Le successioni carbonatiche di mare basso contengono potenzialmente un record di dettaglio delle variazioni del livello del mare e degli eventi paleoclimatici e paleoceanografici. Tali eventi, che sono stati riconosciuti in sedimenti bacinali, potrebbero essere stati registrati anche nei sedimenti di piattaforma il cui record più espanso permetterebbe una loro più dettagliata caratterizzazione. La possibilità di studiare tale record è però fortemente condizionata dalla bassa risoluzione stratigrafica che si ottiene in facies di mare basso con i metodi classici della biostratigrafia. Le biozonazioni utilizzabili in tali successioni, basate sulla distribuzione di foraminiferi bentonici ed alghe verdi, hanno in genere risoluzione di molto inferiore rispetto a quelle utilizzate in successioni bacinali. Inoltre le possibilità di correlazione con le biozonazioni ad ammoniti, foraminiferi planctonici e nannoplancton, ed attraverso queste alla scala cronostratigrafica, sono estremamente limitate. Questo problema è particolarmente acuto nelle successioni del Cretacico superiore dell’Appennino meridionale. Se il quadro della successione delle biozone appare abbastanza ben definito (De Castro, 1991; Chiocchini et al., 1994), il significato cronostratigrafico di tali biozone ed eventi è quasi sempre poco definito proprio per la mancanza di correlazioni tra le successioni di mare basso e quelle bacinali. Questa mancanza di correlazione con le successioni di bacino e la bassa risoluzione cronostratigrafica impedisce di valutare la risposta dei sistemi deposizionali di mare basso ai principali eventi paleoceanografici/paleoclimatici riconosciuti nelle successioni bacinali . La porzione riferibile al Cretacico, prendendo come riferimento i livelli ben datati del Cenomaniano sup. a Cisalveolina fraasi e Chrysalidina gradata, ha uno spessore massimo di 400-450m per la porzione compresa fra il top del Cenomaniano e la base della Fm. di Trentinara (Sartoni & Crescenti, 1962; Parente, dati inediti). L’unico evento biostratigrafico datato cronostratigraficamente è il livello a Cisalveolina fraasi (De Castro, 1983). Al di sopra di tale livello l’intervallo Turoniano-Senoniano è diviso in due sole biozone (De Castro, 1991; Chiocchini et al.,1994) con una risoluzione media di 3.7-5 Ma (che varia naturalmente a seconda della scala geocronologica adottata). Inoltre l’età cronostratigrafica di queste biozone è incerta poichè non è possible fare correlazioni con le biozonazioni standard basate su ammoniti, foraminiferi plantonici e nannoplanckton e da queste, quindi, alla scala cronostratigrafica. In questo lavoro si è utilizzata la stratigrafia isotopica (13C e 87Sr/86Sr) come integrazione ai metodi classici di biostratigrafia. Variazioni del rapporto isotopico dello Stronzio nell’acqua marina durante il Cretacico sono conosciute in dettaglio (McArthur et al.1998;2000;2001) e offrono un preciso strumento per correlazioni stratigrafiche a scala globale (Veizer et al.1997). La natura primaria del trend secolare di 13C è ormai accettata e le variazioni del rapporto degli isotopi del carbonio sono sempre più utilizzate come strumento di correlazione a scala globale da diversi anni e, recentemente, diversi lavori hanno dimostrato la possibilità del loro utilizzo anche in successioni di piattaforma carbonatica (Davey & Jenkyns ,1999;Vahrenkamp ,1996) Lo scopo finale di questo studio è quello di migliorare, attraverso la chemostratigrafia, la risoluzione stratigrafica nelle successioni carbonatiche di mare basso dell’ Appennino meridionale,studiare ,in tali successioni, il record di eventi paleoceanografici/paleoclimatici (limite Ce/Tu, altri eventi del δ13C) e correlare le successioni di mare basso con le successioni pelagiche attraverso la chemostratigrafia (δ13C e 87Sr/86Sr) ottenendo cosi uno schema stratigrafico di alta risoluzione (vincolato da età numeriche e cronostratigrafiche) integrando stratigrafia isotopica e biostratigrafia. Tale schema sarà utilizzato come standard di riferimento per le successioni di mare basso del Cretaceo sup. nell’intera area periadriatica. Un tale schema permetterà infatti di datare accuratamente i limiti di sequenza e altre superfici chiave aumentando in maniera determinante le conoscenze sul sistema deposizionale carbonatico dell’Appennino meridionale.

Tutor della Tesi di dotorato di Gianluca Frijia "Stratigrafia integrata nelle successioni carbonatiche di mare basso del Cretacico Superiore dell'Appennino meridionale" / Parente, Mariano. - (2006).

