnalate da evidenti stimmate intellettuali, non solo fisiche. Elencando i mali, accumulando citazioni, affollando di figure i suoi esempi, Nordau finisce, in realtà, col chiamare all’appello tutti i degenerati che vorrebbe condannare e, come nel meccanismo di negazione freudiana, dare loro un’estrema possibilità di esistenza. La galleria di figure degenerate, rimaste fuori dal solco evolutivo, renderà più facile il varco a quell’«orda dei brutti» che dominerà il nuovo secolo, preparando la strada al personaggio novecentesco. Le stimmate tenderanno ad allegorizzarsi e il volto quasi di carta del vecchio diventerà il vero emblema della degenerazione. Che sia «osceno» e «selvaggio», come nel vegliardo sveviano, o coperto di «tinture» e «belletti», come in Pirandello, o che per effetti di «senilità precoce» raggrinzisca su giovani decrepiti, come in Tozzi, la sua sostanza di cartapecora conserverà iscritte come grafemi tutte le stimmate degli uomini malriusciti, mentre nel fitto intrico delle rughe sembrerà essersi raccolto l'ultimo riflesso di un atavico mondo di carta.

Il volto di cartapecora del vecchio / Acocella, Silvia. - (2016). (Intervento presentato al convegno XVIII Convegno annuale della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria) 2016, Scritture del corpo tenutosi a Dipartimento di Scienze umanistiche - Università degli Studi di Catania nel 22-24 giugno 2016).

Il volto di cartapecora del vecchio

ACOCELLA, SILVIA
2016

Abstract

Circondato dalle ombre di un Occidente al suo tramonto, Max Nordau intraprende, tra il 1892 e il ’93, un’inchiesta sulla decadenza dell’Europa di fin de siècle, edificando la sua sterminata galleria di figure, simile a un museo antropologico degli orrori, sul terreno scivoloso della Degenerazione. Superando Lombroso, egli fa della degenerazione una categoria estetica, diagnosticando i movimenti artistici di fine Ottocento come patologie, segnalate da evidenti stimmate intellettuali, non solo fisiche. Elencando i mali, accumulando citazioni, affollando di figure i suoi esempi, Nordau finisce, in realtà, col chiamare all’appello tutti i degenerati che vorrebbe condannare e, come nel meccanismo di negazione freudiana, dare loro un’estrema possibilità di esistenza. La galleria di figure degenerate, rimaste fuori dal solco evolutivo, renderà più facile il varco a quell’«orda dei brutti» che dominerà il nuovo secolo, preparando la strada al personaggio novecentesco. Le stimmate tenderanno ad allegorizzarsi e il volto quasi di carta del vecchio diventerà il vero emblema della degenerazione. Che sia «osceno» e «selvaggio», come nel vegliardo sveviano, o coperto di «tinture» e «belletti», come in Pirandello, o che per effetti di «senilità precoce» raggrinzisca su giovani decrepiti, come in Tozzi, la sua sostanza di cartapecora conserverà iscritte come grafemi tutte le stimmate degli uomini malriusciti, mentre nel fitto intrico delle rughe sembrerà essersi raccolto l'ultimo riflesso di un atavico mondo di carta.
2016
Il volto di cartapecora del vecchio / Acocella, Silvia. - (2016). (Intervento presentato al convegno XVIII Convegno annuale della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria) 2016, Scritture del corpo tenutosi a Dipartimento di Scienze umanistiche - Università degli Studi di Catania nel 22-24 giugno 2016).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/670834
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