I progetti che presento, riferiti a realtà urbane di piccola e media dimensione del nostro Mezzogiorno - in Sardegna, a Santa Teresa di Gallura e Palau; in Campania, a Mugnano di Napoli e ad Ascea - nonostante la loro distanza temporale e gli scarti linguistici che manifestano, ritengo siano comunque testimonianza di un comune ordine logico in cui la soluzione proposta si pone sempre come descrizione e misura della distanza critica che sono riuscito a stabilire tra i temi e i dati contestuali, e tra questi e i modelli formali che la disciplina sempre ci propone. Penso che in questa triangolazione, mostrando il problema da cui ci si muove, l'architettura, oggi — continuando comunque ad essere un fatto collettivo anche se sono venuti meno i riferimenti a un linguaggio comune — possa trovare significatività e livelli espressivi. Un modo d'intendere il progetto come risposta anche parziale, frutto spesso di faticosi ricominciamenti, in cui criteri, regole e procedimenti non sono dati una volta per tutte. Nel misurare il grado di congruenza con le caratteristiche e le necessità dei singolicontesti ma anche nel contemporaneo riferimento alle più generali questioni della disciplina, ho cercato di impostare il rapporto tra esigenze di generalità della ricerca progettuale e applicazione ad una situazione determinata. Ho cercato, cioè, di pormi all'interno di quel rapporto dialettico che lega l'idea di modello e il luogo entro il quale prende concretamente forma il progetto come risposta specifica e come strumento capace di orientare comportamenti in altre aree, per situazioni e su temi analoghi.
Progetti per piccole città del mazzogiorno / Mainini, GIANCARLO LUIGI. - STAMPA. - 1:(2004), pp. 195-205.
Progetti per piccole città del mazzogiorno
MAININI, GIANCARLO LUIGI
2004
Abstract
I progetti che presento, riferiti a realtà urbane di piccola e media dimensione del nostro Mezzogiorno - in Sardegna, a Santa Teresa di Gallura e Palau; in Campania, a Mugnano di Napoli e ad Ascea - nonostante la loro distanza temporale e gli scarti linguistici che manifestano, ritengo siano comunque testimonianza di un comune ordine logico in cui la soluzione proposta si pone sempre come descrizione e misura della distanza critica che sono riuscito a stabilire tra i temi e i dati contestuali, e tra questi e i modelli formali che la disciplina sempre ci propone. Penso che in questa triangolazione, mostrando il problema da cui ci si muove, l'architettura, oggi — continuando comunque ad essere un fatto collettivo anche se sono venuti meno i riferimenti a un linguaggio comune — possa trovare significatività e livelli espressivi. Un modo d'intendere il progetto come risposta anche parziale, frutto spesso di faticosi ricominciamenti, in cui criteri, regole e procedimenti non sono dati una volta per tutte. Nel misurare il grado di congruenza con le caratteristiche e le necessità dei singolicontesti ma anche nel contemporaneo riferimento alle più generali questioni della disciplina, ho cercato di impostare il rapporto tra esigenze di generalità della ricerca progettuale e applicazione ad una situazione determinata. Ho cercato, cioè, di pormi all'interno di quel rapporto dialettico che lega l'idea di modello e il luogo entro il quale prende concretamente forma il progetto come risposta specifica e come strumento capace di orientare comportamenti in altre aree, per situazioni e su temi analoghi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.