Il gender gap ancora presente per le discipline Stem rappresenta un ostacolo da rimuovere rapidamente se non si vuole un ulteriore arretramento delle condizioni delle donne alla luce della veloce affermazione della cultura digitale. I processi di accompagnamento della formazione delle donne e della crescita culturale delle comunità passano attraverso la rimozione degli ostacoli nelle carriere delle donne stesse. In molti paesi europei come la Finlandia, la Svezia, la Francia o la Germania i tassi di occupazione femminile sono circa l'80% del totale delle donne in età lavorativa. Molto diversi risultano i dati relativi ai paesi europei del sud come l'Italia, la Grecia o la Spagna. Sono, tuttavia, le regioni del Mezzogiorno d'Italia a evidenziare i dati più critici di occupazione con uno scarso 30% di donne occupate sul totale delle donne in età lavorativa. In Italia, quindi, si registra un dato di partenza allarmante in termini di retribuzioni e capacità occupazionale delle donne che prelude la condizione di crescita in carriere e capacità di assolvere mansioni e ruoli dirigenziali. Anche per le giovani donne che intraprendono studi e raggiungono il titolo di studio della Laurea o di un dottorato questo non rappresenta la possibilità di raggiungere ruoli apicali nelle carriere accademiche o della ricerca scientifica poiché è estremamente forte la discriminazione di genere ed è molto nascosta e occultata dietro la finta meritocrazia. Se fosse realmente fondato su principi dell’essere meritevoli piuttosto che della meritocrazia l’avanzamento nelle carriere scientifico-accademiche allora significherebbe stabilire indicatori nelle valutazioni di merito compatibili con le caratteristiche dell’organizzazione della vita delle donne. Siamo ancora lontani da condizioni di pari opportunità nell’avanzamento dei ruoli nelle università e negli enti di ricerca per le donne. Sono necessarie le Quote Rosa da introdurre anche per le carriere accademiche e dei ruoli dirigenziali degli Enti di Ricerca e sfatare la falsa ipocrisia delle scienziate che intendono raggiungere tali ruoli per merito. Perché oggi non è solo per merito che gli uomini detengono i primati ma perché è l’organizzazione della società che dona loro tali traguardi.
Gender Gap ed evoluzione della cultura digitale / Buondonno, Emma. - (2019). (Intervento presentato al convegno Donne: Innovazione e Valorizzazione nel campo della cultura digitale. tenutosi a Centro Formazione e Sicurezza, Auditorium. Napoli nel 8 marzo 2019).
Gender Gap ed evoluzione della cultura digitale.
BUONDONNO, EMMA
2019
Abstract
Il gender gap ancora presente per le discipline Stem rappresenta un ostacolo da rimuovere rapidamente se non si vuole un ulteriore arretramento delle condizioni delle donne alla luce della veloce affermazione della cultura digitale. I processi di accompagnamento della formazione delle donne e della crescita culturale delle comunità passano attraverso la rimozione degli ostacoli nelle carriere delle donne stesse. In molti paesi europei come la Finlandia, la Svezia, la Francia o la Germania i tassi di occupazione femminile sono circa l'80% del totale delle donne in età lavorativa. Molto diversi risultano i dati relativi ai paesi europei del sud come l'Italia, la Grecia o la Spagna. Sono, tuttavia, le regioni del Mezzogiorno d'Italia a evidenziare i dati più critici di occupazione con uno scarso 30% di donne occupate sul totale delle donne in età lavorativa. In Italia, quindi, si registra un dato di partenza allarmante in termini di retribuzioni e capacità occupazionale delle donne che prelude la condizione di crescita in carriere e capacità di assolvere mansioni e ruoli dirigenziali. Anche per le giovani donne che intraprendono studi e raggiungono il titolo di studio della Laurea o di un dottorato questo non rappresenta la possibilità di raggiungere ruoli apicali nelle carriere accademiche o della ricerca scientifica poiché è estremamente forte la discriminazione di genere ed è molto nascosta e occultata dietro la finta meritocrazia. Se fosse realmente fondato su principi dell’essere meritevoli piuttosto che della meritocrazia l’avanzamento nelle carriere scientifico-accademiche allora significherebbe stabilire indicatori nelle valutazioni di merito compatibili con le caratteristiche dell’organizzazione della vita delle donne. Siamo ancora lontani da condizioni di pari opportunità nell’avanzamento dei ruoli nelle università e negli enti di ricerca per le donne. Sono necessarie le Quote Rosa da introdurre anche per le carriere accademiche e dei ruoli dirigenziali degli Enti di Ricerca e sfatare la falsa ipocrisia delle scienziate che intendono raggiungere tali ruoli per merito. Perché oggi non è solo per merito che gli uomini detengono i primati ma perché è l’organizzazione della società che dona loro tali traguardi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.