il processo di deindustrializzazione e automazione dei lavori ripetitivi, indotto da una pressante innovazione tecnologica e dallo spiazzante fenomeno della digitalizzazione, ha contribuito ulteriormente a disincentivare l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori, favorendo il consolidamento di un mercato declinato su una occupazione precaria. In tale ambito, ci si propone di verificare con quali strumenti è possibile creare occupazione di qualità riqualificando quella preesistente in esubero. Più specificamente, con quali strumenti si può pensare di “drenare” gli effetti e le conseguenze prodotte dalla odierna rivoluzione (Industria 4.0) sul mercato del lavoro e sulla organizzazione stessa del lavoro, avendo riguardo alle politiche sia passive sia attive. Il risultato che la ricerca si propone di raggiungere prefigura la validità del binomio politiche passive-attive per la creazione e il mantenimento di una occupazione di qualità nell’ottica applicativa di un “welfare attivo condizionato” anche di matrice contrattual-collettiva, peraltro senza trascurare la comparazione con i governi del lavoro europei laddove sia ritenuta utile e disponibile.
Verso una occupazione di qualità: la proposta di un “welfare attivo condizionato” tra legge e contrattazione collettiva / D'Arcangelo, Lucia. - (2018). (Intervento presentato al convegno XI Espanet Conference, Oltre la continuità - Le sfide del welfare in un mondo globale tenutosi a Università degli Studi di Firenze, Polo delle Scienze Sociali nel 13-15 settembre 2018).
Verso una occupazione di qualità: la proposta di un “welfare attivo condizionato” tra legge e contrattazione collettiva
Lucia D'Arcangelo
2018
Abstract
il processo di deindustrializzazione e automazione dei lavori ripetitivi, indotto da una pressante innovazione tecnologica e dallo spiazzante fenomeno della digitalizzazione, ha contribuito ulteriormente a disincentivare l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori, favorendo il consolidamento di un mercato declinato su una occupazione precaria. In tale ambito, ci si propone di verificare con quali strumenti è possibile creare occupazione di qualità riqualificando quella preesistente in esubero. Più specificamente, con quali strumenti si può pensare di “drenare” gli effetti e le conseguenze prodotte dalla odierna rivoluzione (Industria 4.0) sul mercato del lavoro e sulla organizzazione stessa del lavoro, avendo riguardo alle politiche sia passive sia attive. Il risultato che la ricerca si propone di raggiungere prefigura la validità del binomio politiche passive-attive per la creazione e il mantenimento di una occupazione di qualità nell’ottica applicativa di un “welfare attivo condizionato” anche di matrice contrattual-collettiva, peraltro senza trascurare la comparazione con i governi del lavoro europei laddove sia ritenuta utile e disponibile.File | Dimensione | Formato | |
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