Esiste una diretta positiva correlazione tra urbanità e salubrità, nonostante le modalità attraverso le quali gli spazi della città siano stati vissuti abbiano portato, nell’ultimo secolo, a pensarla in maniera differente e, oggi, ad avvertire quasi una condizione opposta, di frattura e di completa autonomia. Dalla “città invisibile” degli interni delle case, ad uno spazio pubblico percepito come “proibito”, come ben delineato da Franco Purini, la pandemia da Covid-19 in qualche modo ha però riportato l’attenzione al rapporto tra urbano e salubre. A differenza di ciò che si possa intuitivamente ritenere, il progetto degli spazi urbani non è mai stato così attuale come lo è adesso, in quanto, nel ripensare le distanze e le prossimità, torna rinvigorito il suo principale compito, quello di offrire luoghi salubri, sicuri, di benessere, al di là delle condizioni di difficoltà sanitarie, logistiche, ambientali nelle quali la collettività si ritrova. Anzi, lo spazio urbano torna ad essere un fattore determinante per il miglioramento degli stili di vita che, per accogliere flessibilità e per rivedere le proprie logiche, non può essere pensato una volta per tutte ma deve essere oggetto di modifiche, adattamenti, mutamenti repentini, come del resto è avvenuto anche nel passato, al di là di ogni rigidità progettuale e al di là di ogni crisi.
Nuove specie di salubrità. Il ruolo del progetto di architettura nella città della pandemia / Miano, Pasquale. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - 163(2021), pp. 32-39.
Nuove specie di salubrità. Il ruolo del progetto di architettura nella città della pandemia
Pasquale Miano
Primo
2021
Abstract
Esiste una diretta positiva correlazione tra urbanità e salubrità, nonostante le modalità attraverso le quali gli spazi della città siano stati vissuti abbiano portato, nell’ultimo secolo, a pensarla in maniera differente e, oggi, ad avvertire quasi una condizione opposta, di frattura e di completa autonomia. Dalla “città invisibile” degli interni delle case, ad uno spazio pubblico percepito come “proibito”, come ben delineato da Franco Purini, la pandemia da Covid-19 in qualche modo ha però riportato l’attenzione al rapporto tra urbano e salubre. A differenza di ciò che si possa intuitivamente ritenere, il progetto degli spazi urbani non è mai stato così attuale come lo è adesso, in quanto, nel ripensare le distanze e le prossimità, torna rinvigorito il suo principale compito, quello di offrire luoghi salubri, sicuri, di benessere, al di là delle condizioni di difficoltà sanitarie, logistiche, ambientali nelle quali la collettività si ritrova. Anzi, lo spazio urbano torna ad essere un fattore determinante per il miglioramento degli stili di vita che, per accogliere flessibilità e per rivedere le proprie logiche, non può essere pensato una volta per tutte ma deve essere oggetto di modifiche, adattamenti, mutamenti repentini, come del resto è avvenuto anche nel passato, al di là di ogni rigidità progettuale e al di là di ogni crisi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.