La professione medica non è né può essere completamente assorbita nei suoi contenuti tecnici in quanto si rivolge alla persona sofferente ed alla collettività bisognosa; essa è strutturata su profonde radici etiche e guidata da rigorose norme deontologiche, in cui deve affermare il primato di contenuti umanistici su quelli strettamente scientifici, in una attuale stagione di transizione da un rapporto medico-paziente improntato al paternalismo medico ad una di consapevole valorizzazione del diritto d’autodeterminazione del paziente. Di qui il richiamo costante e indifferibile ai principi etico-deontologici che la connotano, col rispetto delle quattro regole fondanti della bioetica (di beneficenza, non maleficenza, giustizia, autonomia del paziente) e costante adeguato riferimento alle regole di comportamento oggi ben considerate nel codice deontologico tra cui prioritariamente a quelle concernenti il consenso informato. Per quest’ultimo va perseguita la strada dell’armonica integrazione tra il principio del consenso e quello di beneficialità, sostituendo alla pur rinnovata ed interessante visione dell’unica centralità del paziente dell’universo della prestazione assistenziale, quella della doppia facoltà del ruolo di medico e paziente nell’ellisse comportamentale dell’atto medico.
Riflessioni in tema di contenuti etico-deontologici della professione medica / Buccelli, Claudio. - STAMPA. - (2002), pp. 157-167. (Intervento presentato al convegno Settimana di orientamento agli studi di Medicina e Chirurgia. 2001-2002 tenutosi a Napoli nel settembre 2001).
Riflessioni in tema di contenuti etico-deontologici della professione medica
BUCCELLI, CLAUDIO
2002
Abstract
La professione medica non è né può essere completamente assorbita nei suoi contenuti tecnici in quanto si rivolge alla persona sofferente ed alla collettività bisognosa; essa è strutturata su profonde radici etiche e guidata da rigorose norme deontologiche, in cui deve affermare il primato di contenuti umanistici su quelli strettamente scientifici, in una attuale stagione di transizione da un rapporto medico-paziente improntato al paternalismo medico ad una di consapevole valorizzazione del diritto d’autodeterminazione del paziente. Di qui il richiamo costante e indifferibile ai principi etico-deontologici che la connotano, col rispetto delle quattro regole fondanti della bioetica (di beneficenza, non maleficenza, giustizia, autonomia del paziente) e costante adeguato riferimento alle regole di comportamento oggi ben considerate nel codice deontologico tra cui prioritariamente a quelle concernenti il consenso informato. Per quest’ultimo va perseguita la strada dell’armonica integrazione tra il principio del consenso e quello di beneficialità, sostituendo alla pur rinnovata ed interessante visione dell’unica centralità del paziente dell’universo della prestazione assistenziale, quella della doppia facoltà del ruolo di medico e paziente nell’ellisse comportamentale dell’atto medico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.