Il volume offre una nuova prospettiva di indagine sulla dimensione di genere nella scienza nella sua intersezione con altre categorie analitiche – in particolare con quella della precarietà nelle carriere accademiche – indicando come fuorviante il modello che guarda il soffitto di cristallo come “frontiera” da conquistare e infrangere. Attraverso l’adozione di un metodo rigoroso che interroga teoricamente i dati empirici, l’indagine sposta il piano dell’analisi e la problematizzazione delle disuguaglianze di genere (e non solo) sulla porta e sui labirinti di cristallo, ovvero sui meccanismi che regolano l’ingresso, la permanenza e la fuoriuscita delle donne dal percorso scientifico e accademico. La ricerca ricostruisce con un’esposizione sistematica la specifica configurazione che la dimensione di genere assume all’interno delle istituzioni accademiche, alla luce delle pratiche istituzionali, culturali e organizzative basate sulla presunta “neutralità” e “universalità” della scienza, mettendone in evidenza ambiguità e distorsioni che producono effetti negativi – in alcuni casi controintuitivi – rispetto ai criteri di gender equity. Gli interventi e le politiche a sostegno dell’uguaglianza di genere promosse finora dall’Unione europea e da molti atenei non risultano pertanto sufficientemente adeguati a contrastare l’effetto di alcuni dei meccanismi sottesi agli attuali sistemi di valutazione, di reclutamento e di progressione di carriera, dei quali si mostra l’inconciliabilità con i presupposti di un’effettiva equità. Ne risulta un’ulteriore restrizione dell’ingresso nell’accademia, ovvero della porta di cristallo, “porta” invisibile sino a quando l’autrice non ha introdotto il Glass door index, un indice che ne quantifica gli effetti rendendola percepibile. La persistente marginalità delle donne nella scienza – nonostante i casi di successo su cui viene richiamata l’attenzione ribadendone e, paradossalmente, celandone contestualmente l’eccezionalità – non potrà essere affrontata se non tematizzando i modelli e le pratiche accademiche e di ricerca e rendendo visibili le implicazioni di genere nelle strutture che regolano la governance della scienza nel loro riprodursi e riadattarsi ai mutamenti che negli ultimi anni le hanno investite.
Labirinti di cristallo. Strutture di genere nell'accademia e nella ricerca / Picardi, Ilenia. - (2020), pp. 1-123.
Labirinti di cristallo. Strutture di genere nell'accademia e nella ricerca
ilenia picardi
2020
Abstract
Il volume offre una nuova prospettiva di indagine sulla dimensione di genere nella scienza nella sua intersezione con altre categorie analitiche – in particolare con quella della precarietà nelle carriere accademiche – indicando come fuorviante il modello che guarda il soffitto di cristallo come “frontiera” da conquistare e infrangere. Attraverso l’adozione di un metodo rigoroso che interroga teoricamente i dati empirici, l’indagine sposta il piano dell’analisi e la problematizzazione delle disuguaglianze di genere (e non solo) sulla porta e sui labirinti di cristallo, ovvero sui meccanismi che regolano l’ingresso, la permanenza e la fuoriuscita delle donne dal percorso scientifico e accademico. La ricerca ricostruisce con un’esposizione sistematica la specifica configurazione che la dimensione di genere assume all’interno delle istituzioni accademiche, alla luce delle pratiche istituzionali, culturali e organizzative basate sulla presunta “neutralità” e “universalità” della scienza, mettendone in evidenza ambiguità e distorsioni che producono effetti negativi – in alcuni casi controintuitivi – rispetto ai criteri di gender equity. Gli interventi e le politiche a sostegno dell’uguaglianza di genere promosse finora dall’Unione europea e da molti atenei non risultano pertanto sufficientemente adeguati a contrastare l’effetto di alcuni dei meccanismi sottesi agli attuali sistemi di valutazione, di reclutamento e di progressione di carriera, dei quali si mostra l’inconciliabilità con i presupposti di un’effettiva equità. Ne risulta un’ulteriore restrizione dell’ingresso nell’accademia, ovvero della porta di cristallo, “porta” invisibile sino a quando l’autrice non ha introdotto il Glass door index, un indice che ne quantifica gli effetti rendendola percepibile. La persistente marginalità delle donne nella scienza – nonostante i casi di successo su cui viene richiamata l’attenzione ribadendone e, paradossalmente, celandone contestualmente l’eccezionalità – non potrà essere affrontata se non tematizzando i modelli e le pratiche accademiche e di ricerca e rendendo visibili le implicazioni di genere nelle strutture che regolano la governance della scienza nel loro riprodursi e riadattarsi ai mutamenti che negli ultimi anni le hanno investite.File | Dimensione | Formato | |
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