Nelle società moderne sono molteplici i settori di intersezione delle dinamiche identitarie che talvolta presentano la necessità di un riconoscimento anche all'interno delle nostre strutture politiche. In tal senso interessante è il riferimento a un istituto giuridico, tipico del mondo islamico la kafala, strutturata come una forma di tutela del minore senza creazione di un legame adottivo e privo del riconoscimento di uno status parificato a quello del figlio legittimo, diversamente dalle codificazioni giuridiche degli ordinamenti secolarizzati. L'analisi di tale istituto, nel confronto con i nostri schemi giuridici e culturali, evidenzia il cortocircuito normativo tra la norma a carattere religioso (che implica il rispetto e l'osservanza di un comando divino, imperativo) e le regole del diritto secolare con il corredo di diritti riconosciuti a tutti, indipendentemente dal privato sentire religioso. Occorre, quindi, valutare con particolare attenzione come un ordinamento democratico, ampiamente secolarizzato se non addirittura laico, possa accettare il rispetto di un comando religioso che si traduce in norma giuridica e che intacca profondamente i diritti assoluti dei soggetti coinvolti.
Identità religiose e modelli di protezione dei minori. La kafala islamica / Carobene, Germana. - uno:(2017), pp. 1-232.
Identità religiose e modelli di protezione dei minori. La kafala islamica
CAROBENE, GERMANA
2017
Abstract
Nelle società moderne sono molteplici i settori di intersezione delle dinamiche identitarie che talvolta presentano la necessità di un riconoscimento anche all'interno delle nostre strutture politiche. In tal senso interessante è il riferimento a un istituto giuridico, tipico del mondo islamico la kafala, strutturata come una forma di tutela del minore senza creazione di un legame adottivo e privo del riconoscimento di uno status parificato a quello del figlio legittimo, diversamente dalle codificazioni giuridiche degli ordinamenti secolarizzati. L'analisi di tale istituto, nel confronto con i nostri schemi giuridici e culturali, evidenzia il cortocircuito normativo tra la norma a carattere religioso (che implica il rispetto e l'osservanza di un comando divino, imperativo) e le regole del diritto secolare con il corredo di diritti riconosciuti a tutti, indipendentemente dal privato sentire religioso. Occorre, quindi, valutare con particolare attenzione come un ordinamento democratico, ampiamente secolarizzato se non addirittura laico, possa accettare il rispetto di un comando religioso che si traduce in norma giuridica e che intacca profondamente i diritti assoluti dei soggetti coinvolti.File | Dimensione | Formato | |
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