Storiografia e ufficialità, scrittura della storia e celebrazione encomiastica: spesso, pur se non sempre con corretta impostazione, si è affrontato il nesso tra narrazione di eventi e propaganda. Un nesso che appare molto evidente soprattutto alla corte di Alfonso I d’Aragona, il Magnanimo. Egli è tra i primi – se non il primo in assoluto – signori che, in territorio italico, si dota di storiografi stipendiati apposta per scrivere e raccontare le sue imprese, secondo una prassi che, con ogni evidenza, sembra essere stata importata dalla Catalogna e dalla Castiglia (terra d’origine della dinastia di Trastàmara). Dunque, risulta molto probabile che sia stato proprio Alfonso a imporre una tradizione storiografico-celebrativa di matrice “ispanica” anche in Italia meridionale (dove da secoli non venivano più scritte opere di quel tipo), e che da lì si sia irradiata anche altrove, fecondando quei primitivi germi con le attente e approfondite riflessioni sulla historia conscribenda che infiammano le discussioni dei più illustri umanisti dell’epoca. Proprio alla corte di Alfonso, infatti, ebbe luogo uno dei confronti (o, per meglio dire, scontri, consumati a colpi di trattati) ideologici sul significato della storia e sul modo in cui essa debba essere scritta: quello tra Lorenzo Valla, da un lato, e Bartolomeo Facio e il Panormita dall’altro. Valla riteneva che compito precipuo della storia fosse la ricerca e l’affermazione della veritas; invece, con contrapposto ideale celebrativo, Facio e il Panormita propendevano per una storiografia glorificante, che, ricorrendo all’espediente della brevitas, eliminasse il ricordo di tutto ciò che sarebbe potuto risultare sconveniente o inadatto alla dignità regia. Insomma, secondo questo principio, Facio affermava che non doveva essere ricordato tutto il vero, perché esso poteva contrastare col verosimile: una dichiarazione che suona come una teorizzazione della falsificazione cosciente degli eventi della storia, che viene fatta passare attraverso il canale del decoro retorico.

GASPARE PELLEGRINO, Historia Alphonsi primi regis / DELLE DONNE, Fulvio. - (2007).

GASPARE PELLEGRINO, Historia Alphonsi primi regis

DELLE DONNE Fulvio
2007

Abstract

Storiografia e ufficialità, scrittura della storia e celebrazione encomiastica: spesso, pur se non sempre con corretta impostazione, si è affrontato il nesso tra narrazione di eventi e propaganda. Un nesso che appare molto evidente soprattutto alla corte di Alfonso I d’Aragona, il Magnanimo. Egli è tra i primi – se non il primo in assoluto – signori che, in territorio italico, si dota di storiografi stipendiati apposta per scrivere e raccontare le sue imprese, secondo una prassi che, con ogni evidenza, sembra essere stata importata dalla Catalogna e dalla Castiglia (terra d’origine della dinastia di Trastàmara). Dunque, risulta molto probabile che sia stato proprio Alfonso a imporre una tradizione storiografico-celebrativa di matrice “ispanica” anche in Italia meridionale (dove da secoli non venivano più scritte opere di quel tipo), e che da lì si sia irradiata anche altrove, fecondando quei primitivi germi con le attente e approfondite riflessioni sulla historia conscribenda che infiammano le discussioni dei più illustri umanisti dell’epoca. Proprio alla corte di Alfonso, infatti, ebbe luogo uno dei confronti (o, per meglio dire, scontri, consumati a colpi di trattati) ideologici sul significato della storia e sul modo in cui essa debba essere scritta: quello tra Lorenzo Valla, da un lato, e Bartolomeo Facio e il Panormita dall’altro. Valla riteneva che compito precipuo della storia fosse la ricerca e l’affermazione della veritas; invece, con contrapposto ideale celebrativo, Facio e il Panormita propendevano per una storiografia glorificante, che, ricorrendo all’espediente della brevitas, eliminasse il ricordo di tutto ciò che sarebbe potuto risultare sconveniente o inadatto alla dignità regia. Insomma, secondo questo principio, Facio affermava che non doveva essere ricordato tutto il vero, perché esso poteva contrastare col verosimile: una dichiarazione che suona come una teorizzazione della falsificazione cosciente degli eventi della storia, che viene fatta passare attraverso il canale del decoro retorico.
2007
GASPARE PELLEGRINO, Historia Alphonsi primi regis / DELLE DONNE, Fulvio. - (2007).
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