«Come la pioggia fitta e interminabile su Napoli»: un’analisi narratologica di Malacqua di Pugliese

Ci si propone di esaminare dal punto di vista formale l’unico romanzo di Nicola Pugliese, uscito presso Einaudi nel 1977, ristampato da Pironti nel 2013 e tornato in libreria lo scorso anno per Bompiani (con un’introduzione di Francesco Palmieri). All’autore sono state dedicate diverse occasioni celebrative, ma su Malacqua è stata scritta un’unica monografia, firmata da Giuseppe Pesce (Napoli, il Dolore e la Non-storia. Malacqua di Nicola Pugliese, un piccolo capolavoro del secondo Novecento, Oxiana-Fondazione premio Napoli, 2010). Nelle recensioni dei lettori comuni così come nei close reading dei critici sono richiamati dati biografici, sottolineati aspetti tematici e delineati legami intertestuali; il taglio del mio intervento sarà invece narratologico: mi concentrerò sulla voce narrante, sulla selezione dei tempi verbali e dei deittici, sull’uso della punteggiatura, sulle apostrofi al narratario. Particolare rilievo, inoltre, verrà dato alle tecniche impiegate per la resa dei pensieri e delle parole dei personaggi che si muovono nella Napoli apocalittica descritta da Pugliese.