L’appartenenza di sesso è una variabile che predispone, guida e determina il comportamento migratorio dei soggetti? Oppure, invece, le migrazioni si accomodano dei dispositivi determinati dalla segregazione e dalla divisione sociale sessuata del lavoro? Per rispondere a queste questioni, l’autrice propone di analizzare i transiti conoscitivi sviluppatisi a seguito dell’incontro degli studi sulle migrazioni con quelli di genere. Questo esame critico evidenzia che le donne occupano un posto particolare nelle situazioni migratorie, derivato dalla loro doppia collocazione nella sfera produttiva e in quella riproduttiva, ancorato nelle pratiche quotidiane. La ricerca sulle catene migratorie femminili provenienti dalla Polonia e dall’Ucraina nell’area napoletana permette di osservare come i rapporti sociali di sesso si localizzano in contesti internazionalizzati dalla mobilità e dalla circolazione. Con la globalizzazione della sfera riproduttiva, le migranti elaborano una specifica co-presenza fra il luogo di origine e quello di arrivo, creano nuove forme di identità e di alterità, negoziano la loro prossimità e la loro differenza socioculturale nello spazio pubblico e privato, danno vita a delle forme inedite di etnicizzazione e di risemantizzazione delle appartenenze nazionali. L’approfondimento di queste dinamiche migratorie apre spazi comparativi con le migrazioni femminili del passato e comprova la validità di un approccio di genere “relazionale”, atto a prendere in conto al contempo la condizione migrante femminile e quella maschile.
Migrare al femminile. Appartenenza di genere e situazioni migratorie in movimento / Miranda, Adelina. - STAMPA. - (2008).
Migrare al femminile. Appartenenza di genere e situazioni migratorie in movimento
MIRANDA, ADELINA
2008
Abstract
L’appartenenza di sesso è una variabile che predispone, guida e determina il comportamento migratorio dei soggetti? Oppure, invece, le migrazioni si accomodano dei dispositivi determinati dalla segregazione e dalla divisione sociale sessuata del lavoro? Per rispondere a queste questioni, l’autrice propone di analizzare i transiti conoscitivi sviluppatisi a seguito dell’incontro degli studi sulle migrazioni con quelli di genere. Questo esame critico evidenzia che le donne occupano un posto particolare nelle situazioni migratorie, derivato dalla loro doppia collocazione nella sfera produttiva e in quella riproduttiva, ancorato nelle pratiche quotidiane. La ricerca sulle catene migratorie femminili provenienti dalla Polonia e dall’Ucraina nell’area napoletana permette di osservare come i rapporti sociali di sesso si localizzano in contesti internazionalizzati dalla mobilità e dalla circolazione. Con la globalizzazione della sfera riproduttiva, le migranti elaborano una specifica co-presenza fra il luogo di origine e quello di arrivo, creano nuove forme di identità e di alterità, negoziano la loro prossimità e la loro differenza socioculturale nello spazio pubblico e privato, danno vita a delle forme inedite di etnicizzazione e di risemantizzazione delle appartenenze nazionali. L’approfondimento di queste dinamiche migratorie apre spazi comparativi con le migrazioni femminili del passato e comprova la validità di un approccio di genere “relazionale”, atto a prendere in conto al contempo la condizione migrante femminile e quella maschile.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Migrare al femminile.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Licenza:
Accesso privato/ristretto
Dimensione
1.27 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.27 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.