La conoscenza delle Marche di epoca preromana è affidata in gran parte allo studio delle testimonianze provenienti dalle necropoli dei diversi siti della regione, abitati un tempo da popolazioni che per conven- zione sono indicate col nome di Piceni. Grazie a ricerche sempre più approfondite, il patrimonio archeolo- gico piceno sta rivelando in anni recenti una notevole varietà, indice dello sviluppo di molti centri durante l’età del Ferro e di proficui contatti culturali con altre regioni all’interno e all’esterno dei confini dell’Italia preromana. Tra i principali centri piceni si segnala in particolar modo l’antica Numana, situata sulla costa adriatica alle pendici del Monte Conero, nell’odierna provincia di Ancona. Le ricchissime necropoli locali comprendono circa 2000 sepolture e testimoniano la crescita dell’insediamento costiero attraverso molteplici fasi, dal IX secolo a.C. fino alla romanizzazione, al centro di legami a lungo raggio che inclusero il Piceno in una rete via via sempre più fitta, estesa tra la Grecia, l’area balcanica, la penisola italica e l’area mitteleuropea. Nel novero dei più importanti ritrovamenti locali, il »Circolo delle Fibule« si segnala in particolar modo per la composizione dei corredi funerari delle sue nove tombe, rese celebri a causa del numero esorbitante di fibule deposte al loro interno – oltre 1200 esemplari, di tipologie e materiali differenti. Scoperto nel 1970 e mai pubblicato integralmente, questo contesto chiave dell’archeologia picena è qui presentato all’interno di uno studio specifico, che illustra la varietà dei materiali in esso rinvenuti e la complessità del costume fu- nerario locale. Attraverso l’esame dei corredi funerari si coglie un’eco dei processi di strutturazione sociale in atto a Numana tra la fine del VII secolo a. C. e il principio del V secolo a. C., in bilico tra un forte conserva- torismo e le prime aperture a quei contatti internazionali che, nel corso del V secolo a. C., avrebbero fatto di questo sito uno dei principali scali adriatici.
Il "Circolo delle Fibule" di Sirolo-Numana / Bardelli, Giacomo. - 163:(2022). [10.11588/propylaeum.1373]
Il "Circolo delle Fibule" di Sirolo-Numana
Giacomo Bardelli
Primo
2022
Abstract
La conoscenza delle Marche di epoca preromana è affidata in gran parte allo studio delle testimonianze provenienti dalle necropoli dei diversi siti della regione, abitati un tempo da popolazioni che per conven- zione sono indicate col nome di Piceni. Grazie a ricerche sempre più approfondite, il patrimonio archeolo- gico piceno sta rivelando in anni recenti una notevole varietà, indice dello sviluppo di molti centri durante l’età del Ferro e di proficui contatti culturali con altre regioni all’interno e all’esterno dei confini dell’Italia preromana. Tra i principali centri piceni si segnala in particolar modo l’antica Numana, situata sulla costa adriatica alle pendici del Monte Conero, nell’odierna provincia di Ancona. Le ricchissime necropoli locali comprendono circa 2000 sepolture e testimoniano la crescita dell’insediamento costiero attraverso molteplici fasi, dal IX secolo a.C. fino alla romanizzazione, al centro di legami a lungo raggio che inclusero il Piceno in una rete via via sempre più fitta, estesa tra la Grecia, l’area balcanica, la penisola italica e l’area mitteleuropea. Nel novero dei più importanti ritrovamenti locali, il »Circolo delle Fibule« si segnala in particolar modo per la composizione dei corredi funerari delle sue nove tombe, rese celebri a causa del numero esorbitante di fibule deposte al loro interno – oltre 1200 esemplari, di tipologie e materiali differenti. Scoperto nel 1970 e mai pubblicato integralmente, questo contesto chiave dell’archeologia picena è qui presentato all’interno di uno studio specifico, che illustra la varietà dei materiali in esso rinvenuti e la complessità del costume fu- nerario locale. Attraverso l’esame dei corredi funerari si coglie un’eco dei processi di strutturazione sociale in atto a Numana tra la fine del VII secolo a. C. e il principio del V secolo a. C., in bilico tra un forte conserva- torismo e le prime aperture a quei contatti internazionali che, nel corso del V secolo a. C., avrebbero fatto di questo sito uno dei principali scali adriatici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


