Muovendo dalla constatazione della crescente presenza di investitori istituzionali nell'azionariato delle società quotate e della fiducia nel ruolo di stewardshio giocato dagli stessi, la relazione si sofferma su alcune linee di tendenza emergenti a livello europeo, quali l'orientamento verso una prospettiva di lungo periodo e l'introduzione di strumenti adeguati di dialogo fra investitori istituzionali e azionisti qualificati (cfr., in particolare, la direttiva (UE) 2017/828 che modifica la direttiva 2007/36/CE, c.d. Shareholders' Rights Directive). Uno snodo centrale è rappresentato dall'analisi dei condizionamenti teorici e normativi suscettibili di influenzare l'attivismo degli investitori istituzionali e dalla considerazione delle loro diverse tipologie. In effetti, le caratteristiche di detti investitori influenzano il loro ruolo nell'ambito della corporate governance e non sono prive di ripercussioni sulla plausibilità che essi promuovano investimenti socialmente responsabili. Sono significative, in tal senso, le condotte dei gestori di portafogli non diversificati, ovvero i c.d. hedge funds. La relazione valorizza, dunque, l'idea secondo cui l'esercizio dei diritti partecipativi inerenti agli strumenti finanziari gestiti è oggetto di una "funzione", ma prende atto, nello stesso tempo, della distinzione fra il piano del rapporto di gestione e quello del rapporto sociale e della collocazione delle specificità giuridiche del voto del gestore sul primo versante, con non trascurabili conseguenze operative.
Attivismo degli investitori istituzionali tra shareholder value maximization e responsabilità sociale dell'impresa / Picardi, Lucia. - (2019). (Intervento presentato al convegno New frontiers in corporate social responsibility tenutosi a Alma Mater Studiorum Università di Bologna nel 10 maggio 2019).
Attivismo degli investitori istituzionali tra shareholder value maximization e responsabilità sociale dell'impresa
Picardi Lucia
2019
Abstract
Muovendo dalla constatazione della crescente presenza di investitori istituzionali nell'azionariato delle società quotate e della fiducia nel ruolo di stewardshio giocato dagli stessi, la relazione si sofferma su alcune linee di tendenza emergenti a livello europeo, quali l'orientamento verso una prospettiva di lungo periodo e l'introduzione di strumenti adeguati di dialogo fra investitori istituzionali e azionisti qualificati (cfr., in particolare, la direttiva (UE) 2017/828 che modifica la direttiva 2007/36/CE, c.d. Shareholders' Rights Directive). Uno snodo centrale è rappresentato dall'analisi dei condizionamenti teorici e normativi suscettibili di influenzare l'attivismo degli investitori istituzionali e dalla considerazione delle loro diverse tipologie. In effetti, le caratteristiche di detti investitori influenzano il loro ruolo nell'ambito della corporate governance e non sono prive di ripercussioni sulla plausibilità che essi promuovano investimenti socialmente responsabili. Sono significative, in tal senso, le condotte dei gestori di portafogli non diversificati, ovvero i c.d. hedge funds. La relazione valorizza, dunque, l'idea secondo cui l'esercizio dei diritti partecipativi inerenti agli strumenti finanziari gestiti è oggetto di una "funzione", ma prende atto, nello stesso tempo, della distinzione fra il piano del rapporto di gestione e quello del rapporto sociale e della collocazione delle specificità giuridiche del voto del gestore sul primo versante, con non trascurabili conseguenze operative.File | Dimensione | Formato | |
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