In questo lavoro si è cercato di tracciare un quadro storico, epistemologico e metodologico della ricerca etnografica e antropologica ucraina sullo sfondo di una cornice di riferimento politica e sociale. L’esordio dell’etnografia va messo in relazione con l’interesse per lo studio delle usanze popolari autoctone da parte di un’intellighenzia patriottica, che attraverso di essa scorgeva una possibilità di riscatto sociale e culturale. La nascente ricerca si prefissò quindi il compito di far emergere peculiarità e unicità delle tradizioni locali. Charkiv, Kiev e Leopoli diventarono i centri in cui questo tipo di studi iniziò gradualmente a proliferare, favorito da poli istituzionali come università e società scientifiche. L’interesse per le fonti orali e per l’apparato festivo e religioso andò di pari passo con la raccolta di oggetti di arte popolare. Emerge quindi uno stretto connubio tra etnografia e museografia. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, il manufatto etnografico conquistò progressivamente spazi significativi nelle vetrine dei musei. Un importante ruolo per la valorizzazione e la conservazione degli oggetti fu svolto dai collezionisti privati, che parteciparono alla promozione di numerosi eventi espositivi organizzati sia in Ucraina che all’estero a cavallo tra il secolo XIX e il XX. Tali manifestazioni, in cui molto si teneva all’esibizione delle ricche tradizioni popolari, diedero un significativo impulso allo sviluppo dell’etnografia locale. In epoca sovietica, tra gli anni ’20 e l’inizio dei ’30 del Novecento, si ebbe una istituzionalizzazione della disciplina in ambito accademico, che però dovette essere sottoposta ai vincoli ideologico-politici del partito comunista e per questo motivo la maggior parte delle ricerche sino alla fine del periodo sovietico fu caratterizzata da un taglio prudentemente descrittivo.
Etnografia e antropologia ucraina. Studi e ricerche dalla fine del Settecento all’epoca sovietica / Mykhaylyak, Tamara. - 1:(2021), pp. 1-173.
Etnografia e antropologia ucraina. Studi e ricerche dalla fine del Settecento all’epoca sovietica.
Tamara Mykhaylyak
2021
Abstract
In questo lavoro si è cercato di tracciare un quadro storico, epistemologico e metodologico della ricerca etnografica e antropologica ucraina sullo sfondo di una cornice di riferimento politica e sociale. L’esordio dell’etnografia va messo in relazione con l’interesse per lo studio delle usanze popolari autoctone da parte di un’intellighenzia patriottica, che attraverso di essa scorgeva una possibilità di riscatto sociale e culturale. La nascente ricerca si prefissò quindi il compito di far emergere peculiarità e unicità delle tradizioni locali. Charkiv, Kiev e Leopoli diventarono i centri in cui questo tipo di studi iniziò gradualmente a proliferare, favorito da poli istituzionali come università e società scientifiche. L’interesse per le fonti orali e per l’apparato festivo e religioso andò di pari passo con la raccolta di oggetti di arte popolare. Emerge quindi uno stretto connubio tra etnografia e museografia. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, il manufatto etnografico conquistò progressivamente spazi significativi nelle vetrine dei musei. Un importante ruolo per la valorizzazione e la conservazione degli oggetti fu svolto dai collezionisti privati, che parteciparono alla promozione di numerosi eventi espositivi organizzati sia in Ucraina che all’estero a cavallo tra il secolo XIX e il XX. Tali manifestazioni, in cui molto si teneva all’esibizione delle ricche tradizioni popolari, diedero un significativo impulso allo sviluppo dell’etnografia locale. In epoca sovietica, tra gli anni ’20 e l’inizio dei ’30 del Novecento, si ebbe una istituzionalizzazione della disciplina in ambito accademico, che però dovette essere sottoposta ai vincoli ideologico-politici del partito comunista e per questo motivo la maggior parte delle ricerche sino alla fine del periodo sovietico fu caratterizzata da un taglio prudentemente descrittivo.| File | Dimensione | Formato | |
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