Il volume intende offrire una nuova prospettiva ad una secolare – e controversa – questione, che, sin da Aristotele, ha alimentato il dibattito negli studi di etica e di politica economica e che, tuttavia, oggi sembra essersi assopito quasi del tutto: la moralità e l'economia del finanziamento del debito, o, più specificamente, dell'addebito degli interessi sui prestiti. Ad eccezione dei Paesi che praticano l'Islam e la finanza islamica, l'addebito degli interessi è dato per scontato e poche riflessioni (se non addirittura nessuna) sono dedicate alla sua moralità o ai suoi impatti economici e sociali. Affermandone l'enorme rilevanza, ma anche attualità, nell’economia contemporanea, gli autori sostengono che la questione deve ritenersi tutt’altro che risolta e merita di essere riportata al centro del dibattito accademico e politico per fare luce su alcune fragilità della società in cui viviamo, fonti di malessere non solo economico. Dopo una breve panoramica delle odierne sfide che l’indebitamento ci pone dinanzi, con riferimento sia al settore pubblico (si pensi alla crisi del debito pubblico greco o anche ai continui e allarmanti monitoraggi sul debito pubblico italiano e dei diversi paesi occidentali) sia privato, il libro passa in rassegna il dibattito filosofico-morale ed economico-politico sin dai suoi primordi. A partire da Aristotele, gli autori ripercorrono la questione della moralità degli interessi su prestiti e dell’usura nella filosofia antica e medievale e nella più recente economia politica, passando per diversi altri pensatori e studiosi, riformulando le preoccupazioni in termini di teorie e realtà economiche del nostro tempo. Ciò porterà ad una valutazione critica filosofico-economica del consenso contemporaneo sul prestito di denaro a interesse e ad interrogarsi sulle alternative ad esso con riferimento alle iniziative imprenditoriali, ai consumatori e agli Stati. Il volume esamina, quindi, le pratiche attuali di prestito (o, se si preferisce, di indebitamento) in uso nei paesi islamici e nelle istituzioni finanziarie che si sforzano di seguire il divieto di ribā (in arabo, interesse). Invitando ad una riflessione che può apparire radicale, gli autori incentivano a prendere in “seria considerazione” l’abolizione degli interessi su prestiti, sostenendo che il finanziamento (dietro interesse) comporta maggiori tassi di fallimento delle imprese e, quando attuato per scopi di consumo corrente, accresce nel tempo la disuguaglianza e la concentrazione iniqua della ricchezza nelle società in cui è praticato. Viene anche supportata la tesi secondo cui, in un sistema senza interessi, i problemi di esplosione esponenziale del debito pubblico potrebbero essere in gran parte evitati, collegando le ricompense del debito ai livelli dei proventi fiscali degli Stati. Offrendo una prospettiva diversa, il libro spinge a riflettere sugli effettivi risvolti – economici, sociali e morali – di ciò che alcuni considerano uno di quei “piccoli mali” necessari nella nostra società e altri una più o meno equa ricompensa per un servizio ricevuto e può essere di notevole interesse per gli studiosi e gli appassionati di etica, filosofia morale, impresa ed economia politica, nonché per i responsabili politici e chiunque sia alle prese con questioni relative agli oneri del debito (pubblico e privato), alla disuguaglianza e all'equità.

The Political Economy and Ethics of Debt Financing. The Brutality of the Charging of Interest on Loans / O'Sullivan &, Patrick; Ricci, Paolo. - (2025).

The Political Economy and Ethics of Debt Financing. The Brutality of the Charging of Interest on Loans

Paolo Ricci
2025

Abstract

Il volume intende offrire una nuova prospettiva ad una secolare – e controversa – questione, che, sin da Aristotele, ha alimentato il dibattito negli studi di etica e di politica economica e che, tuttavia, oggi sembra essersi assopito quasi del tutto: la moralità e l'economia del finanziamento del debito, o, più specificamente, dell'addebito degli interessi sui prestiti. Ad eccezione dei Paesi che praticano l'Islam e la finanza islamica, l'addebito degli interessi è dato per scontato e poche riflessioni (se non addirittura nessuna) sono dedicate alla sua moralità o ai suoi impatti economici e sociali. Affermandone l'enorme rilevanza, ma anche attualità, nell’economia contemporanea, gli autori sostengono che la questione deve ritenersi tutt’altro che risolta e merita di essere riportata al centro del dibattito accademico e politico per fare luce su alcune fragilità della società in cui viviamo, fonti di malessere non solo economico. Dopo una breve panoramica delle odierne sfide che l’indebitamento ci pone dinanzi, con riferimento sia al settore pubblico (si pensi alla crisi del debito pubblico greco o anche ai continui e allarmanti monitoraggi sul debito pubblico italiano e dei diversi paesi occidentali) sia privato, il libro passa in rassegna il dibattito filosofico-morale ed economico-politico sin dai suoi primordi. A partire da Aristotele, gli autori ripercorrono la questione della moralità degli interessi su prestiti e dell’usura nella filosofia antica e medievale e nella più recente economia politica, passando per diversi altri pensatori e studiosi, riformulando le preoccupazioni in termini di teorie e realtà economiche del nostro tempo. Ciò porterà ad una valutazione critica filosofico-economica del consenso contemporaneo sul prestito di denaro a interesse e ad interrogarsi sulle alternative ad esso con riferimento alle iniziative imprenditoriali, ai consumatori e agli Stati. Il volume esamina, quindi, le pratiche attuali di prestito (o, se si preferisce, di indebitamento) in uso nei paesi islamici e nelle istituzioni finanziarie che si sforzano di seguire il divieto di ribā (in arabo, interesse). Invitando ad una riflessione che può apparire radicale, gli autori incentivano a prendere in “seria considerazione” l’abolizione degli interessi su prestiti, sostenendo che il finanziamento (dietro interesse) comporta maggiori tassi di fallimento delle imprese e, quando attuato per scopi di consumo corrente, accresce nel tempo la disuguaglianza e la concentrazione iniqua della ricchezza nelle società in cui è praticato. Viene anche supportata la tesi secondo cui, in un sistema senza interessi, i problemi di esplosione esponenziale del debito pubblico potrebbero essere in gran parte evitati, collegando le ricompense del debito ai livelli dei proventi fiscali degli Stati. Offrendo una prospettiva diversa, il libro spinge a riflettere sugli effettivi risvolti – economici, sociali e morali – di ciò che alcuni considerano uno di quei “piccoli mali” necessari nella nostra società e altri una più o meno equa ricompensa per un servizio ricevuto e può essere di notevole interesse per gli studiosi e gli appassionati di etica, filosofia morale, impresa ed economia politica, nonché per i responsabili politici e chiunque sia alle prese con questioni relative agli oneri del debito (pubblico e privato), alla disuguaglianza e all'equità.
2025
9781032900674
The Political Economy and Ethics of Debt Financing. The Brutality of the Charging of Interest on Loans / O'Sullivan &, Patrick; Ricci, Paolo. - (2025).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/991248
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