Tutor della Tesi di dotorato di Gianluca Frijia "Stratigrafia integrata nelle successioni carbonatiche di mare basso del Cretacico Superiore dell'Appennino meridionale"

PARENTE, MARIANO
2006

Abstract

Le successioni carbonatiche di mare basso contengono potenzialmente un record di dettaglio delle variazioni del livello del mare e degli eventi paleoclimatici e paleoceanografici. Tali eventi, che sono stati riconosciuti in sedimenti bacinali, potrebbero essere stati registrati anche nei sedimenti di piattaforma il cui record più espanso permetterebbe una loro più dettagliata caratterizzazione. La possibilità di studiare tale record è però fortemente condizionata dalla bassa risoluzione stratigrafica che si ottiene in facies di mare basso con i metodi classici della biostratigrafia. Le biozonazioni utilizzabili in tali successioni, basate sulla distribuzione di foraminiferi bentonici ed alghe verdi, hanno in genere risoluzione di molto inferiore rispetto a quelle utilizzate in successioni bacinali. Inoltre le possibilità di correlazione con le biozonazioni ad ammoniti, foraminiferi planctonici e nannoplancton, ed attraverso queste alla scala cronostratigrafica, sono estremamente limitate. Questo problema è particolarmente acuto nelle successioni del Cretacico superiore dell’Appennino meridionale. Se il quadro della successione delle biozone appare abbastanza ben definito (De Castro, 1991; Chiocchini et al., 1994), il significato cronostratigrafico di tali biozone ed eventi è quasi sempre poco definito proprio per la mancanza di correlazioni tra le successioni di mare basso e quelle bacinali. Questa mancanza di correlazione con le successioni di bacino e la bassa risoluzione cronostratigrafica impedisce di valutare la risposta dei sistemi deposizionali di mare basso ai principali eventi paleoceanografici/paleoclimatici riconosciuti nelle successioni bacinali . La porzione riferibile al Cretacico, prendendo come riferimento i livelli ben datati del Cenomaniano sup. a Cisalveolina fraasi e Chrysalidina gradata, ha uno spessore massimo di 400-450m per la porzione compresa fra il top del Cenomaniano e la base della Fm. di Trentinara (Sartoni & Crescenti, 1962; Parente, dati inediti). L’unico evento biostratigrafico datato cronostratigraficamente è il livello a Cisalveolina fraasi (De Castro, 1983). Al di sopra di tale livello l’intervallo Turoniano-Senoniano è diviso in due sole biozone (De Castro, 1991; Chiocchini et al.,1994) con una risoluzione media di 3.7-5 Ma (che varia naturalmente a seconda della scala geocronologica adottata). Inoltre l’età cronostratigrafica di queste biozone è incerta poichè non è possible fare correlazioni con le biozonazioni standard basate su ammoniti, foraminiferi plantonici e nannoplanckton e da queste, quindi, alla scala cronostratigrafica. In questo lavoro si è utilizzata la stratigrafia isotopica (13C e 87Sr/86Sr) come integrazione ai metodi classici di biostratigrafia. Variazioni del rapporto isotopico dello Stronzio nell’acqua marina durante il Cretacico sono conosciute in dettaglio (McArthur et al.1998;2000;2001) e offrono un preciso strumento per correlazioni stratigrafiche a scala globale (Veizer et al.1997). La natura primaria del trend secolare di 13C è ormai accettata e le variazioni del rapporto degli isotopi del carbonio sono sempre più utilizzate come strumento di correlazione a scala globale da diversi anni e, recentemente, diversi lavori hanno dimostrato la possibilità del loro utilizzo anche in successioni di piattaforma carbonatica (Davey & Jenkyns ,1999;Vahrenkamp ,1996) Lo scopo finale di questo studio è quello di migliorare, attraverso la chemostratigrafia, la risoluzione stratigrafica nelle successioni carbonatiche di mare basso dell’ Appennino meridionale,studiare ,in tali successioni, il record di eventi paleoceanografici/paleoclimatici (limite Ce/Tu, altri eventi del δ13C) e correlare le successioni di mare basso con le successioni pelagiche attraverso la chemostratigrafia (δ13C e 87Sr/86Sr) ottenendo cosi uno schema stratigrafico di alta risoluzione (vincolato da età numeriche e cronostratigrafiche) integrando stratigrafia isotopica e biostratigrafia. Tale schema sarà utilizzato come standard di riferimento per le successioni di mare basso del Cretaceo sup. nell’intera area periadriatica. Un tale schema permetterà infatti di datare accuratamente i limiti di sequenza e altre superfici chiave aumentando in maniera determinante le conoscenze sul sistema deposizionale carbonatico dell’Appennino meridionale.
2006
Tutor della Tesi di dotorato di Gianluca Frijia "Stratigrafia integrata nelle successioni carbonatiche di mare basso del Cretacico Superiore dell'Appennino meridionale" / Parente, Mariano. - (2006).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/314768
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact