Leonardo Fibonacci nacque con ogni probabilità a Pisa intorno al 1170, da una ricca famiglia appartenente al ceto mercantile. Dopo aver condotto i primi studi verosimilmente presso una scuola d’abaco pisana, intorno al 1185 raggiunse il padre, Guglielmo dei Bonacci, presso la città Bugia, in Algeria, dove egli esercitava la professione di pubblico scrivano della Repubblica di Pisa. Qui entrò in contatto con il sistema posizionale impiegato dagli Arabi per scrivere i numeri, nonché con le tecniche di calcolo in uso nei paesi islamici. In seguito, il giovane Leonardo condusse una serie di viaggi in vari paesi del Mediterraneo, quali l’Egitto, la Siria, la Grecia, la Sicilia e la Provenza, dove ebbe l’opportunità di frequentare altre scuole e di esercitare l’attività commerciale. Al rientro dai suoi viaggi si dedicò alla composizione dei suoi scritti, dei quali ci sono pervenuti il Liber abaci, la Pratica geometrie, il Liber quadratorum, il Flos e l'Epistula ad magistrum Theodorum. L’intervento si divide in due parti. Nella prima parte G. Germano intende focalizzare l’attenzione sullo statuto delle opere a carattere matematico e geometrico all’interno della produzione letteraria italiana del XIII secolo coi loro caratteri linguistici e stilistici e nei loro rapporti con la tradizione culturale e con le esigenze del pubblico dei loro committenti e/o fruitori. Trascurate dai filologi e dai critici della letteratura per le loro peculiarità contenutistiche e formali, che richiedono lo sviluppo di competenze specifiche, esse meritano una più profonda attenzione per la ricostruzione di un variegato mondo culturale ancora poco esplorato. Un caso paradigmatico può essere offerto dall’opera di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, che comprende trattati di aritmetica e geometria e di cui si ripercorre l’importanza e la fortuna. Nella seconda parte N. Rozza intende delineare, attraverso degli esempi concreti, una breve sintesi della lingua e dello stile del Fibonacci, che, pur scrivendo per lo più in latino, utilizza talvolta anche termini ed espressioni prese in prestito dalla lingua volgare, forse al fine di rendere le sue argomentazioni più chiare e adatte alle esigenze di un pubblico vasto e non sempre provvisto di una raffinata formazione letteraria.

L’opera scientifica di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, nella cultura italiana del XIII secolo / Rozza, Nicoletta; Germano, Giuseppe. - (2019). (Intervento presentato al convegno XXIII Congresso ADI – Associazione degli Italianisti. 12-14 settembre 2019 - Letteratura e scienze nel Medioevo. tenutosi a Università di Pisa in collaborazione con Scuola Normale Superiore. Con il patrocinio del Comune di Pisa nel 12-14/09/19).

L’opera scientifica di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, nella cultura italiana del XIII secolo

Nicoletta Rozza;Giuseppe Germano
2019

Abstract

Leonardo Fibonacci nacque con ogni probabilità a Pisa intorno al 1170, da una ricca famiglia appartenente al ceto mercantile. Dopo aver condotto i primi studi verosimilmente presso una scuola d’abaco pisana, intorno al 1185 raggiunse il padre, Guglielmo dei Bonacci, presso la città Bugia, in Algeria, dove egli esercitava la professione di pubblico scrivano della Repubblica di Pisa. Qui entrò in contatto con il sistema posizionale impiegato dagli Arabi per scrivere i numeri, nonché con le tecniche di calcolo in uso nei paesi islamici. In seguito, il giovane Leonardo condusse una serie di viaggi in vari paesi del Mediterraneo, quali l’Egitto, la Siria, la Grecia, la Sicilia e la Provenza, dove ebbe l’opportunità di frequentare altre scuole e di esercitare l’attività commerciale. Al rientro dai suoi viaggi si dedicò alla composizione dei suoi scritti, dei quali ci sono pervenuti il Liber abaci, la Pratica geometrie, il Liber quadratorum, il Flos e l'Epistula ad magistrum Theodorum. L’intervento si divide in due parti. Nella prima parte G. Germano intende focalizzare l’attenzione sullo statuto delle opere a carattere matematico e geometrico all’interno della produzione letteraria italiana del XIII secolo coi loro caratteri linguistici e stilistici e nei loro rapporti con la tradizione culturale e con le esigenze del pubblico dei loro committenti e/o fruitori. Trascurate dai filologi e dai critici della letteratura per le loro peculiarità contenutistiche e formali, che richiedono lo sviluppo di competenze specifiche, esse meritano una più profonda attenzione per la ricostruzione di un variegato mondo culturale ancora poco esplorato. Un caso paradigmatico può essere offerto dall’opera di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, che comprende trattati di aritmetica e geometria e di cui si ripercorre l’importanza e la fortuna. Nella seconda parte N. Rozza intende delineare, attraverso degli esempi concreti, una breve sintesi della lingua e dello stile del Fibonacci, che, pur scrivendo per lo più in latino, utilizza talvolta anche termini ed espressioni prese in prestito dalla lingua volgare, forse al fine di rendere le sue argomentazioni più chiare e adatte alle esigenze di un pubblico vasto e non sempre provvisto di una raffinata formazione letteraria.
2019
L’opera scientifica di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, nella cultura italiana del XIII secolo / Rozza, Nicoletta; Germano, Giuseppe. - (2019). (Intervento presentato al convegno XXIII Congresso ADI – Associazione degli Italianisti. 12-14 settembre 2019 - Letteratura e scienze nel Medioevo. tenutosi a Università di Pisa in collaborazione con Scuola Normale Superiore. Con il patrocinio del Comune di Pisa nel 12-14/09/19).
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