Riferimenti teorici e sviluppi di ricerca La tutela dei minori e dei loro diritti costituisce una delle tematiche più rilevanti della società contemporanea (Convenzione ONU 1989). Questo tema è stato indagato in psicologia sociale eminentemente nella prospettiva sociodinamica, che considera i diritti umani come rappresentazioni sociali normative (Doise 2002). Una problematica centrale per la tutela dei minori consiste nella difficoltà a tradurre operativamente le rappresentazioni in strategie concrete di azione per l’affermazione dei diritti dei minori. Ciò implica l’influenza di molti altri elementi, oltre a quelli di carattere rappresentazionale, di natura individuale e sociale (Petrillo 2005). Ad esempio, quegli adulti che si sentono particolarmente investiti della responsabilità di tutelare i minori, possono potenziare le loro capacità di intervento se convinti della loro efficacia in merito: parlare di autoefficacia significa confidare nelle proprie capacità, abilità e competenze in relazione ai ruoli educativi svolti (Caprara, 2001). Pensiamo soprattutto agli insegnanti che, pur condividendo il principio del rispetto dei minori e la necessità di tutelarli, non sempre si sentono adeguatamente preparati e supportati nei loro compiti e nelle loro funzioni. L’insegnante all’interno della scuola può risentire di un carico di responsabilità molto forte e allo stesso tempo sentirsi in condizioni di isolamento, indifferenza, disinteresse istituzionale. Un recente approfondimento di ricerca si riferisce all’esigenza di considerare i diritti dei minori in modo più aderente ai contesti sociali in cui questi vivono, ritenendo che le interpretazioni che gli insegnanti fanno del loro ruolo di garanti e le loro percezioni di efficacia siano fortemente influenzate – oltre che dal genere, dall’età e dall’appartenenza ad una specifica categoria sociale – anche da variabili situazionali e contestuali: si è ipotizzato, infatti, che l’appartenenza della propria scuola e del minore ad un determinato quartiere o ambiente urbano, più o meno idoneo per un pieno sviluppo psicosociale, possa incidere fortemente sull’attribuzione personale di responsabilità, nonché sul senso di efficacia personale e collettiva percepito. Metodologia Sono stati intervistati N. 174 insegnanti, tutti aventi in carico dei minori come loro allievi al momento della ricerca, prevalentemente di sesso femminile (67.4%), con un’età media di 45,84 anni, politicamente orientati soprattutto a sinistra (67,8%). I soggetti sono stati reclutati in due diverse tipologie di scuola, definite “nella norma” (47.7%) e “a rischio” (52.3%) in base ai tassi ufficiali di abbandono e di dispersione scolastica. Ci si è avvalsi di una metodologia di carattere quantitativo. I dati sono stati raccolti tramite un questionario autosomministrato, comprendente strumenti in parte costruiti ad hoc, teso a rilevare le variabili: locus di controllo, attribuzioni di responsabilità e autoefficacia sui diritti dei minori, efficacia del proprio ruolo docente e scolastica, burn-out, senso di comunità. Sintesi dei risultati I primi risultati, ottenuti tramite analisi della varianza, confermano l’ipotesi principale, circa la rilevanza delle differenze tra i contesti di appartenenza, più che delle altre variabili socio-demografiche. Gli insegnanti esprimono, infatti, attribuzioni più elevate di responsabilità, sia a se stessi sia alle altre agenzie, nei contesti “nella norma”, in cui si rilevano anche un maggior senso di efficacia personale e scolastica e un più forte senso di comunità. Nei contesti “a rischio”, invece, sono significativamente più presenti locus destino e burn-out. Tali risultati sono di particolare interesse anche nel confronto con quelli risultanti da uno studio condotto su adolescenti (Petrillo, Donizzetti, Caso 2005). I dati riferiti a questi ultimi evidenziavano lo stesso andamento a seconda dei contesti per quanto concerne l’autoefficacia; diversamente dagli insegnanti, invece, una maggiore attribuzione di responsabilità alla famiglia nei contesti “nella norma”, alla scuola e alle associazioni di volontariato nei contesti “a rischio”. Nell’insieme i dati di ricerca forniscono indicazioni utili a sviluppare – in una logica di ricerca-intervento – all’interno dei contesti educativi, familiari e scolastici, una consapevolezza maggiore delle implicazioni dei diritti dei minori nei nostri ambienti di vita quotidiana ed anche un incremento di abilità – skills for life cognitive e comportamentali – specificamente riferite all’affermazione e alla tutela dei diritti dei minori.

Diritti dei minori: responsabilità educative, senso di efficacia personale e scolastica / Petrillo, Giovanna; Donizzetti, ANNA ROSA; Caso, Daniela. - (2006), pp. 82-84. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale AIP – Sezione di Psicologia Sociale tenutosi a Genova nel 18-20 settembre 2006).

