Nel contributo viene messa in luce l'esistenza di una sorta di "democratizzazione" del rischio di dispersione, intendendo con ciò un ampliamento della probabilità che incappino in fenomeni connessi al disagio scolastico anche allievi provenienti da ceti sociali prima "immuni" da questo rischio. Alla "vecchia" dispersione, quella che nasce dalla povertà sia economica che culturale, si aggiunge una "nuova" dispersione, che nasce invece da un disorientamento generale in cui sembrano versare non solo i giovani, ma anche i loro genitori, che deriva dai processi di detradizionalizzazione e di individualizzazione tipici della società contemporanea. Ciò non significa affermare che le risorse classiche - capitale economico, sociale e culturale - non abbiano più rilevanza, ma che siamo di fronte a due dati nuovi: esse non servono più ad evitare le difficoltà scolastiche, ma pittosto a superarle quendo il disagio viene a verificarsi; inoltre, esse non bastano a garantire la linearità del percorso formativo perché altri elenti di disturbo possono entrare in azione: la scarsa fiducia in sé, l'apatia, l'incapacità di vedere il futuro e soprattutto di connetterlo al proprio presente, insomma tutti quei tratti di incertezza e di presentificazione che la letteratura sulla risk society da un lato, e quella sulla condizione giovanile dall'altro, hanno vividamente descritto. Con questi tratti nuovi della dispersione scolastica le politiche educative e gli strumenti di lotta all'abbandono scolastico sono chiamate a fare i conti.
Vecchia e nuova dispersione: qualche riflessione sulle cause e sulle possibili linee di intervento / Spano', Antonella. - STAMPA. - 4:(2005), pp. 397-406.
Vecchia e nuova dispersione: qualche riflessione sulle cause e sulle possibili linee di intervento
SPANO', ANTONELLA
2005
Abstract
Nel contributo viene messa in luce l'esistenza di una sorta di "democratizzazione" del rischio di dispersione, intendendo con ciò un ampliamento della probabilità che incappino in fenomeni connessi al disagio scolastico anche allievi provenienti da ceti sociali prima "immuni" da questo rischio. Alla "vecchia" dispersione, quella che nasce dalla povertà sia economica che culturale, si aggiunge una "nuova" dispersione, che nasce invece da un disorientamento generale in cui sembrano versare non solo i giovani, ma anche i loro genitori, che deriva dai processi di detradizionalizzazione e di individualizzazione tipici della società contemporanea. Ciò non significa affermare che le risorse classiche - capitale economico, sociale e culturale - non abbiano più rilevanza, ma che siamo di fronte a due dati nuovi: esse non servono più ad evitare le difficoltà scolastiche, ma pittosto a superarle quendo il disagio viene a verificarsi; inoltre, esse non bastano a garantire la linearità del percorso formativo perché altri elenti di disturbo possono entrare in azione: la scarsa fiducia in sé, l'apatia, l'incapacità di vedere il futuro e soprattutto di connetterlo al proprio presente, insomma tutti quei tratti di incertezza e di presentificazione che la letteratura sulla risk society da un lato, e quella sulla condizione giovanile dall'altro, hanno vividamente descritto. Con questi tratti nuovi della dispersione scolastica le politiche educative e gli strumenti di lotta all'abbandono scolastico sono chiamate a fare i conti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.