La portata innovativa delle recenti norme in materia di domini collettivi (20 novembre 2017, n. 168) è stata sottolineata in numerose occasioni di incontro scientifico. Esse rappresentano un decisivo giro di boa rispetto alle direttive in auge nei secoli scorsi e fino ai giorni nostri. Dall'età napoleonica in avanti infatti era stata privilegiata la valorizzazione della proprietà individuale, piena ed assoluta ritenuta fattore di investimento, innovazione e progresso. Guardare più da vicino le istituzioni di autogoverno locale consente di evidenziare come la gestione regolamentata dei commons abbia agito in modo efficace nel prevenire fenomeni di sfruttamento e nel favorire la sostenibilità nel tempo. Tenendo conto dei risultati della letteratura internazionale sia in campo economico sia in campo giuridico sul tema si è focalizzata l'attenzione sull’Italia meridionale, un utile osservatorio per la disamina delle risorse collettive in una prospettiva storica. In questa sede si è data particolare enfasi al ruolo delle municipalità (universitates), alle regole e agli strumenti regolatori (statuti e capitoli), nonché agli istituti preposti a farle applicare (Bagliva).
Domini collettivi e comunità locali. Le relazioni tra istituzioni endogene e distribuzione del potere nell’Italia meridionale (secoli XVI-XIX) / Bulgarelli, Alessandra. - (2018), pp. 213-223.
Domini collettivi e comunità locali. Le relazioni tra istituzioni endogene e distribuzione del potere nell’Italia meridionale (secoli XVI-XIX).
Alessandra Bulgarelli
2018
Abstract
La portata innovativa delle recenti norme in materia di domini collettivi (20 novembre 2017, n. 168) è stata sottolineata in numerose occasioni di incontro scientifico. Esse rappresentano un decisivo giro di boa rispetto alle direttive in auge nei secoli scorsi e fino ai giorni nostri. Dall'età napoleonica in avanti infatti era stata privilegiata la valorizzazione della proprietà individuale, piena ed assoluta ritenuta fattore di investimento, innovazione e progresso. Guardare più da vicino le istituzioni di autogoverno locale consente di evidenziare come la gestione regolamentata dei commons abbia agito in modo efficace nel prevenire fenomeni di sfruttamento e nel favorire la sostenibilità nel tempo. Tenendo conto dei risultati della letteratura internazionale sia in campo economico sia in campo giuridico sul tema si è focalizzata l'attenzione sull’Italia meridionale, un utile osservatorio per la disamina delle risorse collettive in una prospettiva storica. In questa sede si è data particolare enfasi al ruolo delle municipalità (universitates), alle regole e agli strumenti regolatori (statuti e capitoli), nonché agli istituti preposti a farle applicare (Bagliva).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.