Diritti dei minori: responsabilità educative, senso di efficacia personale e scolastica

PETRILLO, GIOVANNA;DONIZZETTI, ANNA ROSA;CASO, DANIELA
2006

Abstract

Riferimenti teorici e sviluppi di ricerca La tutela dei minori e dei loro diritti costituisce una delle tematiche più rilevanti della società contemporanea (Convenzione ONU 1989). Questo tema è stato indagato in psicologia sociale eminentemente nella prospettiva sociodinamica, che considera i diritti umani come rappresentazioni sociali normative (Doise 2002). Una problematica centrale per la tutela dei minori consiste nella difficoltà a tradurre operativamente le rappresentazioni in strategie concrete di azione per l’affermazione dei diritti dei minori. Ciò implica l’influenza di molti altri elementi, oltre a quelli di carattere rappresentazionale, di natura individuale e sociale (Petrillo 2005). Ad esempio, quegli adulti che si sentono particolarmente investiti della responsabilità di tutelare i minori, possono potenziare le loro capacità di intervento se convinti della loro efficacia in merito: parlare di autoefficacia significa confidare nelle proprie capacità, abilità e competenze in relazione ai ruoli educativi svolti (Caprara, 2001). Pensiamo soprattutto agli insegnanti che, pur condividendo il principio del rispetto dei minori e la necessità di tutelarli, non sempre si sentono adeguatamente preparati e supportati nei loro compiti e nelle loro funzioni. L’insegnante all’interno della scuola può risentire di un carico di responsabilità molto forte e allo stesso tempo sentirsi in condizioni di isolamento, indifferenza, disinteresse istituzionale. Un recente approfondimento di ricerca si riferisce all’esigenza di considerare i diritti dei minori in modo più aderente ai contesti sociali in cui questi vivono, ritenendo che le interpretazioni che gli insegnanti fanno del loro ruolo di garanti e le loro percezioni di efficacia siano fortemente influenzate – oltre che dal genere, dall’età e dall’appartenenza ad una specifica categoria sociale – anche da variabili situazionali e contestuali: si è ipotizzato, infatti, che l’appartenenza della propria scuola e del minore ad un determinato quartiere o ambiente urbano, più o meno idoneo per un pieno sviluppo psicosociale, possa incidere fortemente sull’attribuzione personale di responsabilità, nonché sul senso di efficacia personale e collettiva percepito. Metodologia Sono stati intervistati N. 174 insegnanti, tutti aventi in carico dei minori come loro allievi al momento della ricerca, prevalentemente di sesso femminile (67.4%), con un’età media di 45,84 anni, politicamente orientati soprattutto a sinistra (67,8%). I soggetti sono stati reclutati in due diverse tipologie di scuola, definite “nella norma” (47.7%) e “a rischio” (52.3%) in base ai tassi ufficiali di abbandono e di dispersione scolastica. Ci si è avvalsi di una metodologia di carattere quantitativo. I dati sono stati raccolti tramite un questionario autosomministrato, comprendente strumenti in parte costruiti ad hoc, teso a rilevare le variabili: locus di controllo, attribuzioni di responsabilità e autoefficacia sui diritti dei minori, efficacia del proprio ruolo docente e scolastica, burn-out, senso di comunità. Sintesi dei risultati I primi risultati, ottenuti tramite analisi della varianza, confermano l’ipotesi principale, circa la rilevanza delle differenze tra i contesti di appartenenza, più che delle altre variabili socio-demografiche. Gli insegnanti esprimono, infatti, attribuzioni più elevate di responsabilità, sia a se stessi sia alle altre agenzie, nei contesti “nella norma”, in cui si rilevano anche un maggior senso di efficacia personale e scolastica e un più forte senso di comunità. Nei contesti “a rischio”, invece, sono significativamente più presenti locus destino e burn-out. Tali risultati sono di particolare interesse anche nel confronto con quelli risultanti da uno studio condotto su adolescenti (Petrillo, Donizzetti, Caso 2005). I dati riferiti a questi ultimi evidenziavano lo stesso andamento a seconda dei contesti per quanto concerne l’autoefficacia; diversamente dagli insegnanti, invece, una maggiore attribuzione di responsabilità alla famiglia nei contesti “nella norma”, alla scuola e alle associazioni di volontariato nei contesti “a rischio”. Nell’insieme i dati di ricerca forniscono indicazioni utili a sviluppare – in una logica di ricerca-intervento – all’interno dei contesti educativi, familiari e scolastici, una consapevolezza maggiore delle implicazioni dei diritti dei minori nei nostri ambienti di vita quotidiana ed anche un incremento di abilità – skills for life cognitive e comportamentali – specificamente riferite all’affermazione e alla tutela dei diritti dei minori.
2006
Diritti dei minori: responsabilità educative, senso di efficacia personale e scolastica / Petrillo, Giovanna; Donizzetti, ANNA ROSA; Caso, Daniela. - (2006), pp. 82-84. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale AIP – Sezione di Psicologia Sociale tenutosi a Genova nel 18-20 settembre 2006).